Intervista-esperimento con Alberto Turturici, fumettista palermitano meglio noto come Albo. La (sperimentale) chiacchierata si è svolta su Twitter, il servizio di microblogging che mette in contatto i followers in 140 caratteri- Twitter, il mondo in 140 caratteri
Cinguettando con Albo
Un fumettista palermitano che disegna un webcomic, un servizio di microblogging e una redazione particolare. Cosa può saltare fuori da questo strano connubio? Non una barzelletta sul web 2.0, ma un’intervista tramite Twitter, una sorta di grande bacheca virtuale nella quale gli utenti scrivono quello che desiderano. Unico limite 140 caratteri, per permettere a chi utilizza questo mezzo attraverso il telefono cellulare di ricevere le novità dai propri amici (i followers) via sms.
Ieri mattina chi si è collegato su http://twitter.com/Step1 o http://twitter.com/Albo ha potuto assistere in diretta all’intervista al disegnatore Alberto Turturici, ventottenne palermitano e neolaureato in giurisprudenza, che quasi ogni giorno porta sul web le avventure di uno strano gruppo di liceali. Mostri (MoStrip è appunto il titolo del fumetto) che si confrontano con i temi di ogni giorno – come possono essere la sicurezza nelle scuole o la tecnologia – condendoli con una sana dose di ironia.
Cosa spinge un neo-giurista a prendere una matita e disegnare ogni giorno?
«Probabilmente la voglia di riuscire a campare senza avere a che fare con codici, leggi, giudici, avvocati et similia. Però bisogna dire che disegno da più di vent’anni ormai… solo in questi ultimi quattro lo faccio in modo più organizzato».
Quindi possiamo dedurre che non vedremo mai Albo in toga, dopo la discussione della tesi?
«In verità non ero in toga nemmeno durante la discussione, per fortuna. Comunque non si può mai sapere cosa succederà! Qualche anno fa non avrei immaginato nemmeno di poter fare un’intervista, tanto meno su Twitter».
Da dove trai l’ispirazione per le tue strip?
«L’ispirazione proviene da ciò che mi succede tutti i giorni, sia che si tratti di esperienze vissute, sia che si tratti di battute, fatti, attualità e altro che mi colpisce».
Come sono nati Duke, Butch e tutti gli altri?
«Duke era un personaggio che covavo da un po’, ho diversi schizzi di un personaggio con le sue fattezze, ma non sapevo come usarlo. Poi c’è stata la ricorrenza delle 1000 pagine viste e ha visto la luce. Butch è nato dalla scissione di Duke, che originariamente era una via di mezzo tra il mostro violaceo che conoscete e Butch. Un altro personaggio a cui sono legato particolarmente è Boney, visto che rappresenta il mio lato ipocondriaco… da quando lo disegno».
Qual è il personaggio che preferisci disegnare?
«Sono due: Duke perché è quello con cui riesco a rendere meglio le espressioni del volto e poi Alice, visto che mi piace disegnare belle vampire, soprattutto se sono formose e sexy come lei».
Ti stancherai mai di MoStrip?
«Penso che sia normale arrivare ad un punto in cui si sente la necessità di cambiare e in ogni caso credo sia meglio che mi stanchi prima io dei miei lettori. Poi, per fortuna mi capita di variare, così è più difficile annoiarsi!».
Allora possiamo rassicurare i tuoi lettori che non avverrà nell’immediato futuro.
«Perché, c’è qualcuno che mette in giro simili voci? MoStrip non ha la minima intenzione di fermarsi, fin tanto che le idee ci sono! Le 1000 strisce sono solo l’inizio e ho già diverse idee per tentare di arrivare a 2000 anche se la striscia finale è già pronta ma solo nella mia mente».
E’ stato difficile arrivare a 1000 e più strisce?
«E’ difficile solo in termini di costanza e di organizzazione, soprattutto per conciliare l’aggiornamento del blog con altre incombenze, come la preparazione degli esami. Le idee non mi sono mai mancate, per fortuna (faccio gli scongiuri per il futuro!). Il problema è riuscire a far stare insieme tutte le varie cose da fare, poi si va via spediti, se c’è l’ispirazione».
