Collegamenti marittimi a singhiozzo a Ustica Protesta abitanti: «Non siamo cittadini di serie C»

Un’occupazione pacifica per manifestare tutto il loro dissenso. Perché, spiegano, sono stufi di essere ignorati. Dalle istituzioni e dalla politica. A dare vita alla protesta una cinquantina di abitanti di Ustica, che oggi hanno manifestato, occupando la sede del Comune. Cartelloni e slogan per ribadire che «l’isola è in ginocchio» a causa della precarietà dei collegamenti marittimi. Dito puntato contro lo stop al servizio integrativo, assicurato per cinque anni dalla Ustica Lines, e che rischia di mettere a repentaglio la stagione turistica. 

«Siamo vittime di un braccio di ferro tra la Regione e la compagnia di navigazione – dice a MeridioNews Giorgio Tranchina, uno dei manifestanti -. Da ottobre non abbiamo più il servizio integrativo, una sospensione che nega il nostro diritto alla continuità territoriale, ma anche quello allo studio dei nostri ragazzi e alla salute». Il servizio era stato assicurato dalla Ustica Lines sino al 31 ottobre, dopo un’ulteriore proroga al 30 novembre, la Regione ha emanato quattro bandi, andati tutti deserti. «Non ha partecipato nessuno – spiega ancora Tranchina – perché non sono stati ritenuti convenienti». 

Oggi il collegamento tra Palermo e Ustica è assicurato dalla Compagnia delle Isole, con una nave, che parte la mattina dal capoluogo siciliano, e un aliscafo, che fa due corse al giorno durante la settimana e tre nel week-end. «Per due giorni siamo rimasti isolati, perché l’aliscafo aveva un guasto al motore – dice ancora Tranchina -. Il servizio che ci viene offerto non è efficiente e viene messa a rischio persino la salute dei nostri concittadini. Quella di oggi non è solo una lotta condotta a difesa del turismo, ma per la sopravvivenza stessa della nostra comunità. Il servizio integrativo consente a medici, infermieri e insegnanti di raggiungere Ustica e di assicurare cure e istruzione. Siamo stanchi di essere trattati come cittadini di serie C». 

A Palazzo d’Orleans i manifestanti chiedono di ripristinare subito i servizi e di smetterla con «gli esperimenti condotti sulla nostra pelle». Una piccola delegazione in serata sarà a Palermo. «Ci stiamo imbarcando. Decideremo dopo che tipo di protesta mettere in campo» assicura Tranchina. E promettono di andare avanti ad oltranza. Perché «i cittadini sono stremati. Non è una battaglia ideologica, ma per diritti essenziali».


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