Non avrebbe agito da solo Giuseppe Sallemi, il 42enne indagato per duplice omicidio e tentato omicidio. Nelle indagini condotte dalla polizia di Siracusa, importanti sarebbero state anche le testimonianze rese dall'unico sopravvissuto. Guarda la foto
C’è un altro fermo per l’omicidio dei ladri di arance È un custode 70enne. «Una scena troppo cruenta»
Un
uomo di 70 anni, Luciano Giammellaro, custode di fondi agricoli, è stato fermato perché ritenuto coinvolto nel duplice omicidio di contrada Xirumi, nella piana di Catania. «Una scena troppo cruenta per essere stata opera di una sola persona», era stato sin da subito il sospetto degli inquirenti. E infatti non avrebbe agito da solo Giuseppe Sallemi, il 42enne già indagato per il Massimo Casella e del 19enne Agatino Saraniti e per il tentato omicidio del 36enne Gregorio Signorelli.
Sarebbero state proprio le
testimonianze rilasciate dall’unico sopravvissuto, che si trova ancora ricoverato all’ospedale Garibaldi Centro di Catania, a portare al complice, nei confronti del quale la procura di Siracusa ha emesso il fermo. La versione fornita dall’indagato non aveva convinto del tutto gli inquirenti che hanno portato avanti le indagini per ricostruire soprattutto le fasi precedenti e successive agli spari.
«Mi avevano minacciato di morte, mi avevano detto “tu stasera muori qui“, ho preso il fucile e ho sparato». Così Sallemi, dal carcere di piazza Lanza, aveva ricostruito una parte dell’acceso contrasto prima degli spari. Quel che è certo è che nessuna delle tre vittime era armata e che il 42enne aveva il porto d’armi ma poteva usare il suo fucile solo per andare a caccia.
Sallemi tra gli agrumeti della Piana
faceva il guardiano di diversi appezzamenti, anche se era stato assunto da un’azienda agricola con un generico contratto di addetto ai fondi. Giammellaro, invece, ufficialmente risultava pensionato. «La nostra linea – ha spiegato l’avvocato Rocco Cunsolo che insieme al legale Francesco Calderone difende Sallemi – è quella della legittima difesa».