Il primo esame congiunto della situazione dell'azienda si terrà oggi. Comincia così il periodo di confronto tra l'impresa e le sigle sindacali, che puntano a scongiurare i 273 esuberi dichiarati dalla società che gestisce i supermercati nel territorio isolano. Nel Catanese a rischiare il lavoro sono 134 persone
Crisi Coop Sicilia, parte la trattativa con i sindacati Aliprandi (Cgil): «Non accetteremo i licenziamenti»
La prima riunione ufficiale si farà oggi. Seduti allo stesso tavolo ci saranno gli amministratori di Coop Sicilia e i responsabili regionali di tutte le sigle sindacali. L’argomento è quello che ha tenuto banco nelle ultime settimane: la crisi della società siciliana che gestisce i punti vendita a marchio Coop nell’Isola. E che, con l’acquisizione da parte di Coop Alleanza 3.0 – ombrello nazionale che dovrebbe gestire tutti i negozi del gruppo (supermercati e ipermercati) in Italia -, ha annunciato centinaia di esuberi, avviando le procedure di mobilità per 273 dipendenti dei quali 134 nell’area metropolitana di Catania. A metà agosto, se la trattativa con i sindacati non dovesse andare a buon fine, scatterà il licenziamento collettivo. Prima di allora, però, lo scenario dovrebbe schiarirsi: «L’azienda ci ha dato la prima risposta ufficiale, a norma di legge – spiega a MeridioNews Sergio Aliprandi, commissario inviato dalla Filcams Cgil nazionale nel capoluogo etneo, per seguire la storia – Così si apre un primo dialogo. Ma la nostra posizione rimane uguale: non accetteremo nessun licenziamento, vogliamo salvare tutti i posti di lavoro».
Dal canto loro, i dirigenti di Coop Sicilia hanno scelto la strada del silenzio. Con il tavolo in fase di inizio e il dialogo con le organizzazioni sindacali appena partito, il momento è delicato e nessuno sembra intenzionato a rilasciare dichiarazioni. Oggi Antonio Bonucci, amministratore delegato di Coop Sicilia, dovrebbe spiegare alle sigle che tutelano i diritti dei lavoratori le cause della crisi aziendale. Un momento di interlocuzione dopo la lettera, datata 1 giugno, con la quale si dava formalmente avvio alla procedura di mobilità. Ventitré pagine all’interno delle quali si parlava dell’«assoluta impossibilità di adottare soluzioni alternative» rispetto a quelle prospettate all’inizio del mese: la chiusura totale dei punti vendita di San Giovanni La Punta e Zafferana Etnea, oltre che degli uffici all’interno del polo commerciale Le Zagare, e i licenziamenti del personale considerato in esubero nei negozi di Bronte, Le Ginestre di Tremestieri Etneo, Katanè di Gravina di Catania e Le Zagare di San Giovanni La Punta.
Le altre chiusure in Sicilia sono previste a Casteldaccia e Palermo Volontari (Palermo) e Ragusa, mentre si aprono le porte della procedura di mobilità per i lavoratori dei punti vendita La Torre-Borgonuovo, Forum di Palermo Roccella, e Milazzo, che però rimarranno aperti. Secondo la ricostruzione delle perdite fornita da Coop Sicilia, il trend negativo sarebbe cominciato nel 2012, quando il volume delle vendite si attestava su quasi 154 milioni di euro, ai quali però facevano da contraltare perdite per 17 milioni di euro. Nonostante il risultato negativo registrato in quell’anno, a ottobre 2013 la società per azioni completa l’acquisizione di cinque punti vendita del gruppo Aligrup. Cosa che da un lato fa aumentare il volume dei prodotti che escono dai supermercati a marchio Coop nel territorio siciliano (nel 2014 il dato supera i 198 milioni di euro), dall’altro però causa un costante aggravio delle perdite. Che, a quanto pare, si sarebbe rivelato incolmabile: il record negativo sono è il «meno 27 milioni di euro» registrato nelle tabelle del 2014. Numeri dovuti anche, secondo Coop Sicilia, alle «inefficienze della struttura gestionale» e che adesso pesano sulle spalle dei dipendenti che, prima della fine dell’estate, rischiano di perdere il lavoro.