Catania non ci offre lo spazio per esprimerci

Abbiamo incontrato i Diatribas e ci siamo fatti raccontare qual è il loro rapporto con la musica rock e quali sono le difficoltà che un gruppo emergente deve superare.

 

 

Chi sono i Diatribas? E da dove viene questo nome?

I Diatribas sono 5 amici che si sono conosciuti un pò per caso 3 anni e mezzo fa. E da allora suonano insieme e condividono la stessa passione per la musica.

Il nome è stato scelto per diversi motivi. Anzitutto uno ideologico: noi non accettiamo nessuna verità imposta dall’alto. Preferiamo portare avanti il nostro pensiero e confrontarci con chi ha un’idea diversa, dando vita quindi a delle diatribe. Poi c’è una ragione, se vogliamo, culturale: quando abbiamo iniziato eravamo quasi tutti studenti al liceo classico, e un nome greco ci è parso quasi naturale. Ed infine…. Diatribas suona bene!

 

Qual è il vostro rapporto con il Rock?

Più che un rapporto è un identificazione. Per noi il rock non è solo un genere a cui riferirsi, è anche un modo non banale di esprimersi. È un modo a volte aggressivo di inviare dei messaggi forti alla società. È un genere per chi ha qualcosa da dire. Noi abbiamo tanto da esprimere e il Rock ci sembra il linguaggio migliore per farlo.

 

Allora, secondo voi, il Rock non è ancora morto…

Assolutamente no! Il Rock non è morto, anzi… certo, come per tutti i generi vive un’evoluzione che si può apprezzare o meno ma che è naturale. Il fatto che siano morti i “padri” non significa che non possa esserci più rock. Oggi si parla di post rock, si creano ibridi ecc… la verità è che il rock sperimenta nuovi modi di espressione. Cerca di innovarsi restando sempre se stesso.

 

Oltre a fare cover, avete scritto anche pezzi vostri. Quanto è difficile farli conoscere?

Ci sono molte difficoltà. Innanzitutto i gestori dei locali: il rapporto tra loro e una band è esclusivamente economico. L’importante è riempire il locale, attirare gente. Poi non importa se hai un messaggio tuo da esprimere, se sei bravo o meno. In quest’ ottica è veramente difficile poter fare una serata cantando solo pezzi nostri. Così ci bisogna adattarsi: le scalette delle nostre serate prevedono tante cover e alcuni nostri brani.

Questo è veramente un peccato! Catania è una città rock, ma ci mancano gli spazi per esprimerci. Perché non organizzare delle serate in piazza dove gruppi come il nostro possano avere la possibilità di cantare i loro pezzi e lanciare il loro messaggio? Purtroppo per ora queste occasioni sono più uniche che rare!

 

Quali sono le vostre ambizioni?

Vorremmo iniziare ad incidere un disco con i nostri pezzi ed iniziare a diffonderli, magari attraverso le radio locali. Poi vorremmo partecipare a qualche concorso. Riuscire ad emergere anche a livello nazionale sarebbe davvero il massimo, ma sappiamo che non è una cosa semplice come può sembrare. Purtroppo la tv dà una visione distorta di questo, basti pensare a Saranno Famosi. Noi di sicuro continueremo a metterci passione e a lavorare per migliorarci. Il resto verrà da sé…

Silvia Lo Re

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