Avrebbero smaltito rifiuti illecitamente per ottenere vantaggio economico. A Catania 18 persone sono indagate per traffico organizzato di rifiuti, truffa e falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio. Dall’operazione Calliope, condotta dalla guardia di finanza, emergerebbe un sistema fraudolento per smaltire illecitamente rifiuti, che avrebbe coinvolto diversi dipendenti della società che gestisce il servizio […]
Catania, operazione Calliope: 18 persone indagate per traffico illecito di rifiuti
Avrebbero smaltito rifiuti illecitamente per ottenere vantaggio economico. A Catania 18 persone sono indagate per traffico organizzato di rifiuti, truffa e falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio. Dall’operazione Calliope, condotta dalla guardia di finanza, emergerebbe un sistema fraudolento per smaltire illecitamente rifiuti, che avrebbe coinvolto diversi dipendenti della società che gestisce il servizio di igiene ambientale relativo al lotto ‘centro’ del comune di Catania. A sei persone è stato notificato l’obbligo di dimora nel comune di residenza, a una il divieto temporaneo di esercitare l’attività. Inoltre ci sono anche altre undici persone indagate a vario titolo e in concorso per gli stessi reati.
L’indagine dei militari è partita dopo una denuncia presentata nel 2022 dalla società che gestisce il servizio di igiene ambientale relativo al lotto ‘centro’ del comune di Catania. La società ha segnalato la condotta di alcuni dipendenti, che – senza autorizzazione – avrebbero movimentato rifiuti di dubbia provenienza per poi conferirli in discarica. Dalle indagini emergerebbe il coinvolgimento del proprietario di un’area utilizzata a Catania per lo stoccaggio abusivo e per la movimentazione di grandi quantità di spazzatura e di alcuni imprenditori, tra cui il legale rappresentante di una società di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa.
Non conferendo i rifiuti tramite i canali autorizzati gli imprenditori avrebbero risparmiato, mentre gli altri indagati avrebbero ricevuto da loro un compenso. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti del detentore del sito di stoccaggio e di cinque dipendenti della società. Per due di loro anche il divieto di allontanarsi da casa dalle 20 alle 8 e l’obbligo di firma. Per il legale rappresentante della società di Priolo Gargallo è stato disposto il divieto per un anno di esercitare attività imprenditoriale.