Comune, prima resa dei conti in Consiglio Orlando riferisce su nubifragio e stadio

Nubifragio, emergenza cimiteriale, concessione dello stadio Barbera. Tre temi che più degli altri in questo momento di tensione a Palazzo delle Aquile muovono gli animi. Tre temi su cui è intervenuto ieri in seduta di Consiglio il sindaco Leoluca Orlando, chiamato a gran voce a riferire e spinto anche dalla necessità di tenere insieme una maggioranza che appare quantomai vacillante in questo momento. Per quanto riguarda il nubifragio di Santa Rosalia, Orlando ha speso parole già utilizzate, ricordando la responsabilità dei commissari e i progetti per far defluire l’acqua fermi dal 2014. Più ampia la discussione sulla concessione al Palermo calcio dello stadio di viale del Fante, sua casa storica. 

«La convenzione prevede una somma calcolata dai tecnici e il sindaco non può e non deve avere voce in capitolo – spiega – Non c’è dubbio tuttavia che c’è stato un netto cambiamento della situazione a seguito del Covid-19, motivo per cui è stato dato mandato agli uffici tecnici di rimodulare il canone in funzione dell’interruzione dei campionati. In più, attendiamo ulteriori indicazioni da parte della Regione in merito agli interventi previsti in legge di stabilità. Allo stesso tempo abbiamo fatto uno studio che ci ha confermato che la eventuale sponsorizzazione è consentita essendo di competenza della Giunta che, però, dovrà attendere indicazioni dal Consiglio per procedere. Per regolamento del Consiglio Comunale, la eventuale sponsorizzazione non sarà cumulabile con il contributo partecipativo, con la Società rosanero che naturalmente sarà libera di farsi sponsorizzare da altri. In ogni caso, l’impegno è quello di arrivare ad una soluzione utile in tempo per l’iscrizione al campionato». Sul fronte dei Rotoli, invece, iniziano a parlare i fatti, con il via alle estumulazioni dei loculi occupati da oltre trent’anni.

Una disamina, quella fatta dal sindaco sui vari temi, che non ha particolarmente impressionato e sicuramente non ha sanato le lacerazioni interne alla maggioranza, come dimostra la reazione piuttosto critica del gruppo consiliare del Pd. «Nessun morto, ne siamo sollevati – dice il capogruppo Arcoleo – ma restano, tre le tante difficoltà, l’emergenza idrogeologica , rifiuti, sicurezza nelle scuole, cimiteri, mercati e la concessione stadio. Adesso si ponga mano ai problemi della nostra terra, non per cercare i colpevoli ma per amore verso Palermo e la Sicilia. Non è il momento di scaricare sull’amministrazione comunale tutte le colpe accumulatesi in 50 anni e ci sembra oltremodo vergognoso accanirsi sulle disgrazie speculando sulle morti che per fortuna non ci sono state. E d’altra parte sono altrettanto evidenti responsabilità della Regione e una chiara debacle della Protezione Civile in questa circostanza per i mancati allarmi. Non ci sono state vittime e questo ci solleva dopo le ore di angoscia dei giorni scorsi. Adesso però è il momento di impegnarsi tutti insieme per la nostra città».

Poi la stoccata: «Caro sindaco, in questi anni ha scelto la via dello “splendido isolamento”, ma cogliamo al contempo uno scollamento sempre più forte tra lei e la macchina amministrativa e il Consiglio Comunale. Oggi tale scelta mostra tutte le sue criticità. Il Pd non è un autobus e non sarà un osservatore neutrale, perché sentiamo il dovere di essere coscienza critica e al contempo stimolo e sostegno alla città. Il Pd palermitano ha avviato un immediata interlocuzione col Governo Nazionale,con il Segretario Nazionale Zingaretti e con i Ministri Competenti al fine di affrontare le emergenze assolutamente non più differibili: idrogeologica, rifiuti, scuole, mercati e cimiteri in primis. Se lei non avesse fatto la scelta di isolarsi, smentendo nei fatti le sue dichiarazioni solo a parole ai vari tavoli di maggioranza, probabilmente oggi Palermo non sarebbe a questo punto».

