Francesco Aiello, Salvo Di Falco, Piero Gurrieri e Salvo Sallemi sono i pretendenti alla fascia di primo cittadino nel comune in provincia di Ragusa. L'ente locale viene da un periodo di commissariamento dopo lo scioglimento per mafia
Comunali a Vittoria, quattro i candidati sindaco Battaglia su rifiuti, acqua e gestione del mercato
Il futuro dopo lo scioglimento per mafia, la grana rifiuti, le aspettative per il rilancio del mercato ortofrutticolo e il turismo. Sono tanti i temi di cui il nuovo sindaco di Vittoria dovrà occuparsi, dopo un periodo di commissariamento non esente da polemiche. A provare a conquistare la fiducia degli elettori saranno in quattro, tra volti storici e non. Di seguito le domande e le risposte dei candidati a MeridioNews.
FRANCESCO AIELLO
Aiello, la storia politica di Vittoria passa anche per il suo nome. Cosa la porta a tornare in campo?
«Sul piano culturale e politico occorre riaffermare l’idea che la politica è servizio, che non si tocca niente, non si ruba e che si sta lì per servire la città. Su questa linea occorre essere prudenti e all’erta, perché la corruzione scorre per le strade della Sicilia, sul sistema acqua e rifiuti. Ovunque. E sperare di farcela».
La tornata elettorale arriva alla fine di una fase di commissariamento. Cosa bisogna fare per garantire alla città una guida politica capace di sviluppare adeguati anticorpi nei confronti della criminalità organizzata?
«Occorre monitorare l’attività amministrativa permanentemente. In tal senso potrebbe essere utile uno strumento di monitoraggio affidato a una commissione costituita da due-tre figure esterne, personalità da individuate con procedure condivise dal Consiglio comunale, che abbiano solo il compito di monitorare in libertà l’attività amministrativa, e di relazionare sul sistema delle relazioni stabilite dal Comune con il mondo esterno. Sarà anche utile accedere a strumenti di monitoraggio qualificati relativi alla presenza nell’economia di focolai di interesse mafioso. Ci potranno aiutare il Centro Pio La Torre e le stesse Università».
Tra i settori in cui i clan hanno messo le mani c’è senz’altro quello della filiera agroalimentare. Dal mercato ortofrutticolo alla gestione dei rifiuti derivanti dalle serre.
«Bisogna evitare involuzioni burocratiche e mettere alla porta il carrozzone clientelare della Vittoria Mercati. Triennalizzare i contratti di concessione dei box ai commissionari, uniformando tutti gli operatori alla figura del commissionario. Digitalizzazione del sistema delle relazioni commerciali e accreditamento di tutti gli acquirenti con garanzie monitorate e sicure di solvibilità. Non si porta via o esce merce venduta dal mercato se non è disposta dalla direzione del Mercato e dal visto di uscita del commissionario. Rispetto delle norme relative alle modalità e ai tempi di pagamento della merce acquistata e alle disposizioni della direzione del mercato. La Mercuriale, la sua funzione, certezza e rapidità, digitalizzazione del meccanismo di rilevamento dei dati, strutturata eliminando il calcolo dei valori medi. Saranno rilevati solo i minimi e i massimi di prezzo. Inoltre bisogna puntare sulla collaborazione e finalizzazione del processo produttivo e lavorare a un marchio qualità.
Per quanto riguarda le serre, l’obiettivo è un centro di stoccaggio della fratta entro tre mesi con premialita di incoraggiamento per conferimenti».
Cosa prevede il suo programma per fronteggiare le criticità legate alla raccolta dei rifiuti urbani e alle carenze nel servizio idrico?
«Lotta senza quartiere contro lo spontaneismo e contro le ecomafie che utilizzano la fratta per smaltire rifiuti ammassati clandestinamente. Inoltre il parco produttivo della serricoltura già inserito nel Pnrr come agrisolare e la riconversione ecologica della serricoltura accompagnata a una bonifica del territorio. La plastica può diventare un valore ma deve essere raccolta in maniera capillare.
