Da almeno un anno diciamo che il precariato prima avrebbe eroso i fondi di interi settori dell'amministrazione regionale e, poi, gli stipendi del personale. E' esattamente quello che si sta verificando, come denunciano anche le tre organizzazioni sindacali
Cgil, Cisl e Uil al Governo Crocetta: “Non vi consentiremo di sacrificare i dipendenti pubblici siciliani”
DA ALMENO UN ANNO DICIAMO CHE IL PRECARIATO PRIMA AVREBBE EROSO I FONDI DI INTERI SETTORI DELL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE E, POI, GLI STIPENDI DEL PERSONALE. E’ ESATTAMENTE QUELLO CHE SI STA VERIFICANDO, COME DENUNCIANO ANCHE LE TRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
Da un anno scriviamo che per mantenere i precari la Regione siciliana avrebbe sacrificato ‘pezzi’ dell’Amministrazione regionale e, scavando scavando, anche gli stessi dipendenti pubblici della Sicilia. Il blocco della legge Finanziaria regionale – causato non dall’impugnativa dell’Ufficio del Commissario dello Stato, ma dall’incapacità del Governo di Rosario Crocetta di individuare le priorità – ha lasciato mezza Regione senza soldi. Come volevasi dimostrare. Ma adesso si sta avverando anche la nostra seconda previsione: il taglio di risorse ai dipendenti pubblici.
Non siamo noi a dirlo – non l’abbiamo solo previsto già un anno fa – ma i vertici delle Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil della Sicilia. Stasera un comunicato di queste tre organizzazioni sindacali racconta che l’incontro con l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, è saltato.
Ma non è solo lo slittamento di qualche giorno a preoccupare i vertici delle tre organizzazioni sindacali. la vera preoccupazione è rappresentata dall’atteggiamento del Governo regionale che, tanto per cambiare, non sa che pesci prendere.
Tre o quattro settimana fa l’assessore Bianchi aveva dato per quasi fatta la manovra aggiuntiva. C’era addirittura un Decreto legislativo varato dal Governo nazionale – allora retto da Letta – che avrebbe consentito alla Regione di utilizzare una cospicua parte delle risorse appostate nel fondo rischi del Bilancio regionale 2014.
Ovviamente, era una balla totale. Infatti, un mese dopo non c’è un tubo. Anzi, arrivano brutte notizie. L’assessore all’Economia che dava la manovra bis quasi fatta nelle sorse settimane, adesso, in perfetto stile Rosario Crocetta- Muos di Niscemi, ci ha ripensato. Adesso, come ricordano nel comunicato Cgil, Cisl e Uil, Bianchi avverte che “non sarà certamente possibile liberare tutte quelle somme e saremo costretti a fare delle scelte”.
Eccoci arrivati al dunque: Cgil, Cisl e Uil della Sicilia temono “che le scelte possano essere fatte sulla pelle dei tanti lavoratori del pubblico impiego siciliano che già hanno pesantemente contribuito al risanamento delle ‘casse’ pubbliche”.
“I lavoratori della Regione e degli enti, dei Comuni, delle Province e delle partecipate – sottolineano i vertici delle tre organizzazioni sindacali – aspettano risposte adeguate che diano garanzie sul loro futuro lavorativo e retributivo: già adesso molti enti non sono in condizione di garantire il regolare pagamento degli stipendi e la prosecuzione delle attività”.
Le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil “ribadiscono al Governo regionale l’urgenza di procedere senza indugio ad un confronto sulle priorità da affrontare per la salvaguardia del pubblico impiego siciliano e mantengono lo stato di agitazione del personale che, in assenza di risposte entro le prossime 48 ore, si trasformerà in azioni di lotta più incisive”.
Tutti in piazza? Ormai è solo questione di tempo.