Nella prima riunione dopo le dimissioni del presidente dell'organo interno al consiglio comunale i componenti hanno rinnovato in blocco la fiducia all'avvocato, che ci ripensa a metà: vuole infatti essere sicuro che il suo appello non cada nel vuoto
Commissione Trasparenza, Mattaliano (per ora) rimane «Il presidente si è preso un mese per valutare cosa fare»
«Abbiamo tutti rinnovato piena fiducia al presidente Mattaliano, alcuni hanno anche fatto autocritica perché non tutti sono stati sempre presenti, tra impegni lavorativi e orari che si sono accavallati con altre commissioni». A parlare è Viviana Lo Monaco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in sala delle Lapidi e membro della commissione Trasparenza del Comune. Una commissione che meno di una settimana fa è stata scossa dalle dimissioni del proprio presidente, Cesare Mattaliano, che ha detto addio lamentando la scarsa considerazione di un organo importante che tuttavia, dalla sua costituzione, non è stato degnato neanche della nomina di un segretario.
«Abbiamo votato e respinto le dimissioni del presidente, che ha accettato ma con riserva. Si dà un mese di tempo». Un mese in cui spera che le cose cambino per la commissione consiliare che dovrebbe vigilare sull’operato degli uffici. Intanto il primo passo è stato l’arrivo in prestito di un dipendente che al momento svolge le funzioni di segreteria. «Il consigliere Arcoleo, che aveva quattro impiegati nella sua segreteria, ne ha gentilmente concesso uno – continua Lo Monaco – ma non può essere una cosa definitiva: un segretario non deve soltanto redigere un verbale e convocare le sedute e il presidente non si può sobbarcare tutti gli oneri».
Fino al momento delle sue dimissioni, infatti, era proprio il presidente a sobbarcarsi le funzioni che spettavano al segretario. «Penso che anche noi componenti dovremmo darci un mese di tempo – conclude la consigliera pentastellata – Un mese entro cui cercare di ottenere gli strumenti necessari per lavorare, visto che questa commissione è stata fortemente voluta da tutto il consiglio comunale. Dobbiamo avere una sede, anche se al momento lavoriamo da remoto e almeno uno o due collaboratori».