Loro sono stati lì, dietro le quinte, nei laboratori e nelle cucine di casa. Soli o in compagnia a cuocere, impastare, mescolare arrotolare e infine friggere. Sono tutti quelli che hanno permesso che bar e tavole d’appartamento si trasformassero in campi da bocce
Chi sono i veri eroi di Santa Lucia Nonne, zie, e … i poveri aiuto chef
Mischinazzi. Che siano nonne, zie, nipoti di settima generazione o aiuto chef di prestigio sono loro i veri eroi di Santa Lucia. Non le arancine, né tutti noi che non avremo più spazio in pancia per le prossime ore. Giusto la Santa, magari, che poverina ormai sembra l’ultima arrivata. Di arancine ma anche panelle e soprattutto cuccìa, la vera pietanza identitaria di questa giornata all’insegna di un religioso e indiscriminato mangia mangia.
Loro sono stati lì, dietro le quinte, nei laboratori e nelle cucine di casa. Soli o in compagnia a cuocere, impastare, mescolare arrotolare e infine friggere. Sono tutti quelli che hanno permesso che bar e tavole d’appartamento si trasformassero in campi da bocce. Carne, burro, zafferano, sugo, pepe e tutte le altre venute dopo (dagli spinaci al salmone passando per la leggerissima salsiccia). Un mix di odori e sapori che avranno reso i cuochi davvero ubriachi.
Fossimo stati in loro, probabilmente, oggi avremmo voluto solo un po’ si scarola in brodo. E avremmo pregato la Santa per farci tornare a veder la luce dopo la nebbia della frittura. Ma è a loro, alla loro passione, al loro spirito di sacrificio e al loro senso del dovere che tutti noi, oggi, diciamo grazie.
E buona arancina a tutti.