Comune, polemica su collegio di difesa L’assessore era socio di uno dei legali

«È una domanda sgradevole». Così – dopo più di qualche secondo di silenzio – l’assessore al Bilancio del Comune di Catania Giuseppe Girlando risponde a MeridioNews quando gli viene chiesto se conferma di essere stato associato allo studio legale del professore Mario Libertini. Uno dei componenti del collegio di difesa del Comune etneo, finito nella bufera degli scorsi giorni dopo la denuncia del movimento politico Catania bene comune. Che contestava i soldi spesi per i consulenti e la vicinanza di alcuni di loro – tra cui Libertini – all’amministrazione. A rispondere a nome del Comune è stato proprio Girlando, che ha spiegato l’utilità dei consulenti legali e rettificato le cifre dei loro compensi. Ma non ha mai fatto riferimento al periodo trascorso nello stesso studio insieme al docente di Diritto.

Gli avvocati nominati ad aprile dello scorso anno – e riconfermati a maggio – dal sindaco Enzo Bianco sono Giovanni Grasso, Mario Libertini, Pietro Paterniti La Via e Daniela Bolognino. Tra questi, lamenta Catania bene comune in una nota di qualche giorno fa, Grasso è «avvocato personale del sindaco Bianco» e Libertini è stato «nel 2000 candidato sindaco sostenuto da Bianco». Nel provvedimento che li riconferma, inoltre, il primo cittadino «decide di aumentare il compenso portandolo dai 1000 euro mensili ai 1400 euro, al mese, per ognuno, più Iva e cassa previdenziale».

«Polemiche inutili e strumentali», risponde il giorno dopo con una nota, a nome dell’amministrazione, l’assessore al Bilancio. Che spiega come «uno dei problemi finanziari più gravi per Catania è quello delle cause legali». Il parere del collegio – previsto dal Regolamento, ricorda Girlando – eviterebbe di perdere contenziosi salati, a fronte di un compenso di 16.800 euro nel 2015 per ognuno dei componenti, secondo le cifre diffuse dall’assessore. Catania bene comune contro-replica, citando il provvedimento del sindaco, con una cifra di 21.315,84 euro per ogni consulente. E chiede a Bianco di rispondere sul criterio di scelta dei componenti del collegio, specie i più vicini all’amministrazione.

E basta scrivere sui motori di ricerca online i cognomi dei protagonisti della vicenda per scoprire che Libertini e Girlando, in passato, lavoravano insieme nello stesso studio legale. «Ma non più da quattro anni – risponde l’assessore – E comunque il professore Libertini aveva lo studio a Roma, veniva una volta ogni due settimane, quello a Catania non era proprio uno studio…». Sebbene la carta intestata di allora riporti i loro cognomi, tra gli altri, e un indirizzo etneo. «E poi essere associati non vuol dire che lavoravamo insieme», aggiunge Girlando. Ma, sempre il web, rimanda una sentenza del 2012 dove entrambi sono stati nominati legali della parte di un ricorso. 

«Libertini è professore alla Sapienza di Roma, di che stiamo parlando? È un professionista di chiara fama – spiega l’assessore al Bilancio – E, in ogni caso, non l’ho nominato io ma il sindaco». «Sta forse insinuando che io prenda una parte di quei 16mila euro?», chiede. «Assolutamente no», è la nostra risposta. E ripetiamo che le domande riguardano la conferma dei loro trascorsi professionali e l’opportunità della nomina sulla scia di quanto sollevato dagli esponenti di Cbc. Dall’altro capo del telefono, l’assessore Girlando risponde: «Ah, ecco, meno male. Comunque è una domanda sgradevole e volgare». Saluta, augura buona serata e mette giù.


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