C’è posta per il presidente del Wwf Italia «I campi estivi? Promesse non mantenute»

Egr. Presidente del WWF Italia,

le scrivo dopo che a caldo ho cercato di riderci su. Ma non ci sono riuscito. Così, a freddo, mi preme di raccontarle alcuni dettagli di una proposta per ragazzi, che pubblicate nel catalogo In vacanza con il WWF 2013 – chissà se invece a lei suscitino una bella risata. Glieli racconto pubblicamente (questa lettera sarà resa pubblica) sia per risposta alle vostre pubbliche promesse, sia per dovere professionale: si dà il caso che chi scrive sia giornalista e anche presidente di un’associazione di educazione ambientale.

Dopo la promozione scolastica a pieni voti, mi sembrava giusto esaudire il desiderio di mia figlia: fare un campo estivo WWF a cavallo. Peraltro, Lei sa bene che WWF è inteso e percepito come sinonimo garante di qualità e serietà. Così, dal 29 giugno al 6 luglio, mia figlia con una sua amica hanno partecipato alla vostra A cavallo in fattoria organizzata presso l’Agriturismo del Cimone, nel Parco Regionale del Frignano, Emilia-Romagna. Fascia 11-14 anni, in totale 15 ragazze e 3 ragazzi, per una quota a testa di 660 euro compresa la tessera WWF per coloro che non l’avessero già.

Le racconto che la mattina dopo colazione, i ragazzi non potevano tornare in camera per lavarsi i denti, e nemmeno dopo pranzo: le due tutor non lo consentivano, la salute dei denti solo dopo cena! Dopodiché, i ragazzi venivano divisi in due gruppi: chi andava a cavallo e chi rimaneva in sede a fare altro. Una tutor per ogni gruppo, così il gruppo della passeggiata a cavallo andava in fila fuori dall’agriturismo con una sola persona adulta, che stava alla testa. Nessun adulto chiudeva la fila, con la possibilità che dietro potesse avvenire qualsiasi imprevisto. Chi ha dimestichezza con queste cose, sa bene che in passeggiata guidata a cavallo, il gruppo di qualsiasi numero va aperto e chiuso da due guide. Qui c’è l’aggravante che i partecipanti non sono adulti. In più, delle «eccitanti passeggiate» che pubblicamente riporta il vostro catalogo, non rimaneva che il monotono, unico giro che si ripeteva ogni giorno.

I ragazzi che rimanevano in sede avrebbero dovuto «impastare e cuocere il pane nel forno a legna, raccogliere la frutta spontanea e fare la marmellata, mungere e fare il formaggio, governare gli animali nella stalla, portare le bestie al pascolo». Invece: l’impasto era già fornito e non infornavano nemmeno direttamente – questo iter mia figlia lo faceva già alle elementari; nessun frutto è stato mai raccolto e a tavola non è mai stata data frutta – alla faccia dell’equilibrio alimentare raccomandato dai pediatri! Marmellate? Quali? Come fare il formaggio è stato spiegato malissimo in italiano penoso da un giovane slavo, e i ragazzi non hanno mai fatto il formaggio da sé; nessun animale è stato governato in stalla, nessuna bestia portata al pascolo; la mungitura è stata l’unica promessa mantenuta.

Per cercare di riderci su, ho anche preso in considerazione il fatto che la sera, dopo cena, una delle due tutor andava via e non tornava per la notte. Ho cercato di ridere al fatto che in questo lasso di tempo, prima della ritirata a letto, i ragazzi venissero intrattenuti dallo stalliere di diciannove anni, che si divertiva a raccontare storie e barzellette spinte… ma no, lo dico pure: porno. Perché ho scoperto che anche l’altra tutor era assente, si ritirava in camera sua, e i ragazzi di fatto badavano a se stessi e non c’era nessun adulto che sorvegliava e diceva loro di andare a dormire. Guardi, Presidente, proprio su quest’ultimo fatto non mi viene per nulla da ridere.

Alla fine, non la tessera associativa e nemmeno una maglietta ricordo. Nemmeno l’adesivo del Panda, giusto per ricordare quello che in lingua italiana per gli adulti ha un solo nome. Per i ragazzi, un altro: mai più WWF.

Distinti saluti,

Sergio Mangiameli

[Foto di Wwf Italia]


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