Si presenta in conferenza stampa con in testa il cappello pesante, quello usato appena prima per dirigere l’ultimo allenamento della settimana. Giuseppe Sannino, allenatore del Catania, incontra la stampa nel giorno dell’allerta meteo. Piove su Catania, piove anche sul Catania; tanti infortunati, troppi. Sabato, contro il Varese – squadra che Sannino portò dal fondo della quarta serie sino alle porte della serie A – il Catania scenderà in campo rattoppato come mai e come mai bisognoso di punti da sommare alla deludente classifica che lo vuole bazzicare nelle zone basse. Altro che capolista, altro che vetta.
«Spiace per il grave infortunio di Gyomber, solo l’ultimo, ma dobbiamo andare avanti – afferma l’allenatore – Stiamo cercando di accelerare il recupero di alcuni giocatori, situazione d’accordo con la loro stessa volontà di dare una mano sul campo, ai compagni, per cambiare volto alla nostra stagione. Martinho, Spolli e Rosina giocheranno tutti e tre».
Il Varese, un avversario ostico: «È una partita che dobbiamo far nostra contro una squadra che attraversa un ottimo momento di forma». Ed è anche il suo Varese: «Del mio passato lì mi piacerebbe parlare dopo la partita di sabato. In questo momento è importante il mio presente e il mio futuro. Sono concentrato solo sul Catania».
Al Massimino, l’uomo in più può rivelarsi fondamentale: «Non possiamo sempre appellarci ai tifosi. Dobbiamo essere noi a trascinare loro – sottolinea Sannino – I tifosi hanno fatto già tanto per noi. Che dalle tribune arrivi sostegno o critica, questi sono sempre frutto del loro tanto amore nei nostri confronti. E quando non veniamo apprezzati è forse perché i tifosi vorrebbero vedere di noi un’immagine di un gruppo più fedele a quella che vorrebbero loro». Qual è l’auspicio per la gara di sabato? «Serve una squadra operaia. Vorrei vedere uscire tutti dallo stadio con un sorriso. Sia i tifosi che i miei giocatori».
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