L'edificio, acquistato dal ministero della Giustizia nel 1999, era diventato un rifugio di fortuna per homeless. Venne poi sgomberato nel maggio 2011. Ora il governo regionale impegna le risorse per trasformarlo in un centro direzionale che accorpi i vari uffici sparsi per la città
Cittadella giudiziaria, la Regione stanzia 40 milioni Musumeci: «Eviterà spreco di denaro per gli affitti»
Il presidente della Regione Nello Musumeci lancia un segnale alla «sua» Catania. Lo fa con 40 milioni di euro che serviranno a trasformare il palazzo delle Poste di viale Africa, oggi in completo abbandono, in una cittadella giudiziaria che accorperà in un unico stabile gli uffici dislocati a vario titolo in città. Con un argomento che, al giorno d’oggi, garantisce un certo appeal politico: la lotta allo sperpero di soldi pubblici. «Con la costruzione di un secondo palazzo di giustizia – spiega il Governatore in un comunicato – si eviterà un inutile spreco di denaro, dovuto al pagamento degli affitti dei diversi uffici giudiziari».
I 40 milioni, stanziati dall’assessorato regionale alle Infrastrutture per decreto, provengono dal Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020, e verranno spalmati su cinque anni, dal 2018 al 2022: nel dettaglio, 1,2 milioni nel 2018, 2 nel 2019, 4 nel 2020, 25 nel 2021 e 7,8 nel 2022. «Oltre a essere un’importante infrastruttura per la città di Catania e un presidio di legalità – aggiunge Musumeci -, sarà un’opera all’altezza dei bisogni della cittadinanza, eliminando disfunzioni e disagi per gli utenti e per gli stessi operatori».
Nel giugno 2016 la Regione Siciliana, il ministero della Giustizia, l’agenzia del Demanio, il Comune e il tribunale avevano consumato un passaggio propedeutico, firmando un protocollo d’intesa che stabiliva la nuova destinazione d’uso del palazzo di viale Africa. In quella sede l’amministrazione comunale si era impegnata a restituire l’edificio al ministero, che nel 1999 lo aveva acquistato nell’ottica di mutarlo in una cittadella giudiziaria. I tempi si rivelarono molto più lunghi, e nel frattempo lo stabile era diventato un rifugio di fortuna per migranti e senza fissa dimora. Venne poi sgomberato il 25 maggio 2011.