Ciapi: da 24 ore incrociano le braccia 1754 operatori per scadenza dei contratto

PRIMO GIORNO SENZA SERVIZI PUBBLICI PER L’IMPIEGO IN SICILIA. LA DOTTORESSA CORSELLO AVEVA GARANTITO LA COPERTURA DAL 23 APRILE AL 4 MAGGIO PER GLI OPERATORI DA AGGANCIARE ALLA YOUTH GUARANTEE. SIAMO SICURI CHE IL 5 MAGGIO SARA’ TUTTO PRONTO PER SOTTOSCRIVERE I CONTRATTI? FORMA SICILIA CHIEDE L’ACCESSO AL FONDO DI GARANZIA

Primo giorno senza Servizi pubblici per l’Impiego in Sicilia. Nell’Isola esiste il reato di interruzione di pubblico servizio? Sarebbe utili conoscere la risposta per meglio comprendere ciò che accade da ventiquattro ore nella nostra Regione in materia di mercato del lavoro.

Parte con oggi il countdown (conto alla rovescia), appuntamento che terrà compagnia ai lettori che riterranno di darci fiducia e che mira a sommare i giorni che occorreranno al Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, per avviare il progetto “Youth Guarantee” in Sicilia. Con l’avvio del Programma “Garanzia giovani” mille e 754 operatori degli ex sportelli multifunzionali, o una parte di essi, dovrebbero essere ricollocati, dopo l’esperienza di sei mesi presso il Ciapi di Priolo conclusa lo scorso 22 aprile.

La questione si sintetizza nella seguente domanda: quando verrà avviato il programma “Youth Guarantee”? Nell’ultima riunione in sede di Conferenza Stato-Regioni è stato dato il via libera sulla organizzazione degli obiettivi della Youth Guarantee da raggiungere autonomamente sul territorio seppur all’interno delle finalità generali. Gli obiettivi, però, si raggiungono con un progetto esecutivo non a chiacchiere!

L’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, se non si ravvede in tempo, potrebbe accucchiari (racimolare) una brutta figuraccia, peggiore di quella appioppata dal predecessore, Ester Bonafede.

Ieri, a margine dei lavori d’Aula a Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano, i referenti dell’associazione degli enti formativi Forma Sicilia hanno incontrato il presidente della commissione Bilancio e Finanze, Nino Dina, per rappresentare l’emergenza occupazionale dovuta alla cessazione del progetto Spartacus ed alla mancata prosecuzione delle attività e con il futuro buio, senza alcun segnale di programmazione esecutiva. È stato chiesto al presidente Dina di assumere l’impegno a reperire le risorse necessarie a rimpinguare il Capitolo di bilancio del Fondo di garanzia.

La richiesta, riferiscono dall’associazione Forma Sicilia, trae spunto da quanto disposto dalla legge regionale n.10 del 7 giugno 2011 in materia di utilizzo, con carattere di sussidiarietà, complementarietà o di anticipazione in favore dei lavoratori posti in mobilità per il tempo necessario all’avvio della “Youth Guarantee” o della terza annualità dell’Avviso 20/2011.

Molti enti formativi, intanto, hanno avviato i processi di mobilità del personale interessato per il periodo che va dal 23 aprile a 4 maggio, con contestuale sospensione dell’erogazione dei Servizi formativi all’utenza siciliana. Alcuni invece hanno dato seguito al periodo di preavviso per il licenziamento a sensi della legge n.223 del 23 luglio 1991.

Una condizione scandalosa, quella dell’inadeguatezza di questo esecutivo regionale che, in tempi non sospetti, avevamo già anticipato. Del resto, dopo quasi diciassette mesi di monitoraggio dell’azione di governo ci siamo resi conto che le parole e le chiacchiere hanno sostituito l’agire. Quello del presidente Crocetta è il Governo degli spot. Almeno sulla Formazione professionale.

Non era difficile, per la verità, immaginare che Crocetta & C. giungessero alla scadenza del 22 aprile senza niente in mano. Gli operatori degli ex Sportelli multifunzionali, per l’intanto rientrati presso gli enti di appartenenza, erano convinti che ci fosse una proroga dei sei mesi di attività sotto l’egida del progetto “Spartacus”. Invece non è andata così. Eppure pensavamo che l’esperienza della mancata proroga degli Avvisi triennali 1 e 2, scaduti al 30 settembre 2013, avesse convinto i mille e 754 operatori che di questo Governo regionale non ci si può fidare. Qual è lo scenario?

Lo scorso 19 aprile avevamo riportato l’impegno assunto dall’assessore Bruno nei riguardi dei sindacati in merito al reimpiego del personale utilizzato nel progetto Spartacus nel nuovo programma “Youth Guarantee”. Lo stesso assessore ha affermato che dette attività partiranno il 5 maggio e la cui finalità è quella di dare risposte occupazionali ai giovani nella fascia tra i 15 e i 29 anni. Inoltre la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim del dipartimento Lavoro, ha altresì garantito che avrebbe trovato soluzioni idonee per garantire i lavoratori, dal punto di vista contributivo e retributivo per il periodo intercorrente tra la cessazione delle attività del progetto Spartacus, fissata per il 23 aprile e la data di avvio delle nuove attività. E adesso cosa si fa? Dove sono le soluzioni?

Non è facile descrivere un possibile scenario. Il clima si è arroventato ed è partita la caccia alle streghe. Indicare Tizio o Caio come responsabile della perdita del proprio posto di lavoro sta diventando una quotidianità, e in un clima infuocato ed emergenziale come questo, l’uso delle parole diventa determinante.

