«Le cose continuano ad andare sempre peggio. Senza giri di parole le dobbiamo rassegnare la nostra assoluta delusione per questi primi due anni di amministrazione. Ci saremmo aspettati ben altro ed invece registriamo la cronaca di un pesante fallimento». Non lascia spazio a fraintendimenti la lettera inviata da Confcommercio al sindaco Enzo Bianco a poche settimane dal compimento dei primi due anni di mandato. Secondo l’associazione dei commercianti «è mancato il confronto, avete fatto confusione, non siete riusciti a risolvere alcun problema – attaccano i membri – avete creato guai in materia di viabilità sbagliando tutto ciò che era umanamente possibile sbagliare. Basta fare un rapido giro per percepire un profondo e diffuso senso di scoraggiamento soprattutto in quei concittadini imprenditori che ancora e pervicacemente continuano a tenere in piedi le proprie aziende pur sapendo che, almeno nell’immediato, le cose non potranno che peggiorare».
Nella missiva firmata dal presidente Giovanni Saguto si elencano le criticità riscontrate nella gestione Bianco. Dal regolamento dei dehors – «su 18 articoli voi stessi avete presentato 13 emendamenti di modifica ai quali si sono aggiunti 130 emendamenti dei consiglieri comunali, con l’effetto che il provvedimento è stato ritirato» -, alla bocciatura da parte del Cga del protocollo d’intesa in materia di impianti pubblicitari. E poi «le norme sul commercio inserite nella variante del centro storico, la questione degli addetti stampa, la tassa sui rifiuti per la quale aspettiamo da 15 mesi di essere convocati, un bilancio comunale che passa solo grazie alla presenza in aula dei consiglieri di minoranza, le prese di posizione della Corte dei conti sul bilancio 2013 che riguarda anche la sua amministrazione».
A mancare è la pianificazione commerciale, ma anche il piano regolatore del porto e quello cittadino. «Ogni tanto si vede spuntare qualche palazzo in posti che ci lasciano perplessi, mentre resta irrisolta la questione dei parcheggi sebbene sia acclarato il deficit rispetto agli standard urbanistici previsti per norma». Una condizione che si riflette anche sullo stato di salute della città. «Lo dimostra la classifica 2014 sulla qualità della vita che ci vede perdere nove posti, ponendo Catania tra le ultime dieci città».
La lunga serie di criticità sollevate dall’ente partono da quando è stato avviato «senza ulteriori verifiche, l’abbattimento del ponte sul nodo Gioeni senza prima predisporre delle alternative funzionali cosicché ora scopriamo che non si fa un torna indietro annunciato, che per condizioni orografiche non si apre una bretelle di pochi metri: avrebbe potuto consultare i tecnici del dipartimento di ingegneria dell’Università di Catania che, pubblicamente, hanno dichiarato sicuro il ponte anche in caso di evento sismico». E poi ancora la controversia su corso delle Province e via D’Annunzio, durante la quale «siete stati irrispettosi delle categorie commerciali e delle richieste avanzate dalla III Circoscrizione e dalle commissioni consiliari viabilità e commercio».
L’attacco dell’associazione prosegue: «State facendo di tutto per allontanare i flussi commerciali importanti dal centro storico e state completando l’opera rendendo impossibile la vita e lo sviluppo delle imprese regolari, che pagano le tasse e rispettano le norme». Una nota positiva, secondo il presidente Saguto, c’è: il consiglio comunale. «Stanno dimostrando, tutti, voglia di fare, predisposizione al confronto critico, coinvolgimento. Con le commissioni consiliari viabilità e commercio abbiamo prodotto alcuni atti importanti. Con loro – concludono – ma non con la giunta da Ella presieduta».
Alla missiva palazzo degli Elefanti risponde con una nota: «Dobbiamo purtroppo constatare come la lettera evidenzi in maniera drammatica i problemi di incomunicabilità di una ristretta parte di commercianti che si sta rivelando impreparata ad affrontare con le armi della flessibilità, della disponibilità e dell’innovazione le sfide che il mercato e la crisi impongono ormai all’intera società». E viene specificato che «il presidente regionale e quello provinciale di Confcommercio hanno chiamato il sindaco per prendere le distanze da certe prese di posizione contenute nella lettera». L’atteggiamento – definito «pregiudizialmente ostile» – secondo l’amministrazione deriva dalla delusione «per non aver ottenuto l’assessorato richiesto in campagna elettorale per uno di loro». E termina il documento: «Se questi commercianti e funzionari vogliono continuare a comportarsi da politici, facciano pure. Ma sappiano che, da questo momento, non rappresentano più una categoria ma un piccolo partito, e che dovranno sottoporsi dunque alle regole della politica».
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