Consigliere aggiunto, esame su Costituzione e statuto  Lanzafame e Notarbartolo: «Allora giudicate anche noi»

Amal Eranga Warnakulasuriya Thisserail consigliere aggiunto eletto dagli stranieri regolarmente residenti a Catania, è stato ricevuto ieri dal sindaco Enzo Bianco. Ma su di lui pende ancora il rischio di decadere. Se non passerà un esame sulla costituzione italiana e sullo statuto siciliano. E’ quanto prevede il regolamento per l’elezione del rappresentante dei cittadini extracomunitari all’articolo nove. Un paragrafo che ha suscitato reazioni indignate in seno al consiglio comunale che proprio stamattina si è riunito per eleggere due dei tre membri che dovranno formare la commissione esaminatrice. Due figure non politiche che si aggiungono al segretario generale del consiglio comunale. 

La scelta dell’assemblea cittadina è caduta su Angelo Greco, direttore della presidenza del Consiglio comunale, e su Paola Scuderi, responsabile della Casa dei popoli. Ma l’elezione è passata in secondo piano, rispetto alle critiche rivolte a un articolo che, secondo molti, è basato su un pregiudizio: che l’eletto, perché straniero, debba dimostrare di conoscere le due importanti carte. «Trovo pienamente condivisibile – spiega il consigliere Agatino Lanzafame, di Patto per Catania – che chiunque, italiano o straniero, viva nel nostro paese, specialmente se svolge funzioni istituzionali, non possa non conoscere la Costituzione e i principi fondamentali ai quali si ispira il nostro ordinamento. Ma proprio questi principi, ed in particolar modo il principio di uguaglianza, ci impongono di non discriminare le persone sulla base della loro nazionalità». Dello stesso avviso Niccolò Notarbartolo, del Pd. «E’ una norma discriminatoria e incomprensibile, una bruttura figlia di un’ideologia distorta».

Il riferimento è al momento in cui il regolamento sul consigliere aggiunto fu approvato. Durante la passata amministrazione, la proposta fu presentata in consiglio comunale dall’allora consigliere del Pd – oggi assessore – Saro D’agata. Ma l’articolo incriminato arrivò su proposta del gruppo Musumeci per Catania. Un compromesso per trovare un accordo condiviso. Tra le fila della lista che faceva riferimento al deputato regionale Nello Musumeci, c’era anche Manfredi Zammataro, che oggi difende quella scelta. «Chi fa politica deve conoscere la Costituzione e lo Statuto siciliano che rappresentano la nostra carta d’identità – sottolinea – Chi voleva fare il consigliere aggiunto sapeva che, se fosse stato eletto, si sarebbe dovuto sottoporre all’esame perché era previsto dal regolamento». E sulla presunta discriminazione rispetto agli altri componenti dell’assemblea spiega: «In quel momento eravamo chiamati ad esprimerci sul regolamento sul consigliere aggiunto. Tuttavia sarei il primo a firmare una proposta per estendere quest’esame a chiunque svolga una funzione pubblica». 

Se Amal Thissera, 31enne di origine cingalese che vive dal 1998 a Catania, non dovesse superare la prova, decadrebbe dal suo ruolo. E’ quanto prevede il regolamento, nonostante la fiducia che gli hanno assegnato 381 persone che lo hanno votato e nonostante la presentazione ufficiale avvenuta ieri alla presenza del sindaco e della presidente del consiglio comunale Francesca Raciti. Tuttavia, Thissera potrebbe non essere solo davanti alla commissione. Sia Lanzafame che Notarbartolo intendono sostenere la prova insieme a Thissera. «Volontariamente scelgo di farmi esaminare anche io – afferma Lanzafame – Tutti i consiglieri giurano di adempiere il proprio mandato nel rispetto dei principi della nostra Costituzione, quindi se qualcuno propone di mettere le pagelle alla democrazia, bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco in prima persona. Notarbartolo va oltre, annunciando «l’impegno per modificare il regolamento». 

Iniziativa che trova d’accordo il diretto interessato. «Se l’esame è per tutti ok, ma se devo essere solo io a svolgerlo perché extracomunitario, allora non ne capisco il senso», conclude Amal Thissera, catanese da 16 anni. 


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