Contrordine: quello che sembrava una cosa quasi fatta viene invece rinviata al prossimo anno. Parliamo del mutuo da oltre 2 miliardi di euro che la Regione avrebbe dovuto contrarre per far quadrare i conti che non tornano più. La scorsa settimana il disegno di legge (ddl) è stato approvato dalla Commissione Bilancio e Finanze. E oggi sarebbe dovuto andare in Aula per dare il via alla discussione generale. Invece la Conferenza dei capigruppo andare in scena in queste ore ha bloccato tutto.
In pratica, del muto da oltre 2 miliardi di euro se ne parlerà il prossimo anno. La decisione è arrivata dopo non poche perplessità e non poche polemiche, legate soprattutto alla carente relazione tecnica presentata dal Governo regionale di Rosario Crocetta. Cosa, questa, che il nostro giornale ha scritto nei giorni scorso e ribadito stamattina.
Alla base del rinvio di questo discusso disegno di legge c’è la carente relazione tecnica, come vi abbiamo raccontato qua. In Commissione Bilancio e Finanze e in Commissione sanità, infatti, il Governo avrebbe spedito un disegno di legge privo del piano di ammortamento. E soprattutto privo dei presunti indebitamenti di Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere certificati.
Non solo. Presentare un disegno di legge che prevede l’accensione di un mutuo da due miliardi di euro senza aver prima presentato il Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) e, soprattutto, senza aver prima presentato il disegno di legge su Bilancio e Finanziaria 2015, è un fatto a dir poco anomalo.
E questo lo confermano i vertici dell’Ars:
«Da un punto di vista formale avremmo potuto incardinare il ddl – dice il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone – ma trattandosi di un mutuo consistente è opportuno aspettare i documenti contabili».
Anche se, la mancanza di questi documenti, era già nota la settimana scorsa quando la Commissione Bilancio ha approvato il mutuo.
A creare problemi, forse anche all’interno dei partiti che appoggiano il Governo, sarebbero state le aliquote Irpef e Irap. L’impegno del Governo regionale era quello di ridurle, visto che oggi sono le più alte d’Italia. Ma l’esecutivo, la scorsa settimana, ha illustrato una linea d’azione che prevedeva l’abbattimento dell’Irap al 31 dicembre 2017 e la riduzione dell’Irpef al 31 dicembre 2018.
A questo molti parlamentari non hanno creduto. Sembra, inoltre, che gli uffici del Servizio Bilancio dell’Ars abbiano chiesto al Governo con quali risorse si dovrebbero pagare le rate del mutuo a partire dal 2018, quando verrebbero meno i circa 300 milioni di euro delle aliquote Irpef e Irap oggi alle stelle. E sembra che il Governo non abbia dato risposte credibili. Da qui il rinvio del mutuo al prossimo anno.
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