Coronavirus, in provincia di Catania tredici morti Deceduti due 50enni. Ma scarseggiano i tamponi

Tredici morti, più della metà del totale dei decessi in Sicilia (che sono 25). La provincia di Catania è quella più colpita dall’emergenza coronavirus. Tra ieri e oggi al conto delle vittime nel territorio etneo se ne sono aggiunte sei: due all’ospedale Cannizzaro, cioè un uomo di 50 anni e un 74enne, residenti nell’hinterland etneo, entrambi affetti da patologie croniche e ricoverati in Rianimazione con polmonite e insufficienza respiratoria; un 51enne di Catania deceduto all’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale, con diverse patologie già conclamate; un 92enne di Caltagirone, venuto a mancare all’ospedale Gravina dopo giorni in Rianimazione; un 94enne, anche lui già in precarie condizioni di salute, è morto nella serata di ieri al Garibaldi centro. Di un altro deceduto a Catania, invece, MeridioNews non è riuscito a ottenere ulteriori informazioni.

Queste persone si aggiungono agli altri deceduti dall’inizio del contagio da Covid-19 nella provincia etnea. C’erano stati quattro morti all’ospedale Gravina: un 80enne di Sortino che, dopo un periodo all’ospedale di Augusta, era stato portato nella struttura del Calatino, un uomo di 60 anni di Caltagirone, un 77enne di Sciacca, una donna di 72 anni originaria di Mascalucia. Al Cannizzaro il 16 marzo è morto un catanese di 52 anni, dipendente della casa farmaceutica Pfizer. E poi, sempre nei giorni scorsi, altre due scomparse: quella di Gabriella Guerini, storica attivista antiracket bresciana ma trapiantata a Catania, deceduta all’ospedale Garibaldi centro di piazza Santa Maria di Gesù; e Lillo Venezia, giornalista de I Siciliani di Pippo Fava, venuto a mancare nel primo pomeriggio di ieri.

I dati nel Catanese non sono incoraggianti. Il capoluogo etneo si conferma quello con i numeri più alti di tutta la Regione e, al momento, sono diversi i pazienti in gravi condizioni. Cinque sono nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro, tre sono al Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù (qui, però, si registrano anche due pazienti guariti e dimessi nella giornata di oggi). Numeri simili a quelli del Cannizzaro si registrano all’ospedale Gravina di Caltagirone e al Santa Marta e Santa Venera di Acireale.

I contagiati nel Catanese sono in aumento. Numeri rilevanti, qui come nel resto d’Italia, riguardano il personale sanitario: un medico di Medicina interna all’ospedale di Caltagirone si aggiunge agli altri quattro professionisti di cui si era già data notizia; mentre spuntano anche alcuni specialisti dell’ospedale Garibaldi di Nesima, a cui si sommano lo pneumologo del Cannizzaro svariati dipendenti della sede centrale dell’Asp di Catania, in via Santa Maria La Grande. Da quanto appreso da MeridioNews, però, il rischio è che il numero nei prossimi giorni possa scendere e non per via di un calo dei contagi: sembra, infatti, che comincino a scarseggiare i test del tampone rinofaringeo che accertano la positività o meno dei pazienti. Il problema potrebbe diventare più pressante nei prossimi giorni. Proprio quando gli scienziati attendono il picco epidemico.


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