Joseph Mifsud venne nominato presidente nel 2009. Nell'elenco degli indagati ci sono anche altre tre persone. La somma sottratta ammonterebbe a 46mila euro. Nell'elenco degli acquisiti anche un MacBook Air slim da 2450 euro
Cene e cellulari con soldi consorzio universitario Agrigento Coinvolto accademico da cui è partita inchiesta Russiagate
Pranzi, cene, trasferte e spese personali con le carte di credito del Consorzio universitario di Agrigento. La procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini per quattro dirigenti. Tra loro spicca il nome dell’ex presidente Joseph Mifsud, che è stato al centro dell’intrigo mondiale Russiagate e di cui si sono perse le tracce da anni. Nell’elenco compare anche il nome di Olga Matraxia, in veste di dirigente del settore Affari generali del consorzio. Ci sono poi Andrea Occhipinti, come dirigente del settore Finanziario, e Giuseppe Vella, direttore amministrativo e firmatario dei mandati di pagamento.
Mifsud era stato nominato presidente del consorzio nel 2009 su indicazione dell’allora presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. L’accademico, di recente, è stato anche condannato dalla Corte dei conti di Palermo a risarcire per danno erariale la ex Provincia di Agrigento. Mifsud è sparito dopo che, nell’ottobre del 2017, gli investigatori statunitensi resero noto il suo coinvolgimento nel Russiagate. Il suo ultimo domicilio conosciuto è al civico tre di via Archimede, a Roma. Mifsud in passato è stato attivo all’interno della Link Campus University e in stretto contatto con Vincenzo Scotti, ex ministro dell’Interno dal 1990 al 1992 ed ex presidente dell’ateneo.
La somma sottratta ammonterebbe a 46mila euro. I vertici del Consorzio universitario avrebbero usato indebitamente le carte di credito di cui avevano disponibilità destinandole a spese esclusivamente personali come trasferte con mezzi aerei, acquisti per biglietti di treno o soggiorni in hotel, anche per i loro accompagnatori, giustificando le spese con inesistenti ragioni di rappresentanza istituzionale.
Mifsud, secondo i documenti dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dalla sostituta Chiara Bisso, avrebbe acquistato un MacBook Air slim del valore di 2450 euro, un Ipad da 695 euro. Nella lista ci sono infine sei telefoni BlackBerry.