Catania, è il giorno di Carmen Consoli «La città è sottotono ma si riprenderà»

«Carusi, tunnai a’ casa. Sono onorata». Carmen Consoli si presenta sul palco con la dolce irruenza di sempre e qualche giornalista si commuove (succede anche a noi). Il mini show case proposto alla stampa per presentare il suo nuovo album L’abitudine di tornare si trasforma subito in un divertente botta e risposta su Catania. Eravamo rimasti all’illuminazione a macchia di leopardo del primo Stancanelli, celebrata allora dalla cantantessa con una risposta dissacrante: «Po’ catanisi accussi’ è cchiu romantico». Cosa è cambiato da allora?

«La città è sottotono – afferma l’artista – attraversa un momento difficile probabilmente legato al malessere che colpisce il Paese. Sono convinta però che si riprenderà. Parlo con i ventenni e trovo in loro grande profondità e voglia di restare. Io appartengo alla generazione degli anni ’90, quella che ha vissuto la Catania Seattle d’Italia, quella di Francesco Virlinzi, del concerto dei Rem e dei locali del centro pieni di gente e di musica dal vivo. La lava cova sotto ma sono convinta che ce la faremo».

Una giornalista si spinge oltre e le fa notare la sua posizione di sostenitrice del sindaco Enzo Bianco, giusto per centrare l’argomento. Carmen non si scompone. «Sono di parte, non lo nascondo. C’è molto da fare, per cui non ci lamentiamo sempre e facciamo venire fuori la volontà. Piuttosto, sposterei l’attenzione sulla Sicilia. Mi fa impazzire dover raggiungere Palermo in due ore, è inaccettabile questa distanza tra le nostre città. Però noi siciliani ni ramu versu e in qualche modo ce la caviamo sempre».

Nella conferenza stampa si trova anche il tempo di parlare del nuovo disco. L’abitudine di tornare è uno scrigno di gemme folk rock. Da Ottobre, canzone che racconta l’amore tra due ragazze «tra baci e carezze sotto l’albero di limone» a l’Esercito silente, ballata dura che tratta il tema della mafia e dell’omertà tutta nostrana, intramontabile malcostume. In pieno show case Carmen ricama una versione acustica da brividi de La signora del quinto piano, manifesto contro il femminicidio raccontato giocando sulla filastrocca «Amblimbletta maretta maretta, con un fiore d’amore d’amore», nenia malinconica in voga tra i bambini un po’ di tempo fa. Che Carmen ribattezza con un finale inquietante: «Signorina, ha mica visto l’uomo col martello?».

Luigi D'Angelo

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