Il settore, privo di un regolamento specifico, rimane in uno stato di incertezza. Il Comune respinge nuove istanze per le piazze Trento, Verga, Borsellino e Mazzini. Ognuna con argomenti specifici. Il rischio, come sempre, è una raffica di ricorsi al Tar
Chioschi, i nuovi dinieghi di Palazzo degli elefanti Dal problema dei parcheggi agli «obiettivi sensibili»
Il piano generale dei chioschi continua a latitare, e fioccano i dinieghi del Comune alle richieste dei privati. Come raccontato da MeridioNews a inizio maggio, Palazzo degli elefanti non ha mai adottato un provvedimento «di sistema» per mettere ordine nel settore. E, con motivazioni diversificate, si ritrova a rimandare indietro le istanze di chi un nuovo chiosco vorrebbe invece aprirlo. Esponendosi, come è già accaduto più volte in passato, ai ricorsi che i diretti interessati producono dinnanzi al Tar. Negli ultimi giorni, tra il 3 e il 6 luglio, è arrivata la pubblicazione in albo pretorio di una nuova partita di dinieghi. Niente seltz al limone o frappè alla Nutella nelle piazze Verga, Mazzini, Trento e Borsellino.
Come anticipato, gli argomenti che sostanziano il respingimento dell’istanza non sono fotocopiati. Sono, piuttosto, legati alle specificità dei luoghi. Per quel che riguarda piazza Trento, per esempio, la contrarietà degli uffici è basata non soltanto sul fatto che in quella zona non esistano nuovi parcheggi, ma anche sulla circostanza – segnalata dai polizia municipale – che su piazza Trento sono attive due piccole isole pedonali. Un quadro che non permetterebbe l’inserimento di un nuovo «magnete accumulatore di carico urbanistico». L’area è per altro considerata «di pregio e di valenza storica». Per altro, dettaglio non da poco, «non è servita da pubblica fognatura». E il progetto presentato dal privato non prevede alcunché per lo smaltimento dei reflui.
Da piazza Trento a piazza Mazzini la musica non cambia. Le motivazioni del niet comunale invece sì, sensibilmente. Al di là del tema dei parcheggi – che comunque è presente anche qui – l’istanza, avanzata lo scorso 22 febbraio, viene respinta perché la piazza «si trova all’interno del centro storico, in prossimità di piazza Duomo e in adiacenza del mercato storico della Pescheria, e si configura pertanto come un’area di pregio e di valenza storica». C’è da dire, per di più, che il cittadino che aveva avanzato la richiesta non ha partecipato ad alcun bando dell’amministrazione per l’assegnazione di parcheggi collegati ad attività commerciali e, stranamente, la sua azienda non risulta iscritta alla Camera di Commercio dal 2003.
Allo stesso cittadino viene «rimbalzata» una seconda istanza che prevedeva un cioschetto in piazza Verga, in corrispondenza del civico 20, ovvero all’altezza della bancarella dei libri. Richiamati ancora una volta i problemi generati dall’impossibilità di prevedere nuovi parcheggi, il provvedimento della direzione Attività produttive segnala che nelle vicinanze sono presenti «obiettivi sensibili» come «gli uffici giudiziari e il comando provinciale dell’arma dei carabinieri», dunque costruire un luogo di ritrovo e socialità è un’ipotesi da escludere.
L’ultimo diniego riguarda piazza Paolo Borsellino, ovvero la ex piazza Alcalà. Qui il titolare di una ditta di commercio all’ingrosso nel campo della ferramenta avrebbe voluto allestire una struttura da circa otto metri quadrati. L’amministrazione risponde che, per la gestione di quella piazza, è in vigore una convenzione stipulata con l’Amt l’uno settembre 2015, secondo la quale non è possibile effettuare attività diverse dal parcheggio e dal capolinea dei mezzi del trasporto pubblico. Il privato, inoltre, risulta sì iscritto alla Camera di Commercio, ma per «un settore merceologico non alimentare».