Collegio Gesuiti, inizia restauro atteso da 26 anni «I finanziamenti? Quelli post-terremoto del 1990»

«I finanziamenti? Sono vecchi, molto vecchi. Sono quelli che sono stati stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto di Santa Lucia, nel 1990». Con 26 anni di ritardo serviranno al loro scopo: il restauro dell’ex collegio dei Gesuiti di via Crociferi. Un bene patrimonio dell’Unesco abbandonato dal 2009. Anno in cui l’istituto d’arte di Catania – che ne occupava i locali inagibili – è stato sgomberato dal Comune. La soprintendenza già all’epoca aveva promesso l’inizio immediato dei lavori. Ma, nei fatti, li ha cominciati solo ad agosto 2015. Il restauro è iniziato nel silenzio, ma sarà evidente nei prossimi giorni. Quando sulla facciata dell’edificio sarà montata l’impalcatura per il rifacimento degli esterni. Stucchi e intonaci compresi. Con i tre milioni di euro a disposizione per il palazzo settecentesco, però, sarà ripristinata solo una parte della struttura. Quella che arriva fino al primo dei quattro cortili. «Il resto, invece, sarà solo messo in sicurezza. Se ci saranno da rifare i solai, si rifaranno i solai e tutto il resto», assicura la soprintendente Fulvia Caffo.

Da restaurare nell’ex collegio ci sono lo scalone principale, gli intonaci e i pavimenti. Quelli in cemento decorato, posati successivamente rispetto ai pavimenti originali, saranno risistemati mattonella dopo mattonella. Ma affinché tutto il palazzo – che occupa un intero isolato – torni al suo splendore originale serviranno ancora molti anni. Con i soldi che erano stati stanziati dopo il terremoto di Santa Lucia si sarebbe dovuto sistemare il collegio gesuitico per intero. A causa dei ritardi, però, è stato necessario proseguire con uno stralcio dopo l’altro. «La regione lo ha acquisito negli anni Ottanta, ma già dagli anni Sessanta era sede dell’istituto d’arte, che ne ha fatto degli usi che poco hanno tenuto conto delle caratteristiche del monumento: delle aule sono state frazionate e tutta l’impiantistica è da rifare. Poi sono stati chiusi i collegamenti che dalla chiesa portavano al convento». 

Ed è proprio quello relativo alla presenza della scuola superiore uno dei nodi che, ancora, restano irrisolti. «È stato complicato sfrattare la scuola e modificare continuamente il progetto, per aggiornarlo a esigenze sempre nuove». Come, per esempio, quella di tappare il buco in uno dei tetti che danno sul quarto e ultimo cortile. «È crollato di notte, su quella che veniva usata come palestra. Eppure era stata dichiarata inagibile da tempo. Menomale che non c’erano i ragazzi dentro», prosegue la soprintendente. Adesso in quell’area i soffitti saranno richiusi e fissati. In attesa del prossimo finanziamento: «Per restaurare tutto ci vorranno almeno altri dieci milioni di euro. Stiamo lavorando ad alcuni progetti preliminari da presentare per ottenere i fondi europei della tranche 2016-2020».

I lavori appena cominciati dovranno servire a trasformare il collegio di via Crociferi nella sede della Biblioteca regionale, «ma lo abbiamo sempre pensato come un centro culturale polivalente, aperto alla città». L’area sulla quale si sta eseguendo il restauro è grande 10mila metri quadrati. Per completarla tutta serviranno almeno altri otto mesi. Il contratto con l’associazione temporanea di imprese che si è aggiudicata l’appalto prevede che la consegna dei locali avvenga a luglio 2016, «salvo imprevisti». Poi dovranno essere fatti i collaudi e, infine, la Biblioteca dovrebbe metterci dentro dei libri. In parte saranno spostati quelli che già si trovano all’interno di un archivio al piano terra. E la cui pulizia «ostacolata» è al centro della denuncia per interruzione di pubblico servizio che pesa sui giovani che, nel 2013, hanno occupato l’ex collegio per meno di un mese. Proprio a proposito del processo, Fulvia Caffo dichiara: «Abbiamo scelto di non costituirci parte civile».


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