Contro un avversario già retrocesso l'obiettivo dev'essere quello di tornare subito alla vittoria, per non lasciare nulla di intentato. Questo il pensiero dell'ex centrocampista rossazzurro che, a MeridioNews, precisa: «I rossazzurri non devono cullarsi, l'altra compagine giocherà con orgoglio la propria partita»
Catania, contro l’Akragas per continuare a sperare L’ex Anastasi: «Gli etnei meritano altri palcoscenici»
É stato una delle colonne del Catania promosso in serie A nella stagione 2005-2006. Maurizio Anastasi, centrocampista classe 1977, adesso è un dirigente giocatore del Riposto calcio. Tornato a casa per disputare il campionato di seconda categoria. A MeridioNews analizza il momento dei rossazzurri, impegnati domani allo stadio Nicola De Simone di Siracusa (ore 14.30) nel derby siciliano contro l’Akragas. Una trasferta senza la presenza dei tifosi ospiti che, come già avvenuto contro il Catanzaro, saranno costretti a vedere i propri beniamini davanti allo schermo della televisione. Un grosso handicap, nonostante gli etnei siano i favoriti dal pronostico contro il fanalino di coda del campionato. L’obiettivo? Continuare a mettere pressione al Lecce, primo con quattro punti di vantaggio e impegnato nell’incontro con il Fondi penultimo.
L’Akragas è reduce da un’annata disgraziata, costellata da problemi tecnici e societari: il Gigante è retrocesso matematicamente in Serie D dopo la gara contro la Virtus Francavilla e, domenica scorsa con l’Andria, ha incassato la 24esima sconfitta su 33 partite. Non si tratta dunque di un ostacolo insormontabile per Biagianti e compagni, ma guai a sottovalutare gli avversari: lo sa bene Anastasi, ribadisce come il Catania dovrà tenere alta la guardia: «Le insidie ci sono sempre – precisa l’ex rossazzurro – il fatto che gli avversari siano già retrocessi non vuol dire nulla. L’Akragas, con orgoglio, farà al massimo la sua partita: guai a cullarsi, gli etnei dovranno far valere i loro maggiori stimoli».
La mente non può che tornare al pareggio di domenica scorsa contro la Juve Stabia che, di fatto, ha messo nuovamente il Lecce di essere padrone del proprio destino: «Il Catania ha mancato una grande chance – precisa Anastasi – ma il calcio insegna che bisogna sempre stare sul pezzo, attaccati a quella palla vincente che magari può capitare anche all’ultimo secondo. Fino a qualche giornata fa – ricorda l’ex centrocampista di Avellino, Ancora e Cesena – gli etnei sembravano completamente tagliati fuori dalla corsa al primo posto, non è ancora detta l’ultima parola. Il Lecce sulla carta ha il calendario più semplice, ma nulla è scontato. A livello personale però – ribadisce l’intervistato – il Catania non mi è piaciuto, né a livello di forza né tanto meno caratterialmente: i giocatori avrebbero dovuto spingere di più, anche se gli stabiesi hanno giocato in maniera molto prudente, con l’obiettivo di racimolare un punticino».
Sul futuro della squadra, Anastasi non ha dubbi: «Il Catania merita ben altri palcoscenici: tutti i tifosi aspettano una pronta risalita della squadra». L’obiettivo è quello di ritornare ai fasti dello scorso decennio, quando la società era riuscita a compiere in due anni il grande balzo nella massima serie: Maurizio Anastasi è stato gran protagonista di quella rosa, con 50 presenze e una rete tra 2004 e 2006. Un’ascesa bloccata poi da un brutto infortunio, anche se i ricordi rimangono indelebili: «Tutto andava bene in quel periodo: siamo tornati in Serie A dopo più di vent’anni con un grande gruppo, ottimi giocatori e una tifoseria straordinaria – ricorda il centrocampista – che ancora oggi si conferma tale. Sono in contatto con molti compagni di allora: con Orazio Russo e Andrea Suriano – ammette Anastasi – ci sentiamo spesso, così come con Gionatha Spinesi e Davide Baiocco. Viene la nostalgia a ricordare certi momenti, ma adesso bisogna pensare a riportare questi colori dove meritano di essere».