Cosa sta succedendo attorno alla Kore di Enna Procura: «Soldi dal Comune usati per stipendi»

Il 9 dicembre 2015 il procuratore di Enna, Calogero Ferrotti, ha congelato il conto bancario della Fondazione per la Libera Università della Sicilia Centrale Kore, meglio conosciuta come Fondazione Kore. Dove negli anni scorsi era finito un milione di euro che il Comune di Enna aveva in realtà destinato all’Università. Motivo per cui è scattato il sequestro preventivo urgente del saldo attivo bancario.

Questa storia si aggiunge all’intricata vicenda dell’apertura dei corsi di laurea di Medicina della facoltà romena di Galati, dove comunque l’università Kore non ha alcun ruolo. Alcuni dei protagonisti, tuttavia, a cominciare da Vladimiro Crisafulli, ex senatore del Pd, sono gli stessi. Per comprendere quanto avvenuto nelle ultime settimane bisogna fare un passo indietro e tornare al 1995 quando, il 18 dicembre, viene costituito il CEU (Consorzio per la promozione e lo sviluppo di studi universitari in Enna e nella Sicilia orientale), un ente di diritto pubblico composto con quota di maggioranza dalla Provincia di Enna, insieme al Comune e alla Camera di Commercio. Il suo scopo primario è «favorire la costituzione di corsi universitari e lo sviluppo dell’istruzione universitaria e della ricerca scientifica in provincia di Enna». 

Otto anni dopo, esattamente il 24 dicembre 2003, l’assemblea del CEU, presieduta da Cataldo Salerno, costituisce la Fondazione Kore al fine di «operare al riconoscimento pubblico (della Università Kore), per supportarne e sostenerne il funzionamento […] e curare, in favore della Università, il reperimento, il trasferimento o l’assegnazione di risorse». Componenti del consiglio di amministrazione della neonata Fondazione vengono nominati, in attesa della istituzione formale della Libera Università Kore, Cataldo Salerno, Michele Galvagno, Vladimiro Crisafulli, Edoarda Leanza e Carmelo Tumino (tutti oggi indagati). Tuttavia l’iniziale provvisorietà di queste cariche, a seguito di successive modifiche statutarie, si trasforma, di fatto, in stabilità a vita degli amministratori (lo scorso novembre Cataldo Salerno si è dimesso da presidente della Fondazione).

Il fondo iniziale di cui beneficia la Fondazione alla nascita è pari a 258mila 229 euro da parte del Consorzio Universitario Ennese, ma il 17 gennaio 2004, il Comune di Enna recepisce una mozione dei consiglieri comunali che impegna l’ente a destinare 500mila euro annui per partecipare alla costituzione dell’Università e avere in cambio una rappresentanza del Comune nel consiglio di amministrazione dell’allora istituenda Università. Ma, dal testo del decreto di sequestro del 9 dicembre, risulta chiaro che l’ipotesi per il Comune di poter partecipare nel consiglio di amministrazione era una condizione del tutto irrealizzabile perché la forma statutaria della Fondazione non prevedeva, nel suo consiglio di amministrazione, altri soggetti al di fuori di quelli che erano stati designati all’atto di costituzione che, successivamente, si autopromossero «soci fondatori»

Decade quindi l’impegno di spesa da parte del Comune nei confronti della Fondazione, venendo meno la possibilità di avere un proprio rappresentante all’interno del consiglio di amministrazione. Eppure la Fondazione chiede lo stesso al Comune, nel 2006, il finanziamento annuo che il consiglio comunale si era impegnato a versare. Cosa che effettivamente avviene qualche anno dopo. Nel 2009, infatti, l’allora sindaco di Enna, Rino Agnello, esprime parere favorevole alla richiesta della Fondazione, corrispondendole un milione di euro con mandato di pagamento al 20.3.2012. Il tutto nonostante il parere sfavorevole di un dirigente comunale, Vito Scalogna, che definisce «quello del consiglio comunale un mero atto di indirizzo politico, al quale non era seguita alcuna previsione finanziaria nel bilancio di riferimento», e che fa cenno anche alla mancanza di «eventuali atti che attestino le risultanze di una prestazione resa». 

Il milione di euro, dunque, sarebbe dovuto servire a supportare e sostenere il funzionamento dell’Università Kore, invece dal decreto di sequestro del Tribunale di Enna si evince come tale somma sia stata, negli anni successivi, congelata e incamerata dalla Fondazione Kore, maturando, nel periodo tra marzo 2012 e settembre 2015, interessi pari a 66.936 euro utilizzati per coprire i costi gestionali della Fondazione come il compenso del direttore amministrativo, del collegio dei revisori, spese per consulenze, missioni, spese notarili, postali e di cancelleria.

Nei bilanci della Fondazione Kore al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2014 la somma di 1.485.564 euro risulta tra debiti ancora da erogare (all’Università Kore), eppure contemporaneamente viene usata «in più occasioni per artifici contabili, mediante attestazione di una solida situazione economico-finanziaria della Fondazione per dimostrare strumentalmente, all’organo governativo di vigilanza, la necessaria adeguatezza del patrimonio dell’ente […]. In ciò – sottolinea la Procura – gli amministratori trassero indubbiamente indebito vantaggio, al fine del riconoscimento delle condizioni per la sopravvivenza stessa della Fondazione».

L’Università Kore, dopo avere a più riprese sollecitato il contributo del Comune attraverso il suo presidente Salerno (che era anche presidente della fondazione a cui si chiedevano i soldi), «non ha più reclamato l’elargizione e in sede di successiva formazione dei bilanci annuali, non ha mai appostato il contributo tra le voci creditorie, rinunziando così tacitamente al credito».

Ed eccoci arrivati al 9 dicembre 2015 quando il procuratore Ferrotti decreta il sequestro del conto corrente della Fondazione Kore per evitare che gli interessi maturati al 31 dicembre 2015 possano essere ancora utilizzati per i dipendenti della Fondazione, inviando un avviso di garanzia per malversazione a Cataldo Salerno, in quanto presidente della Fondazione nel periodo in cui si sono verificati i fatti, a Mirello Crisafulli, Michele Galvagno, Carmelo Tumino ed Edoardo Leanza (attuale presidente della Fondazione) i quali, in quanto componenti del consiglio di amministrazione, hanno approvato i piani strategici ed i bilanci annuali; Gaetano Rabbito, presidente del collegio dei revisori della Fondazione, e i componenti del collegio Nicolò Treccarichi e Alessandro Lentini, accusati di aver omesso la propria azione di vigilanza e di controllo e di aver espresso, attraverso relazioni annuali, parere favorevole all’approvazione del piano strategico previsionale annuale proposto dal consiglio di amministrazione.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]