Una cicca di sigaretta nel vassoio degli arancini pronti per la frittura. È quello che ha trovato la polizia nel laboratorio di uno storico bar di via Etnea, a Catania. I controlli sono stati fatti da agenti della squadra volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura e da personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro – contingente Sicilia, del Corpo Forestale della Regione siciliana e dei servizi Veterinario, Igiene e Spresal dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Catania, insieme ad alcune pattuglie della polizia municipale. La nota della questura parla di «gravissime carenze igienico-sanitarie scoperte» e del fatto che «una volta all’interno del laboratorio del bar sono emerse chiaramente molteplici criticità igieniche, come la presenza di sporcizia anche nel locale della cucina e la mancanza di pulizia ordinaria e straordinaria».
Nella nota della questura di Catania si legge che «in un contenitore con all’interno alcuni arancini preparati e pronti per essere posti nella friggitrice» è stata lasciata una sigaretta. Inoltre alcune teglie destinate alla preparazione e alla cottura di altri alimenti avrebbero avuto evidenti tracce di ruggine. «Aperte le celle frigorifere – dice sempre la nota della Questura – il Corpo forestale ha trovato prodotti di origine animale e ortofrutticoli conservati insieme, indistintamente, senza alcuna forma di precauzione da un concreto rischio di contaminazione di parassiti. Inoltre sono stati sequestrati 20 chili di olio da cucina non tracciato ed è stata contestata l’omessa indicazione degli allergeni nel menù degli ingredienti».
Secondo quanto riporta la stessa nota, «ai gestori del bar è stato imposto l’immediato ripristino delle condizioni igieniche e, vista la precarietà complessiva dei locali laboratorio e cucina, è stato disposto il rifacimento della pavimentazione, della tinteggiatura delle pareti, nonché la sostituzione delle attrezzature ormai usurate, come teglie e ripiani». Inoltre «sono stati trovati due lavoratori in nero». Nella nota la polizia precisa che «nel caso in cui il titolare non proceda subito alla loro regolarizzazione, l’irregolare posizione lavorativa dei due componenti del personale determinerà la sospensione dell’attività a decorrere dal giorno successivo al controllo».
Tra le altre verifiche in materia di sicurezza sul lavoro – fatte dall’Ispettorato del lavoro e dallo Spresal, cioè il Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro – «sono state rilevate l’assenza della relazione di impatto acustico, la mancanza di armadietti numericamente sufficienti negli spogliatoi dei lavoratori e l’installazione scorretta di una porta d’emergenza. Per tutte le violazioni accertate – conclude la Questura – sono state elevate sanzioni pecuniarie per un importo di quasi 30 mila euro».
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