Per il servizio idrico, bisogna cacciare via Siciliacque dal territorio e mettere in piedi una politica dell’acqua, distrutta da amministrazioni incapaci. Vittoria è capace di gestire in house questi servizi e lo farà cacciando sprechi e mafie».
Scoglitti rappresenta la meta estiva di molti. Nella frazione marinara, però, le criticità non mancano. Cosa va fatto per garantire ai residenti una qualità della vita migliore?
«Va fatto tutto. Una politica turistica programmata, efficace, che investa il tessuto urbano e la costa. Da Cammarana, su cui abbiamo precise scelte di tutela da introdurre alla lanterna, al depuratore, al Porto, totalmente abbandonato, e le riviere, la logistica, i parcheggi, le piste ciclabili, o trasporti, la cultura, l’enogastronomia. Il borgo marinaro. Il vivere quotidiano e i servizi, l’autonomia della frazione, il Municipio che sia fulcro di vita e di servizi resi. Imprenditori partecipi, attivi e ascoltati. Una stagione balnerare dall’1 giugno al 30 ottobre. E poi ancora spiagge pulite, docce, bagni pubblici».
SALVATORE DI FALCO
Il suo nome è legato al centrosinistra ma la sua è una proposta civica, dopo che i partiti di quell’area hanno deciso di sostenere Aiello. Si aspettava un altro trattamento?
«Sia chiara una cosa: non mi sono candidato con tre liste civiche perché il centrosinistra, che ha fatto le sue scelte molto prima che io decidessi di candidarmi, non mi ha sostenuto. Non è stata una scelta obbligata o di ripiego, ma di campo, fortemente voluta. Ho una lunga storia politica e istituzionale alle spalle, sono stato segretario del Pd e presidente del consiglio comunale, ma c’è un bel movimento civico a Vittoria che mi ha chiesto di rappresentarlo, e per me è stato un onore accettare tale investitura. Questo non vuol dire che disdegno un dialogo con le forze politiche, anzi. Proprio perché ho le mani libere, ho la possibilità di rapportarmi con chiunque, a prescindere dagli schieramenti, purché metta al primo posto il rilancio e il bene della città. Le mie tre proposte? Il dialogo con la città, le competenze (nessuno dei miei quattro assessori designati ha esperienze politiche, provengono tutti dal mondo del lavoro) e il costante coinvolgimento delle forze imprenditoriali sane».
Cosa bisogna fare per garantire alla città una guida politica capace di sviluppare adeguati anticorpi nei confronti della criminalità organizzata?
«La città ha il diritto di sapere cosa sia realmente successo, se questa infiltrazione mafiosa c’è stata, come e quando, e questo dovrà essere il processo a dirlo con chiarezza. Credo che la prima cosa che il nuovo sindaco dovrà fare sarà, semplicemente, fare il proprio dovere, in maniera trasparente e imparziale, a partire dalle assunzioni al Comune, che dovranno avvenire nel pieno rispetto delle graduatorie. Per questo, ho già designato una commissione etica formata da tre saggi che dovrà verificare e monitorare tutta l’azione di governo e che potrà suggerire e rimproverare, se dovesse essere il caso. I tre nomi li renderò noti in fase di ballottaggio o direttamente in caso di mia elezione a sindaco, perché si tratta di vittoriesi di altissimo profilo che non voglio assolutamente coinvolgere nelle dinamiche della campagna elettorale. Dico solo con orgoglio che, se vincerò, la mia sarà la seconda commissione etica d’Italia sopo quella di Giuseppe Sala a Milano».
Tra i settori in cui i clan hanno messo le mani c’è senz’altro quello della filiera agroalimentare. Le cronache giudiziarie ci dicono però che attorno al mercato agroalimentare ruotano anche gli interessi della mafia. Ha in mente qualche misura per intervenire anche nel settore delle serre?
