Catania, torna la critical mass per la sicurezza delle strade Presente la compagna di Joshua. «Ridurre limiti di velocità»

«Tantissime persone mi sono state vicine in questi giorni anche con un messaggio, questo ti fa sentire che non sei stata abbandonata. Ma questa tragedia ha distrutto la mia famiglia». Sono alcune delle poche parole pronunciate da Veronica, la compagna di Joshua La Rosa, il 29enne morto in via Passo Gravina il 26 maggio, mentre si trovava a bordo della propria bicicletta diretto al lavoro. Anche per dare solidarietà alla giovane e al contempo chiedere che venga fatta luce sull’accaduto, questo pomeriggio è stato indetto a piazza Università, l’appuntamento di critical mass, il momento d’incontro degli amanti delle bici che cerca di sostenere l’uso della mobilità alternativa chiedendo che le città siano più sicure per chi decide di spostarsi evitando le auto e i mezzi a motore

«Stiamo cercando di riprenderci, dobbiamo ricostruire la nostra quotidianità. Ma non è facile, prima eravamo in tre. Adesso siamo in due», ha aggiunto commossa la donna, facendo riferimento alla bimba avuta con Joshua. A scendere in piazza, portando con sé bici e caschetto è stato oltre un centinaio di appassionati. Al centro dell’attenzione restano le criticità che ancora oggi interessano la viabilità cittadina, condizionata dall’uso delle automobili a dispetto dei mezzi pubblici, e in cui gli spazi e i percorsi riservati alle biciclette sono ancora ridotti. Sulla morte di La Rosa ancora si sa poco. Il sospetto è che il 29enne possa essere stato toccato da una vettura il cui conducente è fuggito via senza prestare soccorso. Si tratta dell’ultimo caso di ciclista morto sulle strade catanesi. Quattro anni fa a perdere la vita, mentre attraversava il viale Andra Doria all’altezza della cittadella universitaria, era stato Danilo Di Majo. Soltanto nel 2020 sono stati 35 i ciclisti uccisi in Sicilia, mentre quasi quattrocento quelli investiti

«Catania è una città ciclabile, siamo noi che non la rendiamo tale – dichiara Marco Oddo, presidente di Fiab – Dall’ospedale Garibaldi a piazza Europa sono cinque chilometri, da piazza Duomo al Tondo Gioeni meno di tre. Purtroppo però negli anni le strade sono state riempite di auto, che oggi occupano circa l’80 per cento della sede stradale. Per noi ciclisti è complesso districarsi. Ma quello che chiediamo non è avere piste ciclabile in tutte le strade, perché ci vorrebbero decenni e noi invece vogliamo vivere adesso. Ciò che Fiab propone in tutta Italia alle amministrazioni comunali – continua Oddo – è fare in modo che tutti i mezzi di trasporto convivano pacificamente». Per fare questo sarebbe necessario abbassare i limiti di velocità. «Non devono superare i 30 chilometri orari, ma non basta un cartello. Serve – conclude il presidente di Fiab – creare le condizioni affinché sia materialmente impossibile ai veicoli superare queste soglie».

Redazione

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