Ciechi siciliani, fondi regionali bloccati «A rischio posti di lavoro e assistenza»

Sono 35mila i non vedenti e 12 mila gli ipovedenti siciliani assistiti regolarmente da anni dall’Unione italiana ciechi, dalla Stamperia regionale Braille e dal centro Hellen Keller di Messina che si occupa dell’addestramento dei cani guida, per cui si prospetta ancora più complicata la vita nel futuro. A seguito dell’impugnazione della legge finanziaria della Regione Siciliana – bocciati dal commissario dello Stato 34 articoli su 46 -, sono a rischio anche i fondi a loro necessari per attività come assistenza, accompagnamento, la fornitura dei cani guida e il diritto allo studio, con l’impossibilità di pagare la copiatura dei libri scolastici in braille. I fondi riguardano sia il 2013 che il 2014, e la mancata approvazione mette a rischio anche molti posti di lavoro.

«Non ci aspettavamo questo durissimo colpo», dichiara Giuseppe Castronovo, presidente regionale dell’Unione italiana ciechi, durante una conferenza stampa questa mattina nella sede del polo tattile multimediale di via Etnea. «Sono bisogni primari per noi e senza questi fondi, peraltro già ridotti rispetto al passato, ci ritroveremmo ancora più disabili. La cecità – ricorda – è stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità la menomazione fisica più grave».

I fondi destinati all’associazione erano già stati bloccati una volta, perché inseriti nella ex tabella H impugnata lo scorso anno, anche quella, dal commissario dello Stato. Una situazione che lasciava inquieti i ciechi e gli ipovedenti siciliani, «anche alla luce del fatto che gli enti svolgono le loro funzioni in base ad una apposita legge regionale che li ha delegati ad operare in questa direzione, in considerazione delle competenze specifiche, delle professionalità e della necessità di operare con continuità e tempestività», spiega ancora il presidente regionale. La soluzione trovata era quindi un apposito capitolo nella Finanziaria regionale.

«E’ un caso questo, in cui la legge va oltre i limiti, perché non si ferma al controllo di legittimità, ma entra nel merito della questione», afferma Giuseppe Terranova, vice presidente nazionale dell’Unione ciechi e presidente del centro regionale Hellen Keller. E poiché i responsabili della legge Finanziaria, come ricorda il presidente della sede di Palermo dell’Uici, Giuseppe Scaccia, «sono all’Assemblea regionale siciliana, sono loro che devono subito fare qualcosa per salvaguardare i servizi che ci permettono di vivere meglio».

«Non lasciateci soli», chiede Terranova e «non toglieteci la luce che per noi è il braille», aggiunge Pino Nobile, presidente della stamperia catanese, nell’appello che l’associazione di ciechi e ipovedenti lanciano alla politica regionale per il ripristino dei fondi. In corso di studio «il modo migliore per farci sentire – dice ancora Terranova – Probabilmente una organizzeremo una manifestazione».

E se a rischio sono i servizi destinati ai non vedenti e agli ipovedenti siciliani, lo sono anche i posti di lavoro di chi offre questi servizi: 60 dipendenti nelle varie sede regionali dell’Uici, 29 nella stamperia e la collaborazione di 12 cooperative sociali. «Speriamo che la situazione si risolva perché sono operatori specializzati che rimarrebbero a casa», dice Giuseppe Castronovo. Per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà che un non vedente incontra ogni giorno, infine, Castronovo invita «a chiudere gli occhi e muoversi così per dieci minuti. Non è proprio lo stesso, ma almeno vi farete un’idea di come viviamo».


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