Il Sunia accende i riflettori sul disagio abitativo e punta il dito contro il Comune: a breve, oltre 400 persone potrebbero rimanere senza una casa nei quartieri Cep e Borgo Nuovo. Zaher Dervish: «L’amministrazione si sta dimostrando sorda e insensibile ai problemi della città»
Cento famiglie a rischio sgombero a luglio «Un’emergenza abitativa da allarme sociale»
A Palermo si aggrava il disagio abitativo e, nel giro di poche settimane, quasi cento famiglie potrebbero ritrovarsi senza più casa. Attualmente in città sono a rischio sgombero circa 400 persone e, tra questi, venti minori, alcuni con handicap molto gravi. A lanciare l’allarme è il sindacato unitario degli inquilini e assegnatari, il Sunia che, ancora una volta, accende i riflettori su un’emergenza sempre più diffusa. Stando ai dati rivelati dal segretario generale Zaher Dervish, infatti, il quadro è «allarmante e siamo di fronte a un’emergenza sociale. Dall’inizio dell’anno – rivela – sono già state sgomberate 200 famiglie. In una ventina di casi siamo riusciti a intervenire, ma in molti altri non è stato possibile».
In questo momento, a preoccupare maggiormente, è il destino di 100 famiglie divise tra i quartieri Cep e Borgo Nuovo. Nel primo caso, si tratta di un gruppo di 26 nuclei: da alcuni anni vivono nella scuola Francesco Crispi, un istituto abbandonato ormai da anni e ciclicamente abitato dai senza casa: una settimana fa queste famiglie hanno ricevuto il preavviso di sgombero ed entro il 10 luglio dovranno andare via. «Si tratta di circa 60 persone che abitano lì da tre anni – spiega Zaher – tra questi anche dei minori, alcuni gravemente ammalati». A Borgo Nuovo, invece, il pericolo di sgombero riguarda 72 famiglie che vivono in un immobile di via Salvatore Attinelli. Si tratta di un’annosa vicenda che riguarda in tutto 350 persone. Da anni risiedono in appartamenti affittati dal Comune a canone ridotto, ma il contratto di locazione con Edilstrade, proprietario dell’immobile, è scaduto e per loro lo sgombero è imminente. «Le famiglie di via Attinelli – chiarisce – riceveranno il 21 luglio il terzo accesso dell’ufficiale giudiziario».
Ma l’emergenza abitativa a Palermo è destinata a crescere, visto che il Comune ha previsto «un piano di sgombero per circa 600 famiglie: siamo di fronte a un allarme sociale». Una situazione preoccupante che, secondo Zaher, il Comune potrebbe in qualche modo ridurre: «Anche grazie al lavoro svolto assieme al Comitato di lotta per la casa 12 luglio – ricorda – siamo riusciti a creare le condizioni affinché il Consiglio comunale approvasse una modifica per garantire una riserva di immobili confiscati alla mafia da destinare alle famiglie i cui familiari hanno un handicap grave». Nonostante sia stata approvata da tre mesi, ricostruisce Zaher, il Comune disattende questa applicazione. Senza dimenticare le detrazioni che potrebbero toccare alle famiglie disagiate abitanti o assegnatarie di case popolari, con agevolazioni fiscali che possono arrivare fino a 900 euro.
«C’è una responsabilità da parte del Comune e dell’Istituto autonomo case popolari perché si rifiutano di rilasciare gli attestati di riconoscimento di tali immobili come alloggi sociali. In assenza di tali certificati – aggiunge – non è possibile usufruire di questi sgravi». Il Sunia si è rivolto anche al Prefetto che, durante un incontro nei giorni scorsi, si è impegnato a contattare il sindaco, ma senza alcun esito. «L’amministrazione comunale si sta dimostrando sorda e insensibile ai problemi della città. Non elabora nessun piano sulla questione casa e dall’altra parte sgombera centinaia di famiglie. Una vergognosa disattenzione della giunta comunale – conclude – che non dà risposte a problemi sottoposti alla loro attenzione da mesi e mesi».