Un viaggio della speranza lungo almeno cinque ore. Non un volo intercontinentale per affidarsi al migliore degli istituti ospedalieri all’avanguardia, ma cinque, interminabili ore di autostrada, da percorrere almeno un paio di volte al mese per raggiungere le attrezzature robotiche di neuroriabilitazione nell’unico centro che in Sicilia le ospita (che si trova a Messina). È la storia di tanti, tantissimi pazienti siciliani residenti nella parte occidentale dell’Isola, che viaggiano da un capo all’altro della Sicilia per accedere alla terapia riabilitativa robotizzata all’interno dell’Irccs Bonino Pulejo di Messina, l’istituto di ricovero e cura che in Sicilia si occupa in generale di neuroscienze e in particolare di neuroriabilitazione. Naturalmente, il Bonino Pulejo ha già attivato delle sedi distaccate di neuroribilitazione, per venire incontro alle esigenze dei pazienti. È stato così a Caltanissetta, sarà così a Trapani, dove a inizio novembre sarà tagliato il nastro del nuovo reparto nell’ospedale di Salemi.
Mentre le convenzioni con istituti nisseno e trapanese sono già realtà, il rapporto con Palermo è stato più complicato del previsto. In un primo momento, l’Irccs messinese aveva suggerito come sua sede satellite Villa delle Ginestre, unità ospedaliera di proprietà dell’Asp di Palermo specializzata nella cura dei pazienti con lesioni spinali. Ma l’accordo si è inceppato. «Avevamo suggerito Villa delle Ginestre – spiega il direttore generale del Bonino Pulejo, Angelo Aliquò – perché si tratta di un centro che nasce per la riabilitazione utilizzato al 50 per cento delle sue possibilità. Dispone di 60 posti letto, ma ne vengono impiegati solo 30 attivati per i medullolesi spinali, tecnicamente identificati con il codice 28-unità spinale. Il nostro istituto assieme al codice 28 è in grado di offrire cure sia per il 75 che riguarda la riabilitazione delle gravi celebrolesioni acquisite, sia per il 56 la riabilitazione semplice».
Aliquò puntualizza: «Oltre ad attivare i ricoveri, avremmo gestito tutto o una parte della struttura, fornendo il nostro know-how e arruolando altro personale nell’ambito di progetti di ricerca finanziati con fondi esterni all’Asp. Senza dimenticare che avremmo anche trasferito le attrezzature robotiche, tra le più significative il Lokomat, un esoscheletro molto avanzato. Ovviamente la struttura in via Castellana avrebbe continuato ad assistere i medullolesi spinali, oltre che persone afflitte da patologie neurologiche e soggetti con esiti di ictus o emorragie cerebrali. In sostanza – ha ribadito – sarebbero state curate persone identificabili con i codici 28, 75 e 56». Ma Villa delle Ginestre, al momento, sembra essere stata scartata in favore dell’ospedale Cimino di Termini Imerese, dove non esiste un’unità specificamente attrezzata con personale e apparecchiature per la riabilitazione. Almeno secondo la ricostruzione di Aliquò.
«In uno scambio epistolare – ha proseguito Aliquò – il direttore dell’Asp di Palermo, Antonio Candela ha motivato la scelta manifestandomi la contrarietà delle associazioni dei medullolesi ad attivare la convenzione fino a quando non sarà definita la rete ospedaliera regionale». Una posizione sulla quale, probabilmente, ha pesato la notizia della sospensione del codice 28 a Villa delle Ginestre. «Ma si è trattato di un disguido che è stato già chiarito», ha osservato Aliquò. Il riferimento è al decreto emanato dall’assessorato regionale alla Salute il 29 giugno scorso per la rimodulazione dei posti letto nella rete ospedaliera palermitana. Per un errore, il codice 28 che denota Villa delle Ginestre come unità spinale unipolare è stato indicato come 56. Un rischio che appare ormai superato, come ha confermato l’assessore regionale alla Salute: «Non c’è nulla da chiarire – ha assicurato Baldo Gucciardi – il codice 28 non è mai stato disattivato. Ho incontrato personalmente le associazioni dei medullolesi spiegando che si è trattato soltanto di un refuso di stampa presente negli allegati al decreto. Il problema non esiste perché quel atto è meramente ricognitivo e l’equivoco si è determinato per un refuso. Quindi non è necessario un ulteriore decreto perché il codice 28 non è mai stato disattivato».
