Comuni dell’Isola verso il baratro finanziario: nuove tasse comunali a carico dei siciliani?

APPUNTAMENTO STAMATTINA A PALERMO, A PALAZZO D’ORLEANS, PER LA CONFERENZA REGIONE-AUTONOMIE LOCALI. I TAGLI DI REGIONE E STATO AGLI ENTI LOCALI. DOPO LE ELEZIONI EUROPEE UNA SPAVENTOSA ONDATA DI BALZELLI?

In un clima di grande confusione politica oggi, a Palermo, nei saloni di Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Regione, il presidente Rosario Crocetta e un paio di assessori (ci dovrebbero essere di certo l’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, e l’assessore all’Economia, Roberto Agnello) dovrebbero incontrare una delegazione di Sindaci della Sicilia.

Di fatto, oggi, dovrebbe andare in scena la Conferenza Regione-Autonomie locali. Il condizionale è d’obbligo perché, in questo momento, il Governo regionale è in grande confusione. Ieri l’assessore all’Economia, Roberto Agnello, è tornato da Roma con qualche apprezzabile risultato.

Sulla ‘competenza’ il Governo regionale ha acquisito margini di manovra in vista della legge sulle variazioni di Bilancio. Ma in questa fase il vero problema è rappresentato dalla ‘cassa’. Soprattutto per i Comuni siciliani, che sono il vero e proprio nervo scoperto del sistema demagogico e populista messo su dal Governo nazionale di Matteo Renzi per la campagna elettorale di queste elezioni europee. Proviamo a raccontare quello che sta succedendo.

Ormai da un paio di giorni il presidente dell’ANCI Sicilia, il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, parla con sempre più insistenza di condizione drammatica dei Comuni dell’Isola. Identico l’allarme lanciato dal vice presidente, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni.

Leoluca Orlandi ieri a Villa Niscemi

I timori di Orlando e Amenta non sono infondati. I Comuni siciliani, negli ultimi due anni, hanno subito la riduzione dei trasferimenti nazionali e regionali. Dai 900 milioni di euro del 2011, la Regione ha ridotto i trasferimenti a 300 milioni di euro circa. Ritardando, per giunta, i pochi trasferimenti.

Lo Stato ha fatto di peggio. Con la legge sul federalismo fiscale ha tagliato tutti i trasferimenti alla nostra Regione con la scusa che la Sicilia ha l’Autonomia speciale. Proprio in funzione dell’Autonomia speciale, lo Stato dovrebbe riconoscere alla nostra Regione la perequazione fiscale e infrastrutturale. Previa approvazione della Conferenza Stato-Regioni.

Solo che, da due anni e forse più, la Conferenza Stato-Regioni blocca la perequazione fiscale e infrastrutturale in favore della Sicilia.

Il Governo di Raffaele Lombardo aveva provato a chiedere questi soldi a Roma. Si tratta, infatti, di risorse della Sicilia che lo Stato trattiene indebitamente.

Il Governo di Rosario Crocetta, da quando si è insediato, non ha mai provato a chiedere allo Stato di assegnare questi soldi ai Comuni siciliani. Di fatto, il Governo Crocetta, su questo versante, lungi dal fare gli interessi dei Comuni siciliani – e segnatamente dei Comuni dell’Isola – fa gli interessi del Governo nazionale.

Prima il Governo Crocetta ha sacrificato gli interessi dei Comuni siciliani per favorire il Governo Letta. Ora sta sacrificando i Comuni siciliani agli interessi del Governo di Matteo Renzi. Su questo punto la Sicilia – e i Comuni dell’Isola – attendono risposte precisa dal nuovo assessore all’Economia, Maurizio Agnello.

Quello che siciliani debbono sapere è che, in questo momento, i Comuni siciliani sono penalizzati dallo Stato e dalla Regione.

Al di là delle chiacchiere demagogiche sulla restituzione degli 80 euro in busta paga propagandata dal Governo Renzi, va detto che la pesantissima crisi dei Comuni siciliani, se non interverranno cambiamenti, la pagheranno gli stessi cittadini siciliani. Ai quali i Comuni, per fronteggiare le spese, appiopperanno nuove tasse.

 

Tutta questa sceneggiata sugli 80 euro in busta paga è solo fumo negli occhi. Soprattutto in Sicilia dove i Comuni sono quasi al fallimento. E poiché Roma – e soprattutto l’Unione europea della Germania – non vogliono fallimenti eclatanti, ma solo silenziosi scenari greci, i cittadini siciliani si devono aspettare, da parte dei Comuni, uno spaventoso aumento della pressione fiscale.

Se Roma non sbloccherà i fondi in favore dei Comuni siciliani – la perequazione fiscale e infrastrutturale è prevista da una legge dello Stato che il Governo nazionale blocca unilateralmente – e se la Regione non troverà i soldi, i Sindaci saranno costretti ad appioppare ai cittadini siciliani, già in buona parte ridotti in povertà, nuove tasse. A cominciare da una nuova stretta sulle abitazioni, prima casa compresa.

La responsabilità di tutto quello che sta succedendo ai Comuni siciliani è, in primo luogo, del Governo nazionale e del Governo regionale. E quindi dei Partiti politici: il PD, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, l’Udc e Scelta civica a Roma; il PD, il Megafono, l’Udc, il Nuovo centrodestra, Articolo 4 e i Democratici e riformisti in Sicilia.

Sono i rappresentanti di queste forze politiche che devono trovare la soluzione ai problemi che loro hanno creato ai Comuni. Certo, ci sono altre questioni: i debiti dei Comuni siciliani verso gli Ato idrici (circa un miliardo e 200 milioni di euro) e i debiti degli stessi Comuni verso gli Ato rifiuti (una somma verosimilmente maggiore dell’indebitamento verso gli Ato idrici).

Si tratta di problemi enormi. Noi abbiamo il dovere di informare i siciliani che il Governo Renzi e il Governo Crocetta una ‘soluzione’ a questi problemi l’hanno già trovata: dopo le elezioni europee obbligheranno i Comuni siciliani a riempire di tasse i siciliani. E se non lo faranno i Sindaci, lo faranno i commissari che sostituiranno i Sindaci.

A meno che il Governo regionale, oggi, non prospetti una soluzione alternativa. Che dovrà essere credibile.

 


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