Centinaia a sostegno dei 17 militanti indagati dalla Procura, solidale anche Sabina Guzzanti

Giorni fa a Palermo si è tenuta un’assemblea cittadina partecipata da oltre trecento persone. Solo la prima tappa della contestazione nei confronti della procura di Palermo che ha accusato 17 militanti dei centri sociali di associazione a delinquere. 

All’assemblea erano in tanti, tra i consiglieri comunali Antonella Monastra e Rosario Filoramo del Partito Democratico, Alberto Mangano del Mov139, consiglieri di circoscrizione tra cui il vicepresidente dell’VIII Marcello Longo e Eddy Governale, il consigliere della I circoscrizione Massimo Castiglia, i partiti della sinistra nella persona del segretario provinciale di Rifondazione Comunista Vincenzo Fumetta, Giampiero di Fiore segretario provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, sindacati quali i Cobas nella persona di Renato Franzitta, la Fiom di Palermo nella persona di Serafino Biondo, CGIL – Medici nella persona Franco Ingrillì, Unione Sindacale di Base – USB nella persona di Sandro Cardinale, Slai Cobas per il Sindacato di Classe, esponenti delle principali associazioni cittadine, tra cui le Arci nella persona di Mirko Pace presidente di Arcigay Palermo il Ciss e l’Anpi, il Centro Zabùt – documentazione lotte sociali, il Teatro Mediterraneo Occupato, studenti universitari del Collettivo Universitario Autonomo, studenti medi del collettivo Studenti Medi Palermo, famiglie del Comitato di lotta Prendocasa Palermo e tutti i cittadini dei quartieri popolari.

L’esigenza di un incontro è nato dalla volontà della cittadinanza di esprimere piena solidarietà nei confronti dei diciassette ragazze e ragazzi appartenenti ai centri sociali Ex Karcere e Spazio Anomalia, verso cui la procura della Repubblica, il 10 marzo scorso, ha emesso l’obbligo di firma con l’accusa di associazione a delinquere e delitti contro l’ordine pubblico.

I reati contestati ai giovani Giuseppe Vitale, Luigi Spera, Giorgio Martinico, Alessio Marziano, Gaetano Mazzola, Salvatore Pirrone, Gabriele Lo Dico, Emiliano Spera, Chadli Aloui, Emanuele Cardella, Gaetano La Barbera, Elisabetta Di Patti, Carlo Mancuso, Melina Tomasi, Valerio Lupo e Simona Maria Adele Paladino sono quelli di danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, oltraggio, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, occupazione di suolo pubblico e associazione a delinquere. 

L’assemblea cittadina è in disaccordo con «la riduzione degli attivisti a delinquenti comuni» e considera tale atteggiamento «lesivo delle libertà di espressione e associazione verso chi da anni combatte in prima fila per i diritti di tutti». Inoltre la circostanza viene considerata nella sua interezza come «una vera e propria intimidazione da parte delle istituzioni». L’idea di chi si schiera dalla parte dei militanti è quella di contestare allo Stato «la pretesa di ridurre anni di lotte sociali a vile criminalità nella repressione di una libertà fondamentale». 

«Il teorema della procura – si legge nel comunicato diffuso da Ex Karcere – tende ad equiparare l’attività politica dei centri sociali a delinquenza comune ipotizzando un’associazione a delinquere. Ciò è un gravissimo precedente nella storia delle lotte sociali per il diritto allo studio, al lavoro, alla dignità e ai diritti civili che si sono svolte e si svolgeranno nei prossimi anni». Il centro sociale continua con una dichiarazione: «La formula repressiva adottata nei nostri confronti non ci farà desistere dal creare continui momenti collettivi di discussione e di lotta perché crediamo fermamente nella necessità e nella bontà di questi, della loro utilità nella realizzazione di un’alternativa allo Stato, votato all’impoverimento della maggioranza della popolazione»

L’ordinanza ha prodotto una forte reazione anche tra gli studenti universitari e quelli di alcune scuole di Palermo che oggi hanno manifestato il loro sostegno ai diciassette esponendo striscioni al vetriolo contro la riforma della scuola pubblica e contro quelle che definiscono «misure repressive».

Anche Arcigay Palermo prende le parti degli attivisti, lanciando l’hashtag #sui17cimettolafirma e diffondendo una nota nella quale esprime perplessità per questo genere di accuse: «Riteniamo che derubricare la protesta sociale a delinquenza semplice sia un atto politicamente oltraggioso, cifra dell’orientamento di restrizioni delle libertà civili portato avanti dall’attuale ministro dell’interno Alfano».

Grazie all’assemblea è stata messa in chiaro la necessità di costruire una mobilitazione ed è stato lanciata una manifestazione cittadina per venerdì 20 marzo, alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

I cittadini, i collettivi e i movimenti che hanno voluto dar voce al dissenso hanno deciso di rispettare il silenzio stampa fino a mezzogiorno di lunedì 16 marzo quando, attraverso una conferenza stampa nei locali dell’aula Rostagno a Palazzo delle Aquile, prenderà il via una campagna di sostegno nei confronti dei diciassette indagati. 

Alla conferenza parteciperanno gli attivisti dei diversi movimenti, i rappresentanti dei collettivi, esponenti delle istituzioni, delle associazioni e dei partiti politici, nonché l’attrice e regista Sabina Guzzanti, in questi giorni a Palermo in occasione della proiezione del film La Trattativa nell’ambito di una rassegna organizzata da Agende Rosse e sostenuta dal Comune di Palermo, volta alla promozione della pellicola. 


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