Il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni confiscati alla mafia ha disposto lo scioglimento della società. Piastra (Fillea Cgil): «Decisione incomprensibile»
Chiude l’Immobiliare Strasburgo A rischio 37 posti di lavoro
Nel 1993 fu il più grosso sequestro mai compiuto in Italia, oggi, l’Immobiliare Strasburgo srl si avvia verso la chiusura, con relativo licenziamento dei 37 dipendenti. La fine dell’azienda, messa in piedi da Vincenzo Piazza, imprenditore ritenuto vicino ai vertici di Cosa nostra, che negli anni 90 aveva fondato un impero fatto di centinaia di proprietà immobiliari, è stata decretata dal consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni confiscati alla mafia, che ha disposto lo scioglimento della società.
«Questa decisione è incomprensibile – dice Francesco Piastra, segretario della Fillea Cgil – perché l’impresa allo stato è operativa e ci risulta avere una buona situazione economica e patrimoniale. Ci preoccupa questa scelta, perché porterà alla perdita del posto di lavoro per 37 dipendenti, con gravi ripercussioni sul piano sociale e, ci permettiamo di dire, culturale, posto che l’esito di una procedura di riconduzione alla legalità di un’azienda non può essere quello della sua chiusura e del licenziamento dei suoi lavoratori».
Secondo la Fillea, il buono stato dell’azienda potrebbe rendere invece praticabile una delle ipotesi di destinazione previste dalla legge vigente in materia, con la scelta di un’opzione che favorisca la continuità dell’attività produttiva e il mantenimento dell’occupazione. «Per tali motivazioni – conclude Piastra – chiediamo che l’Agenzia revochi il provvedimento e attivi un urgente confronto con i sindacati per discutere di soluzioni alternative alla liquidazione dell’azienda, nella prospettiva della continuità produttiva ed occupazionale. In tempi rapidi, visto che la decisione dell’Agenzia sarà ratificata il 27 novembre davanti al notaio».