Fabrizio Serrano fa chiarezza sulle voci circolate nelle ultime ore, alimentate anche da messaggi postati sui social dai dipendenti di Jolly cinematografica, la società che ha gestito la struttura fino alla pausa estiva. In programma il restauro dell'edificio e un piano di riconversione, ma bisogna reperire i fondi
Cinema Odeon, il proprietario smentisce la chiusura «Nel futuro cambio di gestione e apertura al teatro»
Non c’è in programma alcuna chiusura definitiva per il cinema teatro Odeon di via Filippo Corridori a Catania. Lo assicura uno dei proprietari, Fabrizio Serrano, che tiene a far chiarezza sulle voci circolate nelle ultime ore. Un passaparola alimentato anche dai messaggi pubblicati su Facebook da alcuni dipendenti della società che – fino a domenica scorsa – deteneva la gestione della struttura, la Jolly cinematografica. Si trattava – oggi la pagina dell’Odeon è stata cancellata – di post di saluto, forse fin troppo stringati, che hanno avuto l’inaspettato effetto di dare il via al diffondersi dei rumors sulla fine delle proiezioni.
«Tutte chiacchiere, non c’è nessuna incognita – spiega uno stizzito Serrano, la cui famiglia è proprietaria del cinema da tre generazioni – Con l’avvio della chiusura estiva c’è stata anche la riconsegna dei locali da parte dei gestori degli ultimi anni». I quali, comunque, non intendono proseguire nell’attività, ed è stata determinante in questa scelta anche la crisi che attraversa il settore, dove le saracinesche abbassate restano all’ordine del giorno. «Ma non è il nostro caso, l’obiettivo è di riaprire comunque a settembre – aggiunge il titolare della storica sala a pochi passi da via Umberto – nel frattempo stiamo valutando varie soluzioni per reperire i fondi necessari per la ristrutturazione».
Già, perché l’Odeon, piccolo gioiello art decò costruito in epoca fascista con la regia dell’architetto Carmelo Aloisi, mostra comunque i segni del tempo che passa. Sarebbe necessario infatti il recupero degli spazi aperti al pubblico, una sorta di restauro – fa capire Serrano – che consenta anche di ammodernare il cinema fin dove è possibile. «I gestori non potevano sostenere questo genere di costi – racconta il proprietario – l’edificio è abbastanza malridotto ma non a livello strutturale, noi invece stiamo ragionando su quali fonti di finanziamento potrebbero fare al caso nostro».
Sembra comunque che l’elenco di cinema dismessi o riconvertiti in teatri e sale conferenze – dal 2000 a oggi più di una decina in città – sia destinato a non allungarsi ulteriormente. In programma c’è anche una parziale riconversione dell’Odeon: «Pensare oggi di rendere remunerativo un cinema monosala è quasi impossibile – conclude Serrano – vorremmo piuttosto diversificare l’uso che si fa della struttura guardando certamente al teatro, ma non solo».