Martedì la commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana tornerà a discutere degli enti che si occupano della rete irrigua per l'agricoltura. Il nodo della vicenda riguarda lo sblocco dei fondi per garantire il lavoro agli operai stagionali. Ma intanto, per sopperire alle emergenze, è stato dato incarico a tre saldatori esterni
Consorzio bonifica 9, stagionali fermi ed esterni assunti Disagi in quattro province, nuovo guasto alla condotta
Gli operai stagionali del Consorzio di bonifica nove – che serve le province di Catania, Enna, Messina e Siracusa – per il momento restano a casa. Dalla Regione il tira e molla per sbloccare i fondi prosegue e intanto il Consorzio ha dato incarico a un’azienda privata per tamponare i guasti alle condutture. Tre saldatori, dal 19 al 27 luglio, dovranno occuparsi delle urgenze che ogni giorno interessano la rete che porta l’acqua nei terreni agricoli di 20 Comuni, un’area grande 365mila ettari. I manutentori a tempo determinato riceveranno un compenso di 39 euro più Iva per ogni ora. Una cifra che, secondo le stime, equivale allo stipendio percepito da due saldatori per due mesi di lavoro. «Siamo davanti a una situazione paradossale – commenta il sindacalista della Cisl Ernesto Abate – in condizioni emergenziali si è preferito ricorrere a delle figure esterne. È quasi un vero e proprio sgarro».
I problemi per le vecchie condutture colabrodo intanto proseguono. Dopo i lunghi ritardi per l’apertura dei rubinetti, dovuti alla proteste degli stagionali per i contratti in scadenza in concomitanza con il via alla stagione irrigua, adesso si è aggiunto un nuovo guasto alla tubatura di contrada Fontana Murata. Asse che serve un territorio di cinquemila ettari tra i Comuni di Paternò, Centuripe e Catenanuova, in provincia di Enna. Il motivo è sempre lo stesso: la rete idrica in questione risale al 1962, con diversi punti che ogni anno devono fare i conti con dei guasti ormai diventati endemici. L’ultimo in ordine di tempo è quello che ha interessato una zona in prossimità di un blocco di cemento armato, utile per attutire i contraccolpi dell’acqua quando viene immessa nei tubi. La conseguenza è che quasi mille agricoltori si sono ritrovati senza acqua per i campi e le colture.
Oltre al fronte strettamente tecnico che riguarda i saldatori e gli interventi di manutenzione, la partita vera è quella politica che si gioca da settimane a Palermo. Nelle stanze della Regione c’è da trovare l’intesa per lo sblocco dei fondi destinati ai Consorzi. Undici enti finiti in un complesso sistema di riordino che prevede l’accorpamento e il passaggio a due soli grandi organi interprovinciali. «La Regione destinava 54 milioni di euro per i consorzi, poi sono stati ridotti a 33 e successivamente è stato tolto un ulteriore nove per cento – spiega Abate -. Adesso bisogna trovare la sintesi per recuperare delle risorse aggiuntive. Per il momento siamo davvero preoccupati per la distanza che ha preso la politica regionale da questa vicenda». La cifra che servirebbe come una boccata d’ossigeno è pari a circa dieci milioni di euro, soldi utili prima di tutto a sbloccare la situazione degli operai stagionali. Dalle parole non si è pero ancora passati ai fatti. In commissione Bilancio all’Assemblea regionale siciliana non si riesce a trovare l’accordo. Passaggio fondamentale per dei fondi, già previsti nella legge finanziaria 2016.