A un anno dal cedimento della parete di delimitazione, nessun documento è mai arrivato sul tavolo del dirigente dell'Azienda foreste demaniali Luigi Piccinini: «Senza quello, i lavori non possono iniziare». Il Comune di Acireale potrebbe agire in danno al proprietario, ma fino a oggi l'ipotesi è sempre stata scartata
Chiazzette, un muro chiamato Godot Azienda foreste: «Mai ricevuto progetti»
Un muro chiamato Godot. Scomodare Samuel Beckett per parlare di Acireale forse è eccessivo ma, a distanza di un anno dalla tromba d’aria che il 5 novembre 2014 si è abbattuta sulla città, la storia della parete di delimitazione ceduta lungo il percorso turistico delle Chiazzette inizia ad acquisire tratti surreali. Nessun progetto, infatti, è ancora arrivato all’Azienda foreste demaniali – ente gestore dell’area – nonostante le reiterate promesse da parte del Comune di risolvere nel più breve tempo possibile la questione.
E questo anche se la ricostruzione, che per legge spetta al privato proprietario del terreno a cui appartiene il muro, sarebbe a costo zero per l’amministrazione Barbagallo: «Rieccoci qui a distanza di mesi – dichiara al telefono a MeridioNews, il dirigente dell’Azienda forestale Luigi Piccinini – purtroppo però non posso darvi novità. E questo perché novità non ce ne sono: rimaniamo in attesa di ricevere il progetto, che andrà valutato nella sua pertinenza, per poter poi dare inizio ai lavori». Gli unici incontri avuti con il tecnico delegato dal privato a interloquire con l’Azienda risalgono al mese di luglio: «L’ho incontrato due volte – continua il dirigente -. Si è discusso sul da farsi e la sensazione è stata quella di voler affrontare la problematica in maniera celere. Da allora, però, nessun documento è arrivato sul mio tavolo».
E questo mentre proprio nei giorni scorsi, al palazzo del Turismo di Acireale, il deputato regionale Nicola D’Agostino – principale sponsor dell’amministrazione comunale – ha commentato i passi avanti compiuti nella gestione delle risorse stanziate a gennaio dalla Regione per la ricostruzione post-calamità. Passi avanti che, però, a detta della protezione civile – organo deputato a evadere i singoli finanziamenti – al momento sono limitati a soli sei progetti: «È vero che si tratta di soltanto una decina di metri di muro a secco – commenta Piccinini – ma l’intervento che andrà fatto non sarà banale. La pressione del terreno soprastante, infatti, continua e bisognerà fare in modo che non si verifichino ulteriori cedimenti».
Valutazioni tecniche che tuttavia rimangono sospese dal momento che a oggi non esiste un progetto. Senza contare il possibile peggioramento della situazione a causa della stagione autunnale: «Le piogge delle scorse settimane di certo non hanno fatto bene», conclude il dirigente dell’Azienda foreste demaniali. Davanti a tale lentezza, al Comune – che già nei mesi passati è stato al centro di una polemica con l’ex dirigente dell’Azienda, Susanna Simone, per i ritardi con cui è stata rintracciata la proprietaria del terreno – rimarrebbe sempre la possibilità di agire in danno al proprietario. Scelta che comunque fino a oggi è sempre stata tralasciata dall’amministrazione. Risale, infatti, alla scorsa settimana l’ultimo contatto tra l’assessorato all’Ambiente e la proprietaria dell’immobile, con l’ennesima richiesta di provvedere al più presto alla messa in sicurezza del muro. Nella speranza che gli acesi dimostrino la stessa pazienza dei personaggi del capolavoro di Beckett, Vladimir ed Estragon.