Tra i maggiori critici del sindaco, ovviamente gli oppositori della Lega e i ferrandelliani. «In consiglio il sindaco Orlando non ha dato nessuna risposta chiara alla città – dice Igor Gelarda, capogruppo del Carroccio in Consiglio – Ci saremmo aspettati, dopo la sfiorata tragedia dell’alluvione, dopo la vergogna delle bare accatastate ai Rotoli, dopo che il Palermo rischia di non potere giocare allo stadio Barbera, uno scatto di orgoglio del sindaco. Ci saremmo aspettati risposte chiare e soprattutto delle idee su come affrontare, nell’immediato, alcune emergenze. Invece si è limitato ad una relazione di pochi minuti, con idee che sono apparse confuse e, soprattutto, senza proposte chiare. È evidente che ormai il sindaco non ha e non sa più cosa dire, la sua giunta è alla deriva. La sua politica è al capolinea. Farebbe bene a sé stesso e alla città se si dimettesse. Domani, insieme a tutta la compagine dell opposizione, presenteremo ufficialmente la mozione di sfiducia. Speriamo in una presa di coscienza dei consiglieri di maggioranza che siamo sicuri che amano Palermo tanto quanto quelli dell’opposizione, e non possono permettere che Palermo perisca in questo modo. Abbiamo il dovere di salvare questa città dalla non-politica orlandiana».

«Ho rinunciato al mio intervento dopo aver assistito a una relazione del sindaco senza anima, cuore e prospettive – ribatte Fabrizio Ferrandelli – Non ho energie e fiato da perdere con chi non ha a cuore le sorti della città e la risoluzione dei problemi. Quest’ultima esperienza amministrativa è un brutto capitolo da chiudere quanto prima nell’interesse dei miei concittadini. Da opposizione per amore della città e della sua squadra, garantisco il mio impegno soltanto per trattare nelle prossime ore, in aula, la convenzione dello stadio. Dopodiché chiederò di calendarizzare la mozione di sfiducia per provare a chiudere quanto prima questa esperienza e mandare il sindaco a casa».

Mentre Marianna Caronia, ex Lega ed ex ferrandelliana, inaugura la sua adesione al gruppo misto attaccando: «Ho già sottolineato la necessità che vi sia una commissione d’inchiesta che in modo trasparente e non partigiano, avvalendosi di informazioni e dati tecnici, analizzi quanto è successo giorno 15, perché la città non si trovi a dover subire nuovamente simili ferite. Dalla mancata allerta, all’insufficienza degli impianti di sollevamento delle acque piovane nei sottopassi, fino ai ritardi dei progetti per trovare soluzioni strutturali ai problemi fognari della città, non possiamo più aspettare di avere un quadro completo, che indichi responsabilità e soprattutto cose concrete da fare al più presto».

A difesa della giunta arrivano le parole di Barbara Evola, capogruppo di Sinistra Comune. «Bisognerebbe fare una riflessione seria sugli effetti del cambiamento climatico e sulle ferite inferte alla città dall’abusivismo edilizio per spiegare l’alluvione dei giorni scorsi. Serve anche una accellerazione e per questo chiediamo al sindaco di adoperarsi in tutte le sedi per chiedere ai commissari di avviare le opere necessarie alla città. Molti di quelli che oggi strumentantalmente attaccano il Sindaco e ne chiedono le dimissioni hanno governato questa città per oltre 10 anni consecutivi, occupandosi poco di tutela del territorio e molto di cementificazione del territorio. Questa città paga e pagherà sempre lo scotto di politiche dissennate che hanno ingrassato soltanto gli interessi affaristico-mafiosi. Certo la storia non ci esime dalle responsabilità. Occorre ragionare su una progettazione nuova che guardi alla prevezione e alla tutela del territorio alla luce di quelle trasformazioni climatiche che non possiamo continuare ad ignorare, classificando come fenomeni eventi sempre più frequenti». 

Cita invece Don Milani, Valentina Chinnici di Avanti Insieme, che propone una tregua e un’uscita dagli isolamenti. «Non è il momento né di requisitorie né di arringhe a difesa dell’amministrazione, non è il momento delle tifoserie da campagna elettorale anticipata, semmai è il momento di tifare per la città, per la sua ripresa, per la capacità di resistere sotto pressione, di perseverare, di mostrare la resilienza di cui ha dato grande prova nei mesi di chiusura forzata e dopo il nubifragio del 15 luglio. Nei prossimi due anni questa amministrazione deve dare prova concreta di voler ricucire la società, di ascoltare veramente tutte e tutti i cittadini, ricominciando quel percorso virtuoso di organizzazione di assemblee pubbliche per dare risposte concrete e confermare un progetto di città a breve e a lungo termine: ci aspettano sfide importanti come l’economia circolare, la mobilità dolce, il rilancio dell’imprenditoria sana e la lotta al lavoro nero, la valorizzazione del patrimonio, che non può essere un peso di cui non si sa come prendersi cura, ma una risorsa immensa da cogestire con la cittadinanza attiva, i giovani imprenditori, il terzo settore. Restiamo fedeli al progetto civico scelto dai Palermitani tre anni fa, non per difendere Sindaco e giunta, ma per difendere il sogno di una città, Palermo, diventata finalmente un punto di riferimento culturale per l’Italia intera. Con don Milani riaffermiamo che adesso più che mai non è l’ora degli uomini soli al comando, perché “sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la Politica”».


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