Cinque miliardi di debito e 20mila dipendenti Corte dei Conti: «Sicilia a rischio default»

La misura della paralisi economica della Sicilia è data da un numero: i Comuni isolani nel 2012 hanno speso in media appena 114 euro pro capite per gli investimenti, la metà rispetto alla media nazionale e delle altre regioni a statuto speciale. Mentre l’89 per cento delle uscite è legato alle spese correnti. Un altro dato testimonia l’incapacità di una parte degli amministratori: nell’ultimo anno, sette dipartimenti della Regione su 24 hanno speso meno dell’1 per cento dei fondi europei a loro assegnati. Si tratta dei settori Acqua e rifiuti, Energia, Beni culturali, Istruzione, Famiglia, Finanze e Turismo. La performance migliore spetta al dipartimento delle Infrastrutture, che ha certificato il 36 per cento di spesa. Uno spreco intollerabile considerato che sulla Sicilia grava un debito di cinque miliardi di euro, un fardello da 1.077 euro pro capite che mette l’isola – dove anche il prodotto interno lordo è in caduta libera (-2,7 per cento) – ad un passo dal fallimento

La Corte dei Conti delinea il quadro economico della Regione Sicilia nell’annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione, svoltasi ieri mattina a Palermo. E il parere sul bilancio 2012 è negativo. L’ostacolo maggiore agli investimenti resta l’altissimo numero di dipendenti regionali: 20.213, di cui 17mila a tempo indeterminato. In pratica la Sicilia ha un terzo della somma di tutti i dipendenti delle altre regioni italiane. A questi si aggiungono 16mila pensionati. E in totale la spesa per assicurare la busta paga a fine mese a quest’esercito di personale ammonta a un miliardo e 600 milioni di euro. A cui però vanno aggiunti i dipendenti delle società partecipate dalla Regione (la spesa è di 257 milioni di euro) e i trasferimenti agli enti locali per pagare il personale precario stabilizzato (altri 229 milioni).

«Nonostante la flessione degli ultimi anni – si legge nella relazione della Corte dei Conti – il fattore occupazionale resta quello preponderante tra quelli che nel tempo hanno determinato l’innalzamento e l’irrigidimento della spesa». È sproporzionato rispetto alle altre regioni anche il numero dei dirigenti (in Sicilia è il doppio rispetto al resto d’Italia) e il rapporto tra dirigenti e personale semplice: nell’Isola è uno su otto, la media nazionale si attesta a uno ogni 15. La scusa per giustificare questi dati, precisano i giudici, non può essere l’autonomia che assegna alla Regione funzioni altrimenti di competenza statale. «Il settore pubblico – certificano i revisori – è stato utilizzato per arginare, attraverso politiche assunzionali di portata superiore alle effettive esigenze, il disagio sociale derivante dall’incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro». Insomma, la Regione è servita da ammortizzatore sociale per troppi decenni.

Preoccupa i giudici contabili il capitolo dei residui attivi, i crediti che la Regione vanta ma che, verosimilmente, non saranno mai incassati. Ammontano a tre miliardi e 574 milioni di euro e nel corso del 2013 sono stati ridotti di 50 milioni, una goccia nell’oceano. Una parte consistente della somma è presente in bilancio ormai da molti anni e questo, scrive la Corte, «alimenta le preoccupazioni, considerata l’assenza di qualsiasi accantonamento, a fronte del rischio concreto di inesigibilità». Infine c’è la spesa sanitaria, che nel 2012 ammonta a nove miliardi e 388 milioni di euro, con una riduzione di 403 milioni rispetto all’anno prima, ma che continua a rappresentare più della metà degli impegni della Regione, in totale 18 miliardi di euro. Una cifra che i giudici contabili continuano a considerare eccessiva, e che, nonostante questo, non riesce nemmeno a garantire un sistema sanitario regionale soddisfacente.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Nonostante i timidi tentativi degli ultimi governi regionali, la situazione economica della Regione rimane preoccupante. Lo hanno certificato i giudici contabili nell'annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione. Conti in rosso, residui attivi, spesa sanitaria, incapacità degli amministratori di spendere i fondi europei e un'elevata spesa corrente che ingessa i Comuni, sono i fattori principali della crisi. «Il settore pubblico - scrive la Corte - è stato utilizzato per arginare il disagio sociale derivante dall'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro»

Nonostante i timidi tentativi degli ultimi governi regionali, la situazione economica della Regione rimane preoccupante. Lo hanno certificato i giudici contabili nell'annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione. Conti in rosso, residui attivi, spesa sanitaria, incapacità degli amministratori di spendere i fondi europei e un'elevata spesa corrente che ingessa i Comuni, sono i fattori principali della crisi. «Il settore pubblico - scrive la Corte - è stato utilizzato per arginare il disagio sociale derivante dall'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro»

Nonostante i timidi tentativi degli ultimi governi regionali, la situazione economica della Regione rimane preoccupante. Lo hanno certificato i giudici contabili nell'annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione. Conti in rosso, residui attivi, spesa sanitaria, incapacità degli amministratori di spendere i fondi europei e un'elevata spesa corrente che ingessa i Comuni, sono i fattori principali della crisi. «Il settore pubblico - scrive la Corte - è stato utilizzato per arginare il disagio sociale derivante dall'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro»

Nonostante i timidi tentativi degli ultimi governi regionali, la situazione economica della Regione rimane preoccupante. Lo hanno certificato i giudici contabili nell'annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione. Conti in rosso, residui attivi, spesa sanitaria, incapacità degli amministratori di spendere i fondi europei e un'elevata spesa corrente che ingessa i Comuni, sono i fattori principali della crisi. «Il settore pubblico - scrive la Corte - è stato utilizzato per arginare il disagio sociale derivante dall'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro»

Nonostante i timidi tentativi degli ultimi governi regionali, la situazione economica della Regione rimane preoccupante. Lo hanno certificato i giudici contabili nell'annuale udienza pubblica per il giudizio di parificazione. Conti in rosso, residui attivi, spesa sanitaria, incapacità degli amministratori di spendere i fondi europei e un'elevata spesa corrente che ingessa i Comuni, sono i fattori principali della crisi. «Il settore pubblico - scrive la Corte - è stato utilizzato per arginare il disagio sociale derivante dall'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro»

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]