Non sono d’accordo con questa ricostruzione dall’Asp di Palermo, dove fanno sapere che, al contrario, sono «ancora in attesa che il Bonino Pulejo articoli la convenzione per come richiesto con note ufficiali. Quando il Bonino Pulejo darà seguito alla nostra richiesta, immediatamente procederemo a individuare la sede più idonea, ad oggi non ancora individuata». Il tira e molla tra l’Istituto messinese e l’Azienda sanitaria palermitana, tuttavia, ha gettato nel panico le associazioni dei familiari, come confermato da Antonella Balistreri della fondazione Villa della Ginestre. «Quando abbiamo incontrato il direttore Candela il 5 settembre scorso – ha raccontato la donna che da anni assiste il fratello – ci ha accennato alla convenzione, ma noi abbiamo chiesto soltanto la riattivazione del codice 28 a Villa delle Ginestre e che l’istituto non perda la sua vocazione di centro di riferimento regionale per la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei medullolesi. Poi, se Asp e assessorato ritengono che ci sia spazio per altre disabilità, questo non dipende da noi».
Insomma, superato il disguido del codice 28, rimane ancora da capire dove sarà realmente realizzato il nuovo centro satellite dell’Irccs messinese a Palermo. Un mistero che ha spinto il presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, a presentare un’interrogazione parlamentare a Sala d’Ercole per vederci chiaro nell’intera vicenda. Secondo Musumeci, infatti, «appare inspiegabile che la convenzione con l’Istituto Bonino Pulejo non sia stata ancora firmata. Tale ritardo, del tutto incomprensibile e non giustificabile con la solita scusa dell’iter burocratico, sta mettendo a dura prova tantissimi pazienti della provincia di Palermo, costretti a sobbarcarsi costose e dolorose trasferte per raggiungere Messina. Per queste ragioni, chiedo un intervento urgente del governo regionale, per non mortificare ulteriormente i pazienti, già sofferenti per la loro malattia e non disposti a subire ulteriori umiliazioni da coloro che li dovrebbero invece tutelare, così come sancito dall’art. 32 della Costituzione che, giusto ricordarlo, cita testualmente: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».
Secondo Aliquò, «nel corso dell’ultimo scambio epistolare con l’Asp di Palermo, Candela ha comunicato che a Termini Imerese sono già cominciati i lavori per rendere idoneo il reparto di neuroriabilitazione. Abbiamo risposto che siamo disponibili a trasferire lì le nostre attrezzature, compreso il Lokomat. Nelle more che i lavori di adeguamento siano portati a termine, ci siamo anche offerti di trasferire temporaneamente le attivitò di ricovero e le attrezzature robotizzate – anche l’esoscheletro – all’ospedale di Ville delle Ginestre per dare subito una risposta al territorio». Sulla data ancora non c’e’ certezza, in parte dipenderà dai tempi di adeguamento dell’ospedale Cimino. Non appare chiaro, però, il motivo per il quale la scelta alla fine sia ricaduta sul presidio nel Palermitano. E l’Asp conferma ancora una volta di non aver individuato la struttura definitiva nel Palermitano. «Il nostro unico obiettivo – precisano – è che i neurolesi vengano curati a Palermo». Insomma, per l’Asp sembra non sia importante dove si realizzi purché si faccia, anche se per Aliquò le cose sarebbero ben diverse. «Da palermitano – commenta il direttore del Bonino Pulejo – preferirei Villa delle Ginestre, ma noi abbiamo solo un compito: dare una riposta al fabbisogno di salute nell’Isola che oggi non è soddisfacente. Dobbiamo farlo al più presto – ha concluso – sia che si tratti di Termini o di Palermo».
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