Quanto ti senti diverso rispetto al 2005, quando hai iniziato MoStrip?
«Stilisticamente, tantissimo, basta confrontare la prima e l’ultima striscia (sperando che tutti ci vedano un miglioramento). Al di là dell’uso degli strumenti del fumetto, non so se sono cambiato, probabilmente è qualcosa che si nota di più dall’esterno; io credo di essere sempre il caro vecchio minchione di una volta! (si può dire minchione su Twitter?)».
Habel team: parlaci di questa serie.
«Habel Team è il progetto più impegnativo a cui ho lavorato finora. Si tratta di una serie fantascientifica che unisce il mondo della fantascienza classica con quello delle serie alla E.R. E’ la mia prima prova con un taglio più realistico e soprattutto è un banco di prova per me, disegnando questa volta su sceneggiature non mie: Lucio Staiano l’autore di questa serie di cui sto disegnando un nuovo episodio, mentre il primo è in corso di pubblicazione su www.shockdom.com/open/habelteam».
Qual è il disegnatore del passato che preferisci?
«Ce ne sono diversi: uno dei miei preferiti è Jacovitti: quando ero più piccolo lo copiavo e cercavo di fare le sue panoramiche piene di battute e personaggi. Poi amo anche Gottfredson e Barks (disegnatori rispettivamente di Topolino e Paperino, ndr) considerando la mia passione per topi e paperi».
E quello del presente?
«Da Ortolani a Jeff Smith, Giardino, Jim Lee, Gipi, Bilal, Toriyama… più che una lista è un elenco telefonico».
Che consiglio daresti a qualcuno che vuole cimentarsi nella realizzazione di un fumetto?
«Consiglio di pianificare bene il proprio lavoro: solitamente parte tutto da un’intuizione o da un’idea ma è necessario farla crescere, farla sviluppare. Bisogna non avere paura di sbagliare, di correggere, rivedere a più riprese quello che si è scritto visto che non tutti siamo geni in grado di disegnare senza un progetto 50 pagine di fumetto. Un ultimo suggerimento è quello di osservare gli autori che più ci piacciono, essere curiosi e cercare di capire ciò che si vede per poi tentare di riprodurlo, facendolo entrare nel nostro stile personale».
Che rapporto hai con i tuoi lettori?
«Di immensa gratitudine, visto che mi sopportano quotidianamente! A parte gli scherzi, amo il lato “social” dei webcomics e reputo fondamentale il rapporto che si instaura grazie ai commenti sul blog. Spesso i lettori ti danno grandi spunti, inoltre è meravigliosa l’empatia che si crea in certe circostanze. Senza dimenticare che spesso ci sono stati anche interessanti scambi di opinioni relativamente a strisce o vignette da me pubblicati. Per me i lettori sono i miei amici, in definitiva».
Qual è il prossimo progetto?
«Come dicevo qualche twit fa, per il momento lavoro alla realizzazione del secondo episodio di Habel Team: è un lavoro lungo e ho cominciato da poco ma spero di rispettare le scadenze. Oltre a questo ci sono poi le strisce, ma quelle ormai sono una consuetudine quotidiana, come respirare… non potrei farne a meno ed è qualcosa di naturale e quasi involontario».
Siamo quasi alla fine. Quanto è stato difficile rispondere in 140 caratteri?
«Già finito? Peccato! Non è poi così complicato, visto che ho abilmente eluso il limite dei 140 caratteri spezzando le risposte in più twit… spero che anche per i miei follower seguirmi non sia stata un’impresa ardua».
Grazie al cielo non hai barato usando k e altre follie simili…
«No, il virus del linguaggio da sms mi ha abbandonato da tempo. Voglio rendervi noto che durante quest’intervista sono arrivato a quota 6000 twit… Se non sono grandi traguardi questi!».
Ultima domanda, difficilissima: come finirà Palermo-Catania?
«Questo è un colpo basso! Direi che è bene trovare un equilibrio, quindi visto che all’andata ha vinto il Catania, ora ci starebbe una bella vittoria del Palermo, no?»
Beh, qualcuno potrebbe anche avere qualcosa da ridire, ma l’intervistato ha sempre ragione.
«L’importante è che sia una bella partita e che non si faccia male nessuno».