L'ex numero 3 del Sisde, tramite il proprio avvocato, si collega a una sentenza della Corte di Cassazione che, nel 2017, applicò i principi stabiliti due anni prima dalla Corte europea dei diritti dell'uomo
Contrada chiede risarcimento di tre milioni di euro Per «l’errore giudiziario e processi lunghi 27 anni»
L’ex dirigente del Sisde Bruno Contrada ha depositato oggi alla Corte d’Appello di Palermo l’istanza per la riparazione dell’errore giudiziario di cui sostiene di essere stato vittima, chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro. Nel ricorso l’alto funzionario di polizia è assistito dall’avvocato Stefano Giordano. Contrada si basa su una sentenza della Corte di Cassazione che, nel 2017, applicò i principi stabiliti due anni prima dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Con la decisione della Suprema Corte italiana era stata dichiarata ineseguibile e improduttiva di effetti la condanna a dieci anni, già scontata tra carcere e arresti domiciliari da Contrada, che venne riconosciuto colpevole dalla Corte d’Appello di Palermo di concorso esterno in associazione mafiosa. Con l’istanza di oggi la riparazione è stata quantificata da Contrada in tre milioni per la detenzione subita e per il danno biologico, morale ed esistenziale, patito da lui e dai suoi familiari più stretti, per effetto di una vicenda processuale durata 27 anni.