Comune, guerra tra dirigenti per il posto di Li Castri? Lui fa causa: «L’incarico non può essere interrotto»

Si starebbe profilando una guerra interna tra i dirigenti del Comune di Palermo nel mancato rinnovo dell’architetto Mario Li Castri come capo area tecnica della Riqualificazione urbana e delle infrastrutture. La mansione, affidata con determina sindacale ad agosto 2015, era stata prorogata nel 2016, cosa che non è avvenuta questa volta. Dal 31 luglio Li Castri non ricopre più il ruolo di dirigente tecnico a tempo determinato. «Il mio era un incarico triennale – dice – che non poteva essere interrotto per legge. Il motivo ufficiale è che non c’erano risorse economiche, di certo ci saranno dei danni e qualcuno sarà chiamato a rispondere. La responsabilità dei dirigenti è diretta e personale. Io sono già in causa presso il giudice del lavoro affinché venga riconosciuto ciò che è previsto per legge». Dietro la scelta del mancato rinnovo, secondo la versione di Li Castri, ci sarebbe insomma quella che lui stessa definisce «l’ignavia di una certa burocrazia comunale». 

Negli ultimi due anni il Comune di Palermo è riuscito a intercettare 750 milioni di euro nel settore occupato da Li Castri, tra risorse extracomunali, Pon Metro e Agenda Urbana. Tra i progetti e le opere finanziate dal Patto per il Sud risultano inoltre l’ampliamento della rete tram, la greenway che dovrebbe collegare Palermo a Monreale, la costruzione di due poli scolastici nella zona sud e nella zona nord della città e il progetto Luci sull’arte. Un settore, quello della riqualificazione urbana, su cui la giunta ha molto puntato. «Per me e la squadra, che ha ottenuto il raggiungimento degli obiettivi al 98 per cento è stata un’esperienza professionale straordinaria. Devo solo dire grazie al sindaco e all’assessore Arcuri – dice Li Castri, confermando la vicinanza alla squadra di Orlando – la volontà politica era che l’incarico proseguisse. Invece si è scelta questa soluzione in violazione degli atti di indirizzo del sindaco». 

L’incarico dell’ex dirigente già l’anno scorso, alla prima proroga, era finito sotto la lente ingrandimento del M5s che aveva sottolineato il divieto di conferimento di incarichi dirigenziali negli enti locali «a chi ricopre, o ha ricoperto nell’ultimo anno, cariche amministrative nelle società partecipate locali». Un chiaro riferimento a Li Castri, che risultava anche amministratore unico della partecipata Energy Auditing e in passato nel consiglio di amministrazione di Amg Energia. Col mancato rinnovo invece l’architetto fa notare come si sia scelto di «decapitare la dirigenza tecnica. Nel settore rimane un unico collega, che sta seguendo il piano regolatore generale. Da oggi non c’è chi firma i regolamenti edilizi; se dovesse esserci un terremoto, non ci sarebbe il capo della protezione civile; se crolla un edificio pubblico nel centro storico non ci sarebbe il responsabile tecnico. Vorrà dire – conclude con una nota di amarezza l’ormai ex dirigente – che tornerò alla libera professione».


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