Corto Siracusano: ultimo atto

Ieri l’ ultima giornata della terza edizione di “Corto Siciliano 2005” è iniziata, nella sala Vittorini del Museo del Cinema di Siracusa, con la proiezione di una selezione di corti presentati al “Palermo Film Festival” ed è poi continuato con “Visioni oltre-Arte, videoarte,videoclip e opere estreme”.  

Quest’ultima sezione proponeva una serie di opere difficili da inserire in categorie precise. E’ il caso di “Dualitè” di Chiaraluca Fiorito, un cortometraggio che del cinema sfrutta solo la forma, usando modalità espressive tipiche della danza e del teatro. Il teatro è fonte di ispirazione anche di altri lavori come “Shok impossibile”, lavoro sperimantale di Luca Raimondi e l’immaginifico e spettrale “Les chants de Maldoror” di Fabio Bianchini e del professore toscano Alberto Di Cintio.  

Scelgono invece la strada della provocazione altri due cortometraggi: “giochiamoci sopra” di Concetto Di Stefano e Giuseppe Pomidoro, e “Sans Merci” di Riccardo Caruso. Se il primo lascia il pubblico abbastanza indifferente e non ottiene gli effetti desiderati, al contrario il corto di Riccardo Caruso, uno snuff movie che lascia poco all’immaginazione, ha creato momenti di disagio e fastidio. La reazione del pubblico in sala ha soddisfatto il regista che, come ha poi ammesso sul palco, preferisce presentare queste opere estreme ad un pubblico più eterogeneo piuttosto che a quello più smaliziato e preparato dei festival di genere.  

Da segnalare anche “Solo” diretto e montato dal regista sordomuto Giuseppe Patti, “Ketchup film” di Daniele Carrer e “Merda” di Andrea Trimarchi che sceglie la provocazione verbale. Lo stesso Trimarchi, che ha presentato ben quattro lavori durante questo festival, è autore di uno dei tre videoclip musicali che seguono.

La serata si conclude con “Un filo d’aria” lungometraggio di Francesco Pasqua. Il film, un noir interamente girato a Siracusa, affronta il tema della memoria attraverso un’ ottima sceneggiatura e delle immagini molto suggestive. Lo stesso regista ha simpaticamente intrattenuto il pubblico prima e dopo la proiezione del film scherzando sul palco con Luca Raimondi e con due degli attori protagonisti del suo film.

Essendo un festival ci sono state anche delle premiazioni, ma poco importa perchè, come ha dichiarato lo stesso Luca Raimondi, i premi servono solo per dare un po’ di spirito competitivo a festival di questo livello, quel che conta è che la qualità dei lavori abbia soddisfatto sia gli spettatori che gli organizzatori.

Per chi fosse interessato ai premi: 

PREMIO PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA

MARIO COSENTINO per l’opera IL PRESTIGIATORE

“Per l’occhio fotografico che coglie e narra con vividi colori una storia di amicizia e una promessa da mantenere, nonostante tutto. In una costruzione tecnica da far invidia ai professionisti del video e del cinema, Cosentino, dopo “Capolinea” si conferma autore a tutto tondo dei suoi corti, bravo sia come mente che come braccio”

PREMIO PER IL MIGLIOR MONTAGGIO

FABRIZIO FAMA’ per l’opera  ITALIAN COMICS

“Per l’originalità e l’efficacia della post-produzione del corto spiritoso e fumettistico di Alessandro Marinaro, che tanto deve all’apporto di un tecnico in gamba e impeccabile come Fabrizio Famà”.

PREMIO PER IL MIGLIOR MONTAGGIO

ANTONIO BELLIA E GIACOMO IUCULANO per l’opera SENZA TEMPO

“Per la professionalità e l’accuratezza del montaggio di un corto difficile da raccontare, in bilico tra diversi momenti del tempo e dello spazio, della realtà e dell’immaginazione. Il montaggio è chiaro, essenziale, impeccabile”.

PREMIO MIGLIOR SOGGETTO E SCENEGGIATURA

MARTINO LO CASCIO per l’opera YOUSIF L’IRAKENO

“Non è una sceneggiatura tradizionale, quella di Lo Cascio, che fonde documentario e finzione e, grazie anche all’indispensabile collaborazione di Yousif Saralla, riempie lo schermo e il cuore degli spettatori con frasi bellissime da scolpire sulla pietra”.

PREMIO MIGLIOR REGISTA

PAOLO SANTANGELO per l’opera PISCI DI BRORU

“Per il tocco di rara grazia, sensibilità e rispetto con cui l’autore affronta la sua breve – ma intensa – storia, rievocando i fantasmi del cinema neo-realistico senza tuttavia nascondersi come autore, accarezzando con la sua videocamera le rughe e il volto bellissimo del suo dignitoso protagonista, un vecchio pescatore reietto”.

PREMIO MIGLIOR CORTO

OLTRE di DANILO CATALDO

 “Per essere una produzione di grande livello, sotto tutti gli aspetti, nonostante budget e risorse assai contenuti. Il tema affrontato è inusuale nell’ambito italiano che affronta il metafisico tutt’al più con distacco e ironia, mentre Cataldo vi porta, anche grazie all’azzeccata scelta della colonna sonora, una lirica partecipazione che rende la visione di Oltre un’esperienza emotiva molto intensa per qualunque spettatore che abbia un cuore e un cervello. Da premiare anche il rigore con cui il regista ha trattato la sua storia e piegato una presenza attoriale, quella di Enrico Lo Verso, ai fini della sua narrazione, senza lasciarsi vampirizzare dall’altrimenti ingombrante presenza professionistica del suo protagonista”.


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