Clochard sfrattati per occupazione di suolo pubblico Cantarella: «Impediscono di usare un bene di tutti»

Occupazione abusiva di suolo pubblico. È nell’articolo 633 del codice penale che vengono inquadrati anche i senzatetto che sono stati sfrattati nei giorni scorsi dagli alloggi arrangiati sotto i portici di corso Sicilia e sulla pensilina di un autobus in via Lago di Nicito a Catania. «In pratica, è come se io mi metto con la macchina davanti a un garage e impedisco l’entrata o l’uscita di altri mezzi». È questa la metafora utilizzata ai microfoni di MeridioNews dall’assessore alla Sicurezza Fabio Cantarella che ieri aveva fatto riferimento alla tanto discussa ordinanza antibivacco firmata dal sindaco Salvo Pogliese nell’estate del 2018 e poi riaggiornata a dicembre dello stesso anno. Un documento che però è scaduto il 31 marzo del 2019 e, non essendo stato rinnovato, ha perso efficacia. E allora, a che titolo quelle persone sono state allontanate?

«Forse il personale impiegato per l’operazione di allontanamento delle persone senza fissa dimora ha compiuto un abuso?», si chiedono da Catania Bene Comune avanzando al segretario generale del Comune, alla magistratura e al prefetto la richiesta di verificare la legittimità dell’intervento. «Lo abbiamo fatto seguendo la legge – replica Cantarella a MeridioNews – su cui l’ordinanza poggiava e di cui era soltanto un rafforzamento». La legge a cui fa riferimento l’assessore è proprio quella che norma l’occupazione del suolo pubblico. «I senzatetto impediscono che un bene pubblico, sia una fermata di un mezzo o un tratto di marciapiede, venga utilizzato per la sua naturale funzione pubblica», dice l’assessore.  

Una norma che prevede anche l’applicazione di sanzioni amministrative in caso di occupazione abusiva. Multe che vanno dai 168 ai 674 euro. «In questo caso – spiega a MeridioNews il comandante della polizia municipale Stefano Sorbino – non abbiamo ritenuto opportuno elevarle e, inoltre, non è nemmeno stato necessario perché quando abbiamo invitato le persone a spostarsi, lo hanno fatto rapidamente. Sono persone che cui entriamo in contatto da anni e, per questo – aggiunge – non abbiamo proceduto nemmeno alla loro identificazione con la richiesta dei documenti». 

«Il dramma di chi non ha una casa ed è costretto a vivere per strada non è un problema di decoro urbano né di ordine pubblico – ricordano da Catania Bene Comune – È un’urgente questione sociale che ha a che fare con la dignità della nostra città, che non può lasciare nessuno indietro, al freddo, in mezzo alla strada». Tra i ritardi nella consegna degli immobili confiscati alla criminalità organizzata da destinare ai clochard, è soprattutto una rete di volontari a prendersi cura di loro. «Catania – lamentano inoltre – è l’unica grande città d’Italia a non avere un dormitorio pubblico comunale per garantire riparo a chi è senza tetto». 

Marta Silvestre

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