I fan dell’allegra combriccola di Alex il leone, la zebra Marty, la giraffa Melman e Gloria l’ippopotamo li avevano lasciati tre anni fa nella giungla dell’affascinante isola del Madagascar a dimenarsi a ritmo di I like to move it, ma con la costante voglia di fare ritorno al loro habitat. In questo nuovo episodio, però, scopriranno qual è davvero la loro culla ancestrale: non la giungla d’asfalto di New York bensì la savana del Continente Nero, dove un atterraggio di fortuna li farà precipitare.
La storia sembra un po’ forzata e già detta, con la scomparsa del cucciolo Alachei (alla stregua del pesciolino Nemo) fino ad una scena nella palude che ricorda parecchio il bacio tra la Sirenetta e il suo amato, ma i temi e l’umorismo sanno adattarsi perfettamente ai tempi correnti. Alex è il re di New York City, un perfetto ballerino che sfoggia passi di danza alla Michael Jackson e ritmi da Flashdance e che non si tira indietro di fronte al rito di passaggio perché lo considera un talent show per giovani emergenti. Motomoto, una new entry, è il figo della situazione, un ippopotamo latin lover dai pettorali scolpiti e dalla seduzione facile. Makunga è l’antagonista, doppiato da Alec Baldwin e ispirato al noto attore nel look, dalla chioma cotonata e folta e con lo sguardo glaciale.
Come in ogni cartoon che si rispetti anche in Madagascar 2 passa una morale che intenerisce il pubblico: amicizia e amore sopra tutto. Un amore che varca ogni confine, anche di razza, a lungo tenuto nascosto e ora rivelato solo in prossimità di un’apparente morte e un’amicizia che dura nel tempo e che fa rivalutare ognuno come unico e irripetibile, malgrado la conformità al branco conduca spesso a rendere tutti identici.
Parecchie sono anche le “strizzatine d’occhio” al pubblico adulto come i ripetuti riferimenti al numero 69, lo stravagante amore di un pinguino per la sua “bambola” in senso letterale, un bacio tra due animali maschi, un re Julien che salta fuori dalla torta conciato come una femminuccia con tanto di gonnellina hawaiana e noci di cocco sul petto, fino al cattivo della situazione che apprezza in regalo una borsetta a tracollo! Ecco gli ingredienti disseminati nel testo dagli sceneggiatori per rendere appetibile un cartone animato ai più grandi.
Anche l’America è presa di mira, ricordata visivamente in un flashback quando ancora svettavano le torri gemelle su Manhattan e poi dalla presenza di una frotta di turisti provenienti dalla Grande Mela a fare il safari africano, capeggiati da un’ancora arzilla nonnina-ninja (la vecchietta già presente nel primo Madagascar). Il gruppo americano riesce a cavarsela, ma ciò non sembra venir apprezzato, piuttosto evidenziato come arrogante predisposizione del newyorkese medio, capace di gestire tutto a proprio uso e consumo.
Una curiosità. I personaggi sono animati in 3D con la peculiarità dello strech and snap che rende i soggetti più snodabili ed elasticizzati. Alle movenze realistiche si associano voci di star affermate come Ben Stiller (il leone), Chris Rock (la zebra), David Schwimmer (la giraffa) e Jada Pinkett Smith (l’ippopotamo) nella versione in lingua originale e il duetto comico Ale & Franz per la coppia di amici Alex e Marty nella traduzione italiana.
“In questo secondo capitolo volevamo affrontare il tema della contrapposizione tra civiltà e vita allo stato selvaggio, trasformando il film in una storia d’amicizia tra animali e testando i loro legami nel momento in cui si ritrovano a vivere nel loro reale habitat naturale”, così dichiarano il loro intento i registi Eric e Darnell e Tom McGrath. E ricordano che la saga continua e, a cadenza triennale, potrebbe durare ancora a lungo.
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