Corso Martiri della Libertà, presentato il progetto Assessore Di Salvo: «A dicembre il via ai lavori»

«Siamo nella fase conclusiva del progetto, a dicembre avvieremo i cantieri», sono le parole con cui l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo conclude la seduta del consiglio comunale. Un appuntamento che ha come unico punto all’ordine del giorno la «presentazione del Progetto di riqualificazione di corso Martiri della libertà». Ventinove i consiglieri presenti, 17 a inizio seduta, sei alla fine. Ragione di qualche polemica. Più affollati sono gli spazi riservati ai giornalisti e «agli autorevoli professionisti, esponenti delle associazioni e della parte produttiva dalla città», come li definisce il sindaco Enzo Bianco. Le parole del primo cittadino introducono il progetto dell’architetto Mario Cucinella: «Rimarginiamo una ferita del 1961 che è rimasta aperta per troppo tempo». La zona di corso Martiri della libertà fu rasa al suolo ma, a causa di un contenzioso tra imprese e Comune, il progetto di ricostruzione fu bloccato. Le voragini create nel terreno sono divenute in seguito base per alcune baraccopoli. L’obiettivo, afferma Bianco, «è riqualificare la vita della città attraverso spazi di verde pubblico attorno i quali sviluppare attività commerciali, culturali e alberghiere che diano lavoro».

Il piano presentato in Consiglio comunale, spiega il sindaco, prevede «due ettari di parco urbano, un parcheggio interrato da 350 posti, 600 metri quadrati dedicati a un mercato che saranno tutti realizzati dai privati e ceduti al Comune». Rimarranno di proprietà privata «un museo, un teatro di settemila metri quadrati, un albergo di ottomila metri quadrati e abitazioni per 400 persone». Il nuovo paesaggio di Corso Martiri della libertà è stato ispirato «ai giardini di Babilonia, alla Rambla di Barcellona», dice l’architetto Cucinella. «Ricuciamo una ferita fatta di degrado e credibilità per rilanciare la competitività europea di Catania». Ma avverte: «Sarà uno spazio ricco di bellezza ma funzionerà solo se a funzionare sarà anche la città che gli sta attorno».

La prima idea che voleva modificare l’assetto della zona, che collega la stazione ferroviaria al centro storico, risale al 1903. Nei prossimi trenta giorni, garantisce l’assessore comunale all’Urbanistica Salvo Di Salvo, «la direzione urbanistica rilascerà i titoli edilizi di primaria urbanizzazione». Necessari per realizzare, tra l’altro, opere fognarie, le condutture idriche ed elettriche. Sarà inoltre costituita «una conferenza dei servizi, alla quale saranno invitati anche i privati, per stabilire i tempi di realizzazione e velocizzare la presentazione dei documenti e il rilascio delle autorizzazioni», conclude l’assessore. «In pochi mesi tutte le carte saranno pronte ed entro fine anno sarà avviata la realizzazione delle zone a verde», che saranno cedute al Comune, promette Bianco. Tempo che servirà all’amministrazione comunale «per chiarire se le opere di urbanizzazione dovranno seguire l’iter della gara pubblica o potranno essere direttamente affidate alle imprese dai privati». L’ultima parola spetterà all’Autorità nazionale anticorruzione. Se sarà necessaria una gara, i tempi potrebbero allungarsi. Successivamente saranno avviate le procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le strutture che resteranno private.

Non c’è alcuna mozione da votare, il passaggio dal consiglio comunale è «una presentazione teatrale del progetto alla città, ma speriamo sia un momento che resterà storico», afferma l’esponente della maggioranza Niccolò Notarbartolo. «Avrò visto progetti come questo presentati sette, otto volte», dice il consigliere di opposizione Manlio Messina, riferendosi anche alla proposta commissionata nel 2011 all’architetto Massimiliano Fuksas dall’amministrazione di Raffaele Stancanelli. «Speriamo che sia la volta buona, finora abbiamo fatto ridere», aggiunge il collega Andrea Barresi. «Chiediamo che per la realizzazione dei lavori – dice il consigliere Agatino Lanzafame – siano impiegati prevalentemente disoccupati catanesi, affinché questo progetto sia usato anche come strumento di crescita per l’economia cittadina».

Marco Di Mauro

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