«La mafia prova sempre a mettere le mani dove ci sono soldi, quindi anche quello dell’agricoltura è un mondo a rischio. Per fortuna, la commissione straordinaria ha messo a bando i box del mercato ortofrutticolo, e chi ha fatto richiesta è stato controllato bene. La maggior parte di essi sono stati riassegnati a chi li gestiva già, a dimostrazione di una legalità reale. Questo non vuol dire che possiamo far calare l’attenzione, tutt’altro. Serve il contributo delle forze dell’ordine, delle associazioni datoriali e degli agricoltori, servono controlli costanti nel mondo della produzione come in quello della commercializzazione e del terziario: più la legalità sarà garantita e meno spazio ci sarà per la criminalità. Per quanto riguarda il problema dello smaltimento della plastica dismessa dalle serre, devo dire che è una di quelle cose che mi fanno molto arrabbiare, come anche il conferimento degli scarti di produzione, la cosiddetta fratta. Insieme danno origine al dramma delle fumarole, che di certo non si può risolvere e gestire a livello locale. Il fumo non intossica solo Vittoria, e Provincia e Regione devono, da un lato, mettere in campo controlli certosini, ma dall’altro dire chiaramente ai produttori come e dove smaltire tutto correttamente, senza che questo comporti costi esorbitanti».
Cosa prevede il suo programma per fronteggiare le criticità legate alla raccolta dei rifiuti urbani e alle carenze nel servizio idrico?
«La soluzione di questi gravi problemi io l’ho inserita nel cosiddetto Capitolo Serenità, perché sono passaggi obbligati per restituire serenità ai cittadini. Da sindaco, credo che non potrò parlare con loro e guardarli negli occhi finché non avrò eliminato questi disagi. Per quanto riguarda il primo punto, abbiamo una ditta che da poco si è aggiudicata un appalto settennale, quindi dobbiamo fare in modo che la sua azione sia realmente efficace. Come? Diversificando la raccolta dei rifiuti in base alle zone. Il porta a porta non può dare in periferia, nelle campagne e nelle zone turistiche gli stessi risultati che dà in città. Bisogna pensare ad altri sistemi di conferimento, isole ecologiche in primis. E poi rendere riconoscibili i cittadini, per premiare i virtuosi con sgravi fiscali consistenti e multare gli incivili, che dovranno anche pagare una Tari maggiore. Il sistema idrico, invece, va ripensato tutto, cosa che non è possibile fare senza prima passare da un ammodernamento dell’ufficio idrico e del suo personale. A Vittoria il problema non è la mancanza di acqua, ma la distribuzione errata dovuta a una rete vetusta sulla quale si deve intervenire strutturalmente. C’è poi da rivedere il sistema delle acque grigie e da installare i contatori, a partire dalle seconde case e dalle fasce di reddito più alte».
Scoglitti rappresenta la meta estiva di molti. Nella frazione marinara, però, le criticità non mancano. Cosa va fatto per garantire ai residenti una qualità della vita migliore?
«Tutti ci invidiano questa spiaggia libera che si estende per chilometri, ma noi fino ad ora non siamo riusciti a sfruttarla davvero. Bisogna ripensare i servizi, sia ai cittadini che al turista, per migliorare la fruizione del mare e della città, a partire dal traffico e dalla Ztl nel centro storico, che deve servire a dare respiro ai tanti luoghi della movida e a renderli vivibili e pienamente fruibili. Una località turistico-balneare deve saper coniugare la residenzialità con il turismo, la cura dell’immagine del territorio con quella del mare, e deve diventare attrattiva per artisti ed eventi. Dev’essere pulita, accogliente, aperta. A Scoglitti ci devono essere due stagioni: una estiva, da maggio fino a ottobre, e una invernale, da novembre ad aprile. Sono diverse, naturalmente, e vanno organizzate diversamente, ma sono entrambe da vivere al massimo, grazie all’aiuto degli imprenditori che vorranno seguirci in questo percorso rivoluzionario.
