E' cominciata stanotte la manifestazione che unisce il movimento Forza d'Urto a quello dei Forconi, che rappresenta gli agricoltori. Insieme a loro anche pescatori e forestali. Categorie unite nel contestare il prezzo troppo alto del gasolio e l'assenza di una tariffa agevolata per l'uso commerciale. Mezzi pesanti e capannelli in strada a Catania, Giarre ed Acireale. Guarda il primo video. In aggiornamento
Catania, protesta degli autostrasportatori Blocchi in diversi punti della città
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«A noi non piace chiamarli blocchi. Ma volantinaggi». Eppure, per i catanesi in fila all’uscita del casello di San Gregorio, non farà molta differenza. Perché è cominciata oggi la protesta degli autotrasportatori, riuniti nel Movimento Forza d’Urto e appoggiati dal Movimento dei Forconi che rappresenta gli agricoltori, insieme a pescatori e forestali. Categorie animate da un intento comune: protestare contro il prezzo del gasolio, «così alto da non permetterci di riuscire a coprire le spese», spiega Francesco Zingale di Forza d’Urto. Allo scoccare della mezzanotte, i capannelli si sono formati in diversi punti della città e della provincia: il casello di San Gregorio, l’hotel Orizzonte ad Acireale, la frazione Trepunti a Giarre e fino a metà mattinata alla rotonda della zona industriale. I presidi sono previsti fino a venerdì 20.
La protesta allo svincolo Paesi etnei della Tangenziale
Secondo i manifestanti, il problema sarebbe presto risolvibile. Basterebbe prevedere una tariffa diversa per quanti utilizzano il gasolio a scopo professionale, oppure adeguarsi al resto d’Europa. «Ci sono Paesi dove costa molto meno per tutti – continua Zingale – E le differenze ci sono anche all’interno della stessa Italia. Qui il gasolio costa 1,70 euro al litro, in Val d’Aosta almeno 70 centesimi in meno. Perché io devo pagarlo di più?». Una problematica nazionale a cui però lo Stato oppone una questione legislativa: adottare una tariffa diversa per il gas industriale, infatti, violerebbe le leggi sulla concorrenza. Ma autotrasportatori e agricoltori non si rassegnano e protestano. Anche per l’assenza di un consorzio che rappresenti i loro interessi. «L’Aias (associazione imprese autotrasportatori siciliani ndr) in questo non può aiutarci – spiega Zingale – e c’è molto egoismo nella categoria».
Casello di San Gregorio. A Catania, intorno alle 8 del mattino, la situazione più critica si è creata allo svincolo Paesi etnei della Tangenziale. Dove, in entrata, il movimento Forza d’Urto blocca una corsia con una cinquantina di mezzi pesanti e una trentina di manifestanti. Una fila lunga un centinaio di metri si è invece formata in senso opposto, in uscita dalla città, dove due corsie su tre sono bloccate dai camioncini degli agricoltori, con i loro rappresentativi forconi dentro.
Giarre. A metà mattinata va ingrossandosi il presidio nella frazione Trepunti. Ai tre tir posteggiati fin dalle prime ore della mattina all’uscita del casello, si aggiungono altri camion e furgoni di passaggio. Alcuni manifestanti, infatti, stanno percorrendo l’ingresso della statale per convincere gli autisti ad aderire alla protesta, fermando i propri mezzi al casello. Previsti blocchi intorno alle 13.
Acireale. Camion, tir, ma anche piccoli furgoni bloccano una parte della carreggiata alla circonvallazione di Acireale, all’altezza dell’hotel Orizzonte. Al momento non si registra nessun problema per il traffico. Che però, se diventerà più inteso, potrà essere smaltito in una sola corsia per ogni senso di marcia anziché due.