Il 23 aprile, dicevamo, segna il primo giorno di inattività degli ex sportellisti e la sospensione in Sicilia dell’erogazione dei Servizi formativi. Il Governo regionale perché non mette fine a tutte queste polemiche, alla confusione che alimenta solamente incomprensioni tra i lavoratori, dicendo quello che ha fatto ad oggi? Perché il presidente Crocetta, amante degli annunci e degli spot non dichiara “a reti unificate” che il progetto esecutivo è pronto e che i lavoratori potranno riprendere il proprio lavoro? Purtroppo non è così, regna il buio utile solo a disorientare lavoratori, enti, uffici periferici dell’amministrazione regionale, cittadini, utenti ed osservatori.

Per avviare mille e 754 operatori agganciati alla “Youth Guarantee” occorre che il Governo regionale costruisca un percorso amministrativo corretto che ha, come primo momento, l’approvazione di un atto di indirizzo politico. Serve una delibera di Giunta regionale con la quale si individuano gli obiettivi da raggiungere, le risorse finanziarie, le modalità, i tempi e soprattutto l’Organismo intermedio che dovrà gestire i progetti.

Sarà il Ciapi di Priolo? Può darsi, ma va detto. Se il Governo regionale del presidente Crocetta ha già nelle mani l’atto di indirizzo che cosa c’aspetta a renderlo pubblico? Motivi elettorali? Oppure più semplicemente la delibera di giunta non è stata ancora formalizzata?

Ci chiediamo: esiste un progetto di massima su cosa intende fare l’amministrazione regionale? E se sì, è stato redatto il progetto esecutivo dal quale, per esempio, si possano desumere le figure professionali da avviare al lavoro? Se il dipartimento regionale al Lavoro è in possesso del progetto esecutivo, ci chiediamo: come mai lo tiene custodito nelle segrete stanze dell’assessorato alla Famiglia?

Certo che le imminenti elezioni al parlamento europeo il clima nei corridoi dei palazzi della politica lo ha alterato. Ci rifiutiamo di immaginare che il progetto esecutivo resti chiuso o alla visione di pochi nell’intento di essere utilizzato come scudo per raccattare qualche migliaio di voti. Ci rifiutiamo di pensarlo. Ed allora, se c’è il progetto che venga mostrato e presentato ai lavoratori ed agli osservatori interessati.

Diversamente, se non esiste traccia alcuna di una bozza di progetto, beh, le responsabilità aumenterebbero perché significherebbe tempi lunghi per la ripresa lavorativa. Ed ancora, esiste già il Piano di lavoro da dove si evince chi fa cosa? Documento essenziale per definire l’organizzazione del lavoro su base territoriale. Sarà utile, per esempio, sapere se gli operatori andranno presso i Centri per l’Impiego a prestare la propria opera oppure saranno dislocati presso altre sedi. Di tutto questo l’amministrazione ha contezza, ha già e idee chiare? Se così è, ci chiediamo come mai non ne abbiano dato notizia.

La verità è che annunci e comunicarti non ne servono più. La materia è delicata e complessa e va gestita da competenti e non dagli “amici degli amici”. Nel panorama della pubblica amministrazione regionale, fatta eccezione per qualche sparito caso di esperto interno alla Regione siciliana, non pare possano rinvenirsi intelligenze sul profilo giuslavorista. Ed allora che succederà? Il Governo regionale pare divertirsi a fare il “Mandrake”. Prima ha preso per i fondelli i lavoratori e gli enti formativi, adesso si è divertito con le organizzazioni sindacati di categoria.

Cosa resta da fare oltre la denuncia? Ben poco, la politica, quella rappresentata all’Assemblea regionale siciliana, ha dimostrato di nona vere tempo per dedicarsi ai temi seri come quello del mercato del lavoro e dell’utilizzo efficace ed efficiente delle mille e 754 professionalità sul territorio per dare adeguate risposte ai cittadini siciliani. Troppo impegnano a non dispiacersi dal governatore siciliano per restare in trincea a battagliare per il riconoscimento del diritto al lavoro e per il rispetto delle regole e delle norme.

Resta uno scoglio che pare insormontabile. Le leggi. Almeno quello che sbarrano l’accesso alla pubblica amministrazione regionale dei mille e 754 ex sportellisti che, è il caso ricordare, sono ad oggi vincolati da contratto di lavoro a tempo determinato ai sensi e per gli effetti della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976. Esattamente nella stessa condizione giuridica dei lavoratori degli Interventi formativi e di coloro che, assunti entro il 31 dicembre 2008 ed iscritti regolarmente all’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale, si ritrovano ad operare nella filiera dell’obbligo scolastico.

Se qualcuno si è bevuto il cervello, ritorni con i piedi per terra. Il diritto alla tutela della retribuzione ed alla continuità della prestazione lavorativa è uguale per tutti i dieci mila operatori del settore formativo regionale. Tutti offrono un servizio di rilievo pubblico, di pubblica utilità. Mai dimenticarlo! La legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 si applica alla stessa stregua alla garanzia di tutta la platea iscritta al citato Albo regionale, senza figli e figliastri.

Sul tema è sufficiente ricordare il blocco delle assunzioni, il vincolo patto di stabilità aggravato ulteriormente dall’effetto del “decreto Renzi” sulle ottanta euro in busta paga per qualche milione di lavoratori. E poi non dimentichiamo che a carico del Fondo sociale europeo l’amministrazione regionale difficilmente potrà dichiarare eleggibili spese per il personale della pubblica amministrazione o per le partecipate a carico dell’Unione europea.

 

 


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