Clan Cappello, sequestro per milioni di euro Aziende e immobili con i soldi dello spaccio

Tre società – Giada Immobiliare srl, Metal Ferrosi srl e Futura ambiente srl – con un volume di affari annuo di 12milioni di euronumerosi appartamenti, terreni, auto e motoveicoli per un valore di circa 5milioni di euro. Sono i beni posti sotto sequestro dal Tribunale di Catania, a seguito di indagini dell’Ufficio Antimafia della divisione Polizia anticrimine, perché riconducibili ai coniugi Massimo Leonardi e Daniela Strano, cognati del presunto boss Alessandro Bonaccorsi, arrestati nel 2012 all’interno dell’operazione antimafia Revenge IV, con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione mafiosa collegata al clan Cappello-Bonaccorsi Carateddi. Associazione promossa e organizzata da Orazio Finocchiaro, Alessandro Bonaccorsi e Giovanni Musumeci, e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’attività d’indagine patrimoniale svolta dalla polizia ha, infatti, consentito di accertare la sproporzione tra il valore dei beni intestati alla coppia o ad essa riconducibili, ed i redditi leciti dei quali godevano all’epoca dei relativi acquisti. In particolare, dall’esame degli atti pubblici di compravendita, emerge che per l’acquisto degli immobili sequestrati è stato utilizzato denaro contante, ritenuto derivante dai proventi dell’attività di traffico e spaccio di droga.

Il sequestro arriva poche settimane prima della sentenza del processo scaturito dall’inchiesta sulla gestione delle piazze di spaccio del clan Cappello-Carateddi nel quartiere San Cristoforo a Catania, che vede protagonisti Alessandro Bonaccorsi e sua moglie Bruna Strano,  e coinvolto anche un dirigente medico dell’ospedale Vittorio Emanuele, Maria Costanzo.

I due coniugi, inoltre, sono stati indagati per avere acquistato, detenuto e ceduto a terzi cocaina e marijuana; reati commessi fino a dicembre 2011. Dalla lettura della ordinanza di custodia cautelare si evince che Bruna Strano, sorella di Daniela, dopo l’arresto del marito, affiliato con un ruolo apicale in seno al clan dei Carateddi, aveva assunto i compiti di gestione del traffico di stupefacenti in cui veniva aiutata dalla sorella e il cognato. A Leonardi erano affidate mansioni organizzative, dal procacciamento di clienti al controllo dei sodali, fino alla cessione a terzi della piazza di spaccio dietro compenso da corrispondere settimanalmente. La moglie Daniela, invece, ha svolto la funzione di contabile e di custode del denaro, ricevendo una retribuzione fissa. Inoltre, nel 2010 Leonardi era stato già stato denunciato dopo essere stato trovato in possesso di 400mila euro riconducibili a Bonaccorsi.

Sono oggetto del sequestro milionario anche tre società. È stato accertato che Leonardi immetteva liquidità con lo scopo di riciclare il denaro di provenienza illecita, consentendo una rilevante crescita aziendale a partire dalla fine degli anni ‘90, all’interno dell’azienda Metal Ferrosi srl con sede in contrada Torre Allegra a Catania. Leonardi è stato socio della ditta solo per un anno tra il 1998 ed il 1999, ma gli attuali soci sono il padre Felice e lo zio Salvatore, che è anche amministratore unico. L’azienda possiede, assieme alla madre e alla zia di Leonardi (rispettivamente Scursunu Cantarella Rosa Maria e Stella Delia), la totalità delle quote dell’altra società sequestrata, la Giada Immobiliare srl, costituita il 20 luglio 2012, ovvero il giorno dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare Revenge IV. Si è dimostrato che i capitali per la costituzione della società immobiliare erano formalmente riconducibili, direttamente o indirettamente sempre ai due coniugi. Inoltre, sono state sequestrate anche le quote intestate al padre Felice e allo zio Salvatore della società Futura Ambiente srl, costituita in data nel 2009 ed avente sede sempre in contrada Torre Allegra, in quanto sussistenti i collegamenti tra la società e la Metal Ferrosi.


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Il Tribunale di Catania ha disposto il sequestro preventivo di aziende, terreni e case riconducibili a Massimo Leonardi e Daniela Strano. I due coniugi agli arresti domiciliari, che nel 2012, nel corso dell'operazione Revenge IV, sono stati arrestati con l’imputazione di aver fatto parte di un’associazione mafiosa collegata al clan Cappello-Bonaccorsi Carateddi finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti

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