Consorzi di bonifica, domani la protesta dei dipendenti

La riforma dei Consorzi di Bonifica approvata lo scorso Gennaio ancora al centro di fort polemiche. Come si ricorderà, con la norma inserita nella finanziaria, riduce gli enti da undici a due: Sicilia occidentale e Sicilia orientale. Un problema è che non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità, più della metà sono precari. I quali rischiano, secondo i nostri calcoli, di rimanere senza stipendio già a luglio.

Ma il problema più grave riguarda gli agricoltori siciliani. Il Commissario dello Stato ha bocciato il comma che affidava alla società di riscossione siciliana i ruoli di contribuenza dei consorzi, è questo è indubbiamente un fatto positivo. Ma resta una grande confusione sul tema che rischia di lasciare le campagne senza acqua di irrigazione.

Contro questo marsama domani, mercoledì 23 aprile dalle ore 9,30 davanti la sede della Presidenza della Regione a Palermo in piazza Indipendenza, si svolgerà la manifestazione, organizzata da Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil, dei lavoratori dei Consorzi di bonifica della Sicilia che incroceranno le braccia per protestare “contro il governo e la sua politica fatta di impegni elettorali, sistematicamente poi smentiti” lamentano i sindacati.

“I lavoratori dei consorzi – spiega Adolfo Scotti Segretario Fai Cisl Palermo Trapani – sono stanchi di aspettare la politica che pone come priorità le necessità di equilibrio dei partiti di maggioranza rispetto alle esigenze, ormai non più rinviabili, dei lavoratori che si vedono sempre più abbandonanti al loro destino, così come tutti i comparti che ruotano attorno all’agricoltura e forestazione”.

“Forse la politica e il Presidente della Regione in primis, dovrebbe ricordare quanto i prodotti fondamentali per l’economia siciliana, quali quelli agricoli, zootecnici, sono legati necessariamente all’irrigazione. Se con l’approssimarsi dell’estate, non saremo pronti a fornire l’acqua agli agricoltori, allevatori, se non alla città di Palermo, questo governo dovrà assumersi la responsabilità di aver fatto tornare indietro la Sicilia di un ventennio, quando la gente pativa la sete in città e le campagne erano solo distese di erbacce secche”.


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La riforma dei consorzi di bonifica approvata lo scorso gennaio ancora al centro di fort polemiche. Come si ricorderà, con la norma inserita nella finanziaria, riduce gli enti da undici a due: sicilia occidentale e sicilia orientale. Un problema è che non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità, più della metà sono precari. I quali rischiano, secondo i nostri calcoli, di rimanere senza stipendio già a luglio.

La riforma dei consorzi di bonifica approvata lo scorso gennaio ancora al centro di fort polemiche. Come si ricorderà, con la norma inserita nella finanziaria, riduce gli enti da undici a due: sicilia occidentale e sicilia orientale. Un problema è che non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità, più della metà sono precari. I quali rischiano, secondo i nostri calcoli, di rimanere senza stipendio già a luglio.

La riforma dei consorzi di bonifica approvata lo scorso gennaio ancora al centro di fort polemiche. Come si ricorderà, con la norma inserita nella finanziaria, riduce gli enti da undici a due: sicilia occidentale e sicilia orientale. Un problema è che non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità, più della metà sono precari. I quali rischiano, secondo i nostri calcoli, di rimanere senza stipendio già a luglio.

La riforma dei consorzi di bonifica approvata lo scorso gennaio ancora al centro di fort polemiche. Come si ricorderà, con la norma inserita nella finanziaria, riduce gli enti da undici a due: sicilia occidentale e sicilia orientale. Un problema è che non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità, più della metà sono precari. I quali rischiano, secondo i nostri calcoli, di rimanere senza stipendio già a luglio.

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