PIERO GURRIERI
Lei è il candidato del M5s in un momento in cui il Movimento ha voltato pagina puntato sulle alleanze con il centrosinistra. Cosa vi ha portato a scegliere la strada solitaria?
«Come di recente ha dichiarato il presidente Giuseppe Conte esistono localmente situazioni che possono favorire le alleanze con il centrosinistra e altre realtà dove queste condizioni non ci sono. Per quanto riguarda Vittoria, oltre un anno fa, lanciammo un progetto di ampia alleanza civica per riformare la politica e riportare a una rinascita la città. Questo appello fu raccolto da due liste civiche: Vittoria nel cuore e Città libera. Mentre non ci sono state risposte da altri».
La tornata elettorale arriva alla fine di una fase di commissariamento in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. Cosa bisogna fare per garantire alla città una guida politica capace di sviluppare adeguati anticorpi?
«L’esigenza di ripristino della legalità è assolutamente prioritaria, bisogna investire su legalità e sviluppo. Cominciando da un’esigenza di moralizzazione della cosa pubblica. Per questa ragione abbiamo raccolto le indicazioni lanciate dal legislatore con una norma pubblicata il 30 luglio scorso, richiedendo e pubblicato la lista dei casellari giudiziari e dei carichi pendenti dei nostri candidati. Sfida che non è stata raccolta da nessun’altra coalizione».
Tra i settori in cui i clan hanno messo le mani c’è senz’altro quello della filiera agroalimentare. Dal mercato ortofrutticolo alle serre.
«Da tanti anni sono impegnato a coniugare il binomio virtuosolegalità e sviluppo, attraverso una proposta che prevedeva l’espulsione dall’agroalimentare ogni tentativo di infiltrazione. Quella proposta di regolamento fu fortemente rimaneggiata dalla giunta di cui, tra il 2011 e il 2014, facevo parte, costringendomi alle dimissioni. Ma fu anche rimaneggiata dalla giunta che si insediò nel 2016, nonostante il protocollo stipulato tra il Comune e la prefettura di Ragusa. Quel regolamento monco adesso è da ripristinare, ma è solo il primo passo per un’ampia disciplina della materia».
Cosa prevede il suo programma per fronteggiare le criticità legate alla raccolta dei rifiuti urbani e alle carenze nel servizio idrico?
«Uno dei primi atti della nuova amministrazione sarà garantire a tutti i cittadini l’accesso al bene primario dell’acqua. Molti anni fa è stato fatto un referendum sull’acqua pubblica, ma nonostante questo non viene garantita e si arriva all’assurdo per cui ai cittadini che non ricevono adeguatamente l’acqua viene richiesto il pagamento di fatture dell’approvvigionamento idrico da parte del Comune. Va rifatta la rete idrica, ma nell’attesa bisogna usare autobotti a carico del Comune e tempi adeguati per i rifornimenti.
Per i rifiuti bisogna introdurre correttivi alla differenziata, con isole ecologiche e punti di raccolta anche nelle contrade. I principi sono quelli di una collaborazione con i privati e di un’incentivazione tramite sconti sulle tasse a coloro che in maniera virtuosa prendono parte a un piano generale di igiene e decoro. Bisogna reprimere con ogni mezzo coloro che inquinano e deturpano la città, sì ai controlli dall’altro tramite droni».
Scoglitti rappresenta la meta estiva di molti. Nella frazione marinara, però, le criticità non mancano. Cosa va fatto per garantire ai residenti una qualità della vita migliore?
«Ho voluto tenere la delega alla frazione e al decentramento perché il sindaco di Vittoria deve essere anche il sindaco di Scoglitti. Ci sono importanti risorse dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico per promuovere il territorio. Ma serve garantire servizi basilari: un’efficiente depurazione, strade, parcheggi».
SALVO SALLEMI
Il suo nome è legato all’esperienza amministrativa di Giovanni Moscato. Quella sindacatura è finita con uno scioglimento del Comune. Quanto teme ciò possa incidere in negativo nella sua proposta politica?
