I dati palermitani rispecchiano quelli nazionali e per questo è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione per far sapere che non si fermano i centri di ascolto e gli sportelli dedicati: «Anche in questo momento così difficile è possibile uscire dalla violenza»
Coronavirus, in emergenza rete antiviolenza resta attiva Amorù: «Richieste in calo del 70%, siamo preoccupati»
Mentre l’Italia è una grande zona rossa e le restrizioni alla libertà si fanno più stringenti scatta l’allarme violenza di genere. In tutto il territorio nazionale si registra una diminuzione delle richieste di aiuto alle realtà che sostengono le donne nel difficile percorso per salvarsi da continui abusi. Un aspetto critico che mette in fila un altro tassello dell’emergenza sociale nel Paese. Il dato palermitano è in linea con quello nazionale: «Abbiamo avuto un brusco calo delle richieste di aiuto, oltre il 70 per cento e faccio fatica credere che il Covid-19 abbia spazzato via la violenza di genere, quando fino a febbraio i dati nazionali dicevano che una donna su tre in Italia è vittima di violenza», racconta Luigia Billone psicologa referente dello sportello anti-violenza Amorù di Palermo.
Un dato che per chi si confronta giornalmente con il problema non è certamente rassicurante: «Siamo preoccupati – aggiunge Billone – prima le donne, in media 10-15 a settimana, chiamavano anche solo per avere informazioni e poi piano arrivavano a chiedere il nostro sostegno. Adesso questo calo avvenuto in concomitanza con la quarantena scattata nel Paese lo attribuiamo a una difficoltà ancora maggiore di poter chiedere aiuto. Chi è vittima di violenza in questo momento si ritrova in una condizione in cui l’aggressore è dentro casa. Quindi i momenti disponibili per chiedere aiuto si riducono a quando vanno a fare la spesa o quando esce il compagno per andare al supermercato. O ancora al momento in cui si va a buttare la spazzatura. E in quello spazio di tempo devono decidere di chiamare». Per questo la Fondazione per il Sud insieme a tutti i nove progetti antiviolenza sparsi per l’Italia ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #NonTiLasciamoSola che si affianca a quella lanciata dal Dipartimento per le Pari Opportunità. «Si può sempre chiamare il 1522, restano sempre attivi i centri di ascolto – afferma Billone – gli sportelli anti-violenza continuano a lavorare. Bisogna far sapere alle donne vittime di violenza che non è tutto chiuso. Si può chiamare o mandare anche un messaggio tramite whatshapp, si può inviare un sms. Anche in questo momento cosi difficile si può uscire dalla violenza».
La rete anti-violenza non abbandona nemmeno chi sta seguendo da tempo: «Quando è stato dichiarato lo stato di emergenza abbiamo pensato subito alle donne che abbiamo in carico, continuandole a seguire con tutte le modalità possibili: telefonicamente, su whatshapp o skype. Tutte misure che vengono consigliate dall’ordine degli psicologi. Così le persone che stavamo già seguendo non si sono sentite abbandonate – sottolinea la psicologa – si erano preoccupate di dover interrompere i colloqui, e considerando che la maggior parte di loro soffre di problematiche post traumatiche da stress la condizione che si apprestavano a vivere avrebbe potuto accentuare stati d’animo legati ad ansia e panico». La psicologa sottolinea come questo stop sia avvenuto proprio in un momento in cui il tema della violenza di genere cominciava a sdoganarsi e ad avere un certo rilievo. Il progetto dello sportello Amorù, della durata di tre anni è stato finanziato dalla Fondazione con il Sud, grazie a un bando partito nel 2017 per il contrasto alla violenza di genere. «Oltre a essere raggiungibili grazie al nostro numero di telefono 3518105724, possiamo garantire la tutela delle donne vittime di violenza grazie alla nostra casa protetta a indirizzo segreto che può accoglierle – conclude Billone – nella nostra equipe lavorano, oltre allo psicologo, un avvocato e gli assistenti sociali».
Intanto l’Asp di Palermo sul fronte dei diritti delle donne alla salute ha attivato una serie di servizi che consentono agli utenti di raggiungere gli specialisti dell’Azienda per telefono o posta elettronica. L’emergenza coronavirus e le misure adottate per il contenimento dell’infezione impongono nuove modalità per soddisfare i bisogni di salute dell’utenza. L’attività dei consultori familiari, fa sapere l’Asp, prosegue attraverso contatti telefonici ai quali ci si può rivolgere per tutte le prestazioni assicurate dalle strutture. È possibile raggiungere gli operatori del consultorio di riferimento al numero di telefono reperibile sulla home page del sito dell’Asp ( www.asppalermo.org) Coronavirus 2019, informazioni sui servizi. Dopo il contatto, sarà cura del professionista del consultorio stabilire e garantire le attività indifferibili.