Corte dei Conti: hanno usato i crediti inesigibili per mascherare il disavanzo di Bilancio della Regione?

IL DUBBIO – CHE POTREBBE CONFIGURARE GRAVI ARTIFIZI E RAGGIRI CONTABILI – E’ STATO SOLLEVATO STAMATTINA DURANTE LA LETTURA DELLA RELAZIONE SUL GIUDIZIO DI ‘PARIFICA’ DEL BILANCIO 2013

Oggi, nel corso della giornata, proveremo a illustrare meglio la relazione della Corte dei Conti per la Regione siciliana sul giudizio di ‘parifica’ del Bilancio 2013. In queste poche righe vorremmo mettere all’attenzione dei nostri lettori una considerazione dei giudici contabili che a noi sembra piuttosto importante.

Parlando dei residui attivi – ovvero dei crediti della regione di difficile, se non impossibile esigibilità – la magistratura contabile sollecita un’attenta ricognizione. Già questo ci dice che, in realtà, sui residui attivi non è mai stata fatta chiarezza.

Ma i giudici aggiungono due parole, precisando che la ricognizione è importante per verificare, in primo luogo, che non si tratti di “disavanzo nascosto”.

“La parola è fatta per mascherare il pensiero”, diceva Talleyrand. IN questo caso potrebbero essere stati i numeri – o meglio, chi ha usato i numeri del Bilancio regionale – a mascherare una realtà…

Queste due parole – “disavanzo nascosto” – pronunciate dai giudici contabili, parole che noi non ricordiamo di aver mai sentito prima d’ora, aprono uno scenario che, se accertato, potrebbe far venire a galla nuove verità.

Attenzione: i giudici contabili non hanno detto che dietro i residui attivi c’è un “disavanzo nascosto”: hanno detto che deve essere fatta un’analisi attenta per escludere questa possibilità.

Sorge spontanea una domanda: e se fosse vero? In altre parole, se la Regione, dietro i residui attivi che sono cresciuti negli ultimi anni avesse nascosto una parte del disavanzo del proprio Bilancio?

Il dubbio sollevato dalla Corte dei Conti è serio. Ricordiamo che, anche lo scorso anno, la magistratura contabile ha puntato i riflettori sull’enorme massa di residui attivi della regione (secondo alcune stime si tratterebbe di 3 miliardi di euro, secondo altri di 4 miliardi di euro).

Lo scorso anno i giudici contabili hanno chiesto la costituzione di un fondo rischi per fronteggiare la gran massa di crediti ‘immaginari’. Governo e Ars hanno appostato una certa somma che, quest’anno, in occasione della prima legge Finanziaria, hanno provato a erodere: da qui l’impugnativa – assolutamente legittima – del’Ufficio del Commissario dello Stato.

Quest’anno – anche se con il beneficio del dubbio – la Corte dei Conti lascia intravedere l’ipotesi di quello che – là dove venisse provato – si configurerebbe come un raggiro contabile. Con un obiettivo non esattamente virtuoso: creare artificiosamente entrate fittizie per nascondere un disavanzo maggiore di quello che la lettura ufficiale dei conti del Bilancio regionale presenta.

L’unica cosa che possiamo dire in questa fase è che il finale di questa storia è ancora tutto da scrivere.


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