«Abbiamo sempre sostenuto che lo scioglimento del Comune è stato ingiusto e immotivato perché su Moscato non esistono neanche sospetti su rapporti con la criminalità organizzata, come confermato dagli organi inquirenti e dai collaboratori di giustizia al centro delle indagini che invece hanno sempre dichiarato che l’appoggio della criminalità era rivolto ad altri soggetti al fine di non far vincere proprio Moscato, perché non avvicinabile da ambienti malavitosi. In ogni caso, sempre con il massimo rispetto delle istituzioni, attendiamo le sentenze definitive ma vi assicuro che i vittoriesi hanno bene chiaro quello che è successo a Vittoria e quali poteri hanno portato allo scioglimento. Il caso di Scicli insegna: un commissariamento ingiusto che è venuto fuori dopo anni e che ha infangato la figura di galantuomini come Franco Susino. Anche Giovanni Moscato riavrà l’onore che merita quando, speriamo presto, si sarà chiarito tutto e quando si farà piena luce sui vari sistemi Montante che hanno ordito nell’ombra. Detto ciò quell’amministrazione in pochi mesi ha ottenuto oltre 35 milioni di euro di finanziamenti. La mia sindacatura avrà il compito di completare l’iter di tutte queste opere. L’amministrazione Moscato ha avviato la differenziata, approvato la variante al piano regolatore generale dopo 35 anni, ha agevolato la nascita di decine e decine di nuove attività. Ha fatto più cose l’amministrazione Moscato in 18 mesi che tutti gli altri in 40 anni».
Nel caso venisse eletto, qual è la prima cosa che farebbe?
«Vittoria è stata abbandonata dallo Stato in questi tre anni. In primo luogo lavorerò per la sicurezza: servono più forze dell’ordine, più controlli, più videosorveglianza. Poi dobbiamo ristabilire ordine nella raccolta rifiuti potenziando la differenziata, eliminando le discariche abusive usando il pugno di ferro contro gli incivili. Inoltre occorre intervenire immediatamente circa la crisi idrica. Senza mai dimenticare la nostra economia: occorre tutelare e proteggere l’agricoltura dagli assalti della concorrenza sleale e degli avvoltoi della filiera che distorcono il prezzo, affamando chi si spacca la schiena in campagna e rilanciare il mercato ortofrutticolo. Occorre che le istituzioni tutte diano le giuste risposte».
Due dei problemi principali sono la questione rifiuti e le criticità legate al sistema idrico. Quali soluzioni propone?
«Per i rifiuti in primo luogo serve un’azione forte di bonifica del territorio: censire ed eliminare tutte le discariche del territorio è un imperativo. La città non può essere zona franca per i reati ambientali. Quindi bonifiche e poi telecamere, controlli della polizia locale e istituzione del corpo delle guardie ambientali. Poi istituzione di isole ecologiche nei punti sensibili e occorre integrare le isole ecologiche al sistema porta a porta. Serve un calendario fisso di raccolta e lotteremo per aprire il centro di compostaggio di Vittoria, ormai quasi pronto, prevedendo delle premialità per i cittadini. Sul problema idrico siamo all’anno zero. Vittoria non ha nemmeno una mappa della rete. Non sappiamo dove passa la condotta se non attraverso la memoria dei tecnici del Comune. Una condotta colabrodo che si aziona ancora manualmente con le manopole aperte dai tecnici per dare acqua. Serve investire nella manutenzione, creare un parco di mezzi (autobotti) per rifornire i cittadini senza servizio, mappare la rete e trovare nuove fonti idriche con la ricerca di pozzi e sorgenti e procedere all’installazione dei contatori idrici per tutte le utenze».
La vocazione agricola del comprensorio ipparino resta il principale volano economico della città. Le cronache giudiziarie ci dicono però che attorno al mercato agroalimentare ruotano anche gli interessi della criminalità organizzata.
