Il bilancio delle vittime, che viaggiavano su due gommoni diretti verso le coste italiane, potrebbe arrivare ad oltre 40 persone. A rivelarlo agli operatori di Save the children sono stati i primi testimoni, «l'incidente dicono sia avvenuto al momento del salvataggio». Guarda le foto. In aggiornamento
Catania, arrivati 194 migranti e cinque salme «In mare sarebbero morte oltre 40 persone»
Sono arrivati alle prime luci dell’alba al porto di Catania 194 migranti, provenienti dall’Africa centrale, tra cui 171 uomini e 23 donne. Tra loro anche 40 minori, dei quali 37 non accompagnati. Sono stati soccorsi nella giornata di ieri a 60 miglia dalle coste libiche, dalla nave cargo Zeran battente bandiera maltese. Nel gruppo ci sono anche cinque cadaveri. Secondo le prime informazioni, sarebbero alcune delle vittime dei naufragi dei giorni scorsi. I corpi sarebbero stati recuperati senza vita dal gommone.
Il numero dei morti tuttavia potrebbe essere ancora più grave: «Secondo le prime testimonianze raccolte – spiega Giovanna DI Benedetto, di Save the children, a MeridioNews – i migranti viaggiavano a bordo di due gommoni. Al momento del salvataggio si sarebbe verificato un incidente a uno dei due mezzi e diverse persone, forse più di 40 sarebbero morte cadendo in mare». I superstiti parlano di uno scoppio, con il successivo sgonfiamento del gommone. Nella confusione sarebbe finite in acque decine di persone che non sarebbero più emerse. Sul naufragio a indagare è la polizia di Stato su mandato della procura di Catania che ha aperto un fascicolo.
Sul molo anche i volontari della Caritas diocesana che hanno fornito alcuni capi d’abbigliamento oltre a cibo e bevande. Quello di oggi è il terzo intervento straordinario che viene portato a termine negli ultimi giorni dopo l’assistenza ai 27 superstiti del naufragio del 20 aprile e ai 220 migranti del 23 aprile. Dopo le procedure di rito i sopravvissuti verranno trasferiti al Cara di Mineo e nel Lazio.
Nel Comune ragusano di Pozzallo è intatto approdata la nave Phoenix, imbarcazione gestita da Medici senza frontiere e dall’organizzazione privata Moas. A bordo 396 persone che stavano tentanto di effettuare la traversata dalla Libia verso le coste italiane. I migranti vengono portati al centro di prima accoglienza che però può contenere massimo 200 persone. Per lo sbarco di ieri di 877 uomini sono stati arrestati dagli uomini della polizia tre scafisti. Ismail Zied e Ben Abdallah Mohammed di nazionalità tunisina, già pregiudicati ed espulsi in passato dall’Italia, e il libico Zoldon Muhammed Sultan.
Fermento anche nell’isola di Lampedusa. La guardia di Finanza ha infatti arrestato tre uomini di nazionalità tunisina sorpresi alla guida di una imbarcazione di legno con a bordo 43 persone. A intercettare il natante è stato il pattugliatore Paolini che ha condotto il gruppo al molo Favarolo. I tre scafisti sono stati trasferiti nel carcere di Agrigento. Si tratta di Sami El Akkar (28 anni), Mohammed (21 anni) e Tamel Hosni (26 anni). Le fiamme gialle hanno analizzato il gps sequestrato a bordo per ricostruire l’itinerario seguito dall’imbarcazione, circa 200 chilometri.
Sono attesi invece per questo pomeriggio al porto di Palermo 483 persone soccorse nel canale di Sicilia. Proprio il capoluogo ha ospitato ieri il titolare del ministero dell’Interno Angelino Alfano che ha nuovamente sottolineato la necessità di «azioni mirate in Libia».