«Associare la mafia al mercato è uno schiaffo per migliaia di operatori, produttori e commissionari che ogni mattina si alzano all’alba per lavorare onestamente. Ricordo che prima con Moscato e poi con i commissari sono stati realizzati controlli e richieste centinaia e centinaia di informative antimafia sui titolari di box, senza mai ricevere una negatività: ciò a dimostrazione della correttezza degli operatori. Il mercato di Vittoria è uno dei più grandi e importanti d’Europa e come tale va trattato. Attorno a grandi giri economici – come ovunque nel mondo – si annidano anche interessi criminali. La criminalità organizzata tenta di entrare nell’indotto e per questo ho sempre auspicato più controlli delle forze di polizia, più indagini, più inchieste. Abbiamo approvato un regolamento molto stringente per quanto concerne la legalità dentro il mercato. Bisogna eliminare qualsiasi zona grigia così come richiesto dagli stessi operatori. La mia volontà è quella di far sì che domani del mercato di Fanello se ne parli per la forza economica e per l’attività imprenditoriale. Ma ognuno deve fare la sua parte. In tal senso chiedo con forza che le istituzioni politiche e giudiziarie si occupino della concorrenza sleale del prodotto estero e sulla speculazione dei prezzi dei grandi sistemi che mortificano il lavoro dei nostri produttori. Serve legalità e difesa dei lavoratori onesti a 360 gradi: pugno di ferro contro i nemici di Vittoria, siano essi mafiosi, affaristi o speculatori».
Scoglitti rappresenta la meta estiva di molti. Nella frazione marinara, però, le criticità non mancano. Cosa va fatto per garantire ai residenti una qualità della vita migliore?
«Depurazione, piano parcheggi, promozione della movida, completamento del nuovo lungomare e della piccola pesca e servizi. Sono queste le basi per un posto che va promosso non solo tre mesi l’anno. Poche città hanno litorali sabbiosi e liberi per circa dieci chilometri, poche città hanno un pescato di altissima qualità e una enogastronomia di così alto livello. Per cui dobbiamo creare servizi. Per la depurazione vi è un finanziamento Cipe e il Comune è stato commissariato dieci anni per i ritardi e faremo di tutto affinché si possa arrivare all’esecuzione dell’opera in tempi celeri. Poi serve un piano parcheggi per decongestionare il centro e creare una efficiente zona ztl con telecamere mobili, esaltando il lavoro dei tanti imprenditori che hanno scommesso sulla movida. Poi serve completare le opere finanziate e avviate durante la scorsa amministrazione, su tutte il nuovo lungomare e la piccola pesca, due opere che riqualificheranno l’intera Scoglitti».
Ha in mente qualche misura per intervenire anche nel settore delle serre, tra le principali cause dell’inquinamento per la gestione incontrollata delle plastiche?
«C’è una minoranza che in maniera illecita smaltisce le plastiche, tanti bruciano creando le odiose fumarole, altri smaltiscono illegalmente nelle zone di campagna. Per una percentuale minoritaria tutto il settore viene criminalizzato. Io riunirò in un tavolo tecnico permanente – fatto anche da tecnici e associazioni ambientaliste – tutti i rappresentanti del mondo agricolo per stabilire una filiera virtuosa del rifiuto. Dobbiamo avere in primis i dati sui tipi e le quantità di rifiuti che produciamo per poi intercettare le aziende che già sul territorio regionale e nazionale operano lo smaltimento o il recupero del rifiuto, intervenendo per trovare accordi vantaggiosi. Dobbiamo anche promuovere modalità alternative ed ecocompatibili di smaltimento e recupero. E poi tanta comunicazione sulla tutela ambientale (con un bollino di qualità per certificare quelle aziende che seguono pratiche virtuose di smaltimento) ma anche repressione non solo a Vittoria ma in tutta la fascia trasformata. Serve un nucleo di guardie ambientali intercomunali per il monitoraggio del territorio e delle aziende, con l’ausilio di